Eldritch – Innervoid
Il 23/11/2023, di Gianfranco Monese.
Gruppo: Eldritch
Titolo Album: Innervoid
Genere: Progressive Metal
Durata: 48 min.
Etichetta: Scarlet Records
Ci eravamo lasciati bene, anzi benissimo, nel dicembre 2021 con ‘EOS’, dodicesima fatica dei livornesi Eldritch, band di punta del Metal europeo da più di trent’anni. Poi, purtroppo, nel maggio 2022 la notizia tanto inaspettata quanto sconvolgente dello split dal cantante e co-fondatore Terence Holler; annuncio che ha fatto preoccupare i fan ma non di certo il gruppo che, trovato in Alex Jarusso un degno sostituto, a neanche due anni di distanza è tornato sul mercato con questo ‘Innervoid’. Registrato e prodotto dal chitarrista Simone presso gli ES Studio di Sarezzano e i pisani Magnitudo Studio (a missaggio e masterizzazione ci ha pensato Simone Mularoni presso i Domination Studio di San Marino), superata la titletrack, che altro non è se non un’intro, ‘Handful Of Sand (Right Or Wrong)’ è subito un biglietto da visita più che convincente, con chitarre e tastiere ad intrecciare passaggi e tecnicismi d’alta classe, ben supportate dai solidi Lastrucci e Dridge alla sezione ritmica, ed un ritornello in grado di rimanere subito in testa. Nel secondo singolo estratto ‘Born On Cold Ash’ chitarre e sezione ritmica viaggiano all’unisono facendoci capire, assieme al primo singolo estratto ‘Elegy Of Lust’, come per ‘Innervoid’ il sestetto abbia cercato di puntare di più su un’immediatezza e potenza Hard & Heavy, senza chiaramente snaturare il suo trademark. Fondamentale senza dubbio è anche l’apporto del nuovo entrato Jarusso, attorno alla cui ruvida voce sembra essere stata creata questa leggera virata. Bisogna ammettere che il gioco funziona alla grande, e risalta maggiormente grazie alla più accessibile (ma non banale) ‘To The End’ ed alla malinconica semi ballad ‘Wings Of Emptiness’, dove il frontman sembra più libero di dare sfogo alle sue qualità, distinguendosi grazie ad un genere che sembra fatto apposta per lui: tutto è più diretto, senza che la componente Progressive ne soffra. La mutevole ‘From The Scars’, in grado di passare da momenti danzerecci ad altri più mesti, aggiunge estro a questo lavoro, grazie anche ad una prova camaleontica che testimonia la grande conoscenza e versatilità musicale di Smirnoff, alla continua ricerca di suoni che assecondino i vari stati d’animo del pezzo, sconfinando persino in ambientazioni Industrial. Si arriva, poi, a ‘Lost Days Of Winter’, un treno in corsa che a detta di chi scrive si candida a miglior brano del lotto, e basterebbero appena le strofe a testimoniare con quanta classe si possa abbinare potenza ed inventiva, raggiungendo il culmine ad ogni ritornello. La candenzata ‘Black Bedlam’, terzo singolo estratto, forse fin troppo prevedibile per gli standard della band, ci permette di rifiatare, ricaricandoci in vista della conclusiva ‘Forgotten Disciple’, mitragliata Progressive/Thrash dove Jarusso sembra svolgere più un classico compitino, spostando maggiormente l’attenzione sugli altri componenti (Dridge su tutti).
Evoluzione senza snaturamento: questo è ‘Innervoid’, un disco che colpisce nel segno arrivandoti subito, toccando i tasti giusti, convincendo grazie ad un’immediatezza più marcata rispetto al passato, e vincente per il prosieguo della già illustre carriera degli Eldritch. Credevo fosse dura dopo dodici (DODICI!) lavori in studio, e senza Holler, bissare gli alti livelli dimostrati nel precedente ‘EOS’, ma per fortuna mi sbagliavo, perchè personalmente ‘Innervoid’ non è solo top album, bensì disco dell’anno!
Tracklist
01. Innervoid
02. Handful Of Sand (Right Or Wrong)
03. Born On Cold Ash
04. Elegy Of Lust
05. To The End
06. Wings Of Emptiness
07. From The Scars
08. Lost Days Of Winter
09. Black Bedlam
10. Forgotten Disciple
Lineup
Alex Jarusso: vocals
Eugene Simone: guitar
Rudj Ginanneschi: guitar
Oleg Smirnoff: keyboards
Dario Lastrucci: bass
Raffahell Dridge: drums