Winterage – Nekyia
Il 28/07/2023, di Gianfranco Monese.
Gruppo: Winterage
Titolo Album: Nekyia
Genere: Power Metal, Symphonic Metal
Durata: 49 min.
Etichetta: Scarlet Records
‘Nekyia’, terzo lavoro in studio del quintetto genovese dei Winterage, ne definisce meglio la proposta, dopo due dischi (‘The Harmonic Passage’ [2015] e ‘The Inheritance Of Beauty’ [2021]) di “riscaldamento”, ma tutto sommato per niente malvagi: trattasi di un power metal sinfonico molto operistico, superbo e per questo devoto al cinema ed al teatro. Quindi, volendo mettere i puntini sulle i, si potrebbe senza dubbio scrivere che oggi i liguri suonano un epic-cinematic metal, genere già toccato dai nostri Rhapsody, Thy Majestie (ricordate l’album del 2002 ‘Hastings 1066’, sempre per Scarlet Records?) e principalmente da Luca Turilli (soprattutto a partire dal secondo ‘Prophet Of The Last Eclipse’ [2002]). Quello che colpisce è, infatti, la sfarzosità che avvolge l’intera opera, e quegli inserti alle volte orchestrali/medievali, altre volte ai confini del folk, che il fondatore Boschi astutamente ha inserito all’interno di ogni brano (‘The Cult Of Hecate’, ‘Metamorphosis, a Macabre Ritual’ e la titletrack), quasi a smorzarne la furia che aleggia nell’aria, data da una sezione ritmica che non conosce compromessi nè tentennamenti (e che a tratti, come in ‘Simurgh The Firebird’, sfiora il symphonic black metal), e da un lavoro tagliente di chitarre, abili a sostenere l’intricata e fastosa proposta, così come ad inserirsi con pungenti riff quando ne viene dato loro modo. Le canzoni brillano allo stesso tempo per la loro sontuosità (‘Numen’) e complessità. Ed è forse quest’ultima parola l’unico punto debole di ‘Nekyia’: come questo genere ha già più volte riscontrato nei decenni, quando ci si immerge in lidi cari alle colonne sonore, creando qualcosa che abbia al suo interno tutte le caratteristiche che vengono poi portate sul grande schermo, è chiaro che tutto ciò conduce senza dubbio ad elogiarne il lavoro svolto, ma con il susseguirsi dei pezzi si ha come l’impressione che “il troppo storpi”, e che quindi, come un disco o uno spettacolo di un gruppo progressive, altro non si può fare che restare in ascolto. Al termine, qualcuno avrà captato delle emozioni, venendo rapito da quanto “montato” per ‘Nekyia’, mentre qualcun’altro avrebbe invece preteso più coinvolgimento. Da che parte stare? Nel mezzo, perchè se da un lato, come già scritto, i Winterage dimostrano di saperci fare (da elogiare anche la prova del narratore Barbarossa), dall’altro arrivati a metà disco, un fruitore potrebbe riporre il CD nella custodia. Triste, ne convengo, ma vero.
Tracklist
01. Apertio Ad Profundum
02. Simurgh The Firebird
03. The Cult Of Hecate
04. Numen
05. Nekyia
06. La Fonte D’Essenza
07. Dark Enchantment
08. White Leviathan
09. Metamorphosis, a Macabre Ritual
10. Resurrectio Ad Mundum
Lineup
Daniele Barbarossa: vocals
Gianmarco Bambini: guitars
Gabriele Boschi: violin, orchestral and choral arrangements
Matteo Serlenga: bass
Luca Ghiglione: drums