Urne – A Feast on Sorrow
Il 31/08/2023, di Maurizio Buccella.
Gruppo: Urne
Titolo Album: A Feast on Sorrow
Genere: Death Metal, Doom Metal, Post Harcore, Sludge Rock/Metal
Durata: 51:32 min.
Etichetta: Candlelight
Nell’archivio mnemonico ancestrale di Metallum gli Urne sono incasellati nel crocevia di classificazioni Stoner/Metal/Sludge/Metalcore che, a naso, puzza di frullato schizofrenico di sottogeneri in apparenza lontani anni luce. In realtà basta ascoltare l’esordio autoprodotto ‘Serpent&Spirit’ per rivedere la diagnosi degli autori della pagina. Col successore ‘A Feast of Sorrow’ il trio di Londra debutta sotto gli stendardi della Candlelight, forti di quell’identità multiforme eppure già così strutturata.
L’opener ‘The Flood Came Rushing In’ regala la devastazione che promette il titolo, con l’ impressione di ascoltare i Neurosis che, a correnti alterne, si trasformano nei Defaced scivolando da riff aperti di matrice hardcore a ritmiche compresse schiumanti di groove. La successiva ‘To die twice’ riavvolge le linee chitarristiche in spirali ai limiti del noise. Coi suoi undici minuti di progressiva lacerazione ‘A stumble of words’ suona come se lo spirito degli Edge of Sanity avesse preso possesso dei Breach insediandosi nei loro corpi iperattivi, traboccanti di noradrenalina, con l’ effetto di incastrare schegge di arrangiamenti Doom/Gothic nel turbine di chitarre furenti. Dopo la scarica di calcinacci sulle costole di “The Burden” è la volta del primo singolo ufficiale ‘Becoming the Ocean’ il cui riff portante richiama la rabbiosa potenza sonora di ‘Dreaming Neon Black’ dei Nevermore (qui immaginate Hegg degli Amon Amarth a rimpiazzare il compianto Dane).
La title track raggiunge l’equilibrio perfetto nell’alternare linee melodiche a sfuriate post-death. Le vocals di Nally mutano come le stagioni passando dalle harsh vocals allo screaming death/black con subitanei sprazzi in clean. Il breve interludio melodico della penultima traccia cede il passo agli oltre dieci minuti finali di ‘The Long Goodbye/Where do the Memories Go’ che, più di tutti i brani precedenti, traduce in suoni i flutti frantumati sulle nude rocce della cover art.
Il grande pregio degli Urne è che non partono dall’obiettivo pianificato a tavolino di pervenire alla macedonia perfetta dei loro filoni metal/post-rock preferiti. Ma la loro proposta funziona perché è viscerale, scaturisce con naturalezza dal loro bacino privato di rabbia e dolore, transita attraverso i generi senza proporre incastri posticci perché il vero filo conduttore è il denominatore comune emotivo tanto autentico quanto deflagrante.
Tracklist
1. The Flood Came Rushing In
2. To Die Twice
3. A Stumble of Words
4. The Burden
5. Becoming the Ocean
6. A Feast on Sorrow
7. Peace
8.The Long Goodbye, Where Do the Memories Go?
Lineup
Joe Nally bass/vocals
Angus Neyra guitars
Jim Cook drums