Hands of Orlac – Hebetudo Mentis
Il 09/11/2023, di Giuseppe Bellobuono.
Gruppo: Hands of Orlac
Titolo Album: Hebetudo Mentis
Genere: Doom Metal, Heavy Metal, Horror Metal, Progressive Rock
Durata: 56:30 min min.
Etichetta: Terror From Hell Records
Gli Hands of Orlac ritornano con il loro terzo album ‘Hebetudo Mentis’ su etichetta Terror From Hell Records. La band di Roma (trapiantata in Svezia) creata dalla mente di The Sorceress (voce e flauto) e The Templar (basso) nelle sette tracce, come i sette colli dell’antica Roma, ci guida nell’universo misterioso del “non definito”, attraverso un viaggio oscuro su tematiche horror e cupe. I brani sono tutti molto lunghi tranne la titletrack: ‘Hebetudo Mentis’, che è un breve strumentale caratterizzato da arpeggi malefici e lugubri, posta nel mezzo della tracklist, a fare da ponte tra le prime tre tracce e le ultime tre. L’Horror Rock degli Hands of Orlac fa riferimento ad un certo Italian Dark Sound (Paul Chain, Jacula, Goblin…), ma anche a gruppi come Witchfinder General, Black Sabbath, Pagan Altar, Mercyful Fate (nei momenti più heavy metal dell’album) ed è un’abile dimostrazione a fondere diversi elementi e sfumature in un unico contesto dalle atmosfere catacombali e doom, pregni di passaggi dark, suoni psichedelici e variazioni progressive che raggiungono i meandri nascosti della mente, dove si celano pensieri mostruosi.
Il disco si apre con ’To The Night A Bride’ e si parte subito con il piede giusto. I Riff tenebrosi e la voce ammaliante e malinconica di The Sorceress, creano il clima ottimale e catturano la nostra attenzione per un finale stranissimo. Sarà il periodo o la luna piena di questi giorni (fine ottobre – inizio novembre) che si intravede da una fitta coltre di nuvole, ma ‘Three Eyes’ rende bene l’idea di qualcosa di misterioso che ci osserva, minaccioso, spettrale e pronto a catturarci nelle sue grinfie.
‘Il Velo insanguinato’ mischia la pesantezza delle chitarre alla dolcezza del flauto e del cantato in italiano abbastanza ipnotico, su una ritmica lenta e ossessiva. Tutto è bilanciato alla perfezione per un effetto spaventoso fino ad arrivare al solo (molto acido) che sfumando lascia il post alla titletrack, ‘Hebetudo Mentis’, con i suoi arpeggi darkissimi.
Si prosegue con ‘Malenka’ che supera i 9 minuti tra atmosfere doom, progressive rock, psichedelia e rimandi canterburyani dei tempi che furono. Su una ritmica sostenuta e cadenzata i vari cambi di ritmo sottolineano gli sbalzi di umore che scaturiscono dalla narrazione e dall’ascolto. Umore che si materializza in un oscuro presagio con la successiva ‘Frostbite’. L’approccio del brano tipicamente heavy doom alla massima potenza con il flauto che aggiunge uno strato di nebbia fittissima ai versi celestiali (o infernali), ammalianti e seducenti della nostra Sacerdotessa, lo rende uno dei punti più alti del disco.
A concludere il viaggio ci pensa una vera e propria mini suite di quasi quindici minuti, ‘Ex Officio Domini (The Executioner of Rome)’. Il giustiziere oscuro (il papa macabro che arriva dall’oltretomba, rappresentato anche sulla copertina) irrompe con il suo aspetto orrorifico sulla folla, ignara della realtà ingannevole che quasi sempre confonde le menti. Musicalmente è il brano che evidenzia ancora una volta l’amore per le sonorità sia heavy metal che doom. L’approccio assolutamente “underground” degli Hands of Orlac è una carta vincente. Gli arpeggi alla fine del pezzo, delicati e sospesi, rendono il mistero che avvolge il gruppo ancora più fitto.
‘Hebetudo Mentis’ è un album ricco di una musicalità arcana e di una produzione vintage che rende l’ascolto macabro e inquietante (come l’omonima pellicola del film del 1924 di Robert Wiene dal quale traggono il nome). La colonna sonora perfetta per rituali ancestrali e paurosi.
Tracklist
1. To The Night a Bride
2. Three Eyes
3. Il Velo Insanguinato
4. Hebetudo Mentis
5. Malenka
6. Frostbite
7. Ex Officio Domini (The Executioner of Rome)
Lineup
The Sorceress – Vocals/ flute
The Templar – Bass/synthesizers
Manuele Bonanno – Lead and rythm guitars
Axel Johansson – Drums