Passage – Oblique
Il 10/01/2024, di Gaetano Iannarelli.
Gruppo: Passage
Titolo Album: Oblique
Genere: Ambient, Post Rock/Metal, Strumentale
Durata: 53 min.
Etichetta: Autoprodotto
Dallo spiccato carattere “cinematografico”, le tracce dell’album ‘Oblique’ si candidano tutte potenzialmente a diventare soundtrack con il loro carattere evocativo e le loro trame sonore che si alternano con grande naturalezza e una produzione ottima. I Passage sono un trio canadese che arricchisce il loro post-rock con influenze come ambient, musica classica, a tratti con sonorità più dure, propone una musica strumentale che compensa l’assenza di linee vocali con l’alternarsi repentino di melodie e atmosfere. Diversi strumenti prendono man mano la scena, tutti ottimamente coesi e prodotti, rendendo l’album tecnicamente perfetto. L’album si apre con la title track ‘Oblique’ che ben presenta le sonorità del progetto, sono dieci minuti che scorrono e che rapidamente calano l’ascoltatore nell’atmosfera dell’opera. La successiva ‘Au revoir’ fin dai primi secondi mostra un carattere più deciso, calda, pennellate dipingono uno spazio vasto e i suoni si sommano avvolgendo chi ascolta. Quattro minuti carichi, intreccio di chitarra clean e pianoforte, un basso rotondo riempie e detta un ritmo lento e solenne. Un brano magico degno di nota, che ricorda neanche troppo lontanamente i brani più lenti ed atmosferici dei secondi Porcupine Tree. La traccia ‘L’abandon’ è un brano molto lento, con gli archi protagonisti e una batteria a sorreggere note estremamente dilatate, prima di un break che ci riconduce all’atmosfera della title track, ma con un’impronta più cupa e un crescendo in perfetto stile post-rock. Dieci minuti che si concludono con un ritorno al duo pianoforte e chitarra. Traccia a mio avviso meno ispirata delle precedenti. Con ‘Pourpre’ le sonorità diventano più dure, ma minima è l’evoluzione rispetto alla precedente. Molto più interessante ‘Morphée’, con un sound molto più vicino all’elettronica e a qualcosa che in teoria sembrerebbe più venire dal progressive che da qualche filone dell’alternative. Il giro iniziale cresce e diventa sempre più interessante, senza dubbio le sonorità più interessanti dell’album. Dopo il cambio repentino di tempo e atmosfera intorno al quarto minuto, la traccia inizia ad appesantirsi tornando nel perimetro post-rock, tutto molto più prevedibile e tenuto con più difficoltà ai livelli precedenti. Inserto tecnico di batteria che poco sembra amalgamarsi con il resto. Intorno all’ottavo minuto si torna al riff iniziale, ma questo secondo giro non si risolve con qualcosa di diverso. La chiusura dell’album è affidata a ‘Minuit treize’, con intro che richiama la seconda traccia e con il resto ci fa ripercorrere quanto sentito finora senza particolari sussulti. I Passage sono una band che sicuramente non ha limiti tecnici in quello che propone, gli ottimi spunti della prima, seconda e quinta traccia fanno sperare in un’evoluzione del loro progetto verso qualcosa di più personale e originale. Interessante.
Tracklist
1. Oblique
2. Au Revoir
3. L’Abandon
4. Pourpre
5. Morphée
6. Minuit Treize
Lineup
Sébastien Robitaille: chitarra, basso, cori
Thierry Nadeau-Cossette: piano e orchestrazione
Luc Gaulin: batteria e percussioni