Black Sabbath – Live Evil (Super Deluxe)
Il 28/06/2023, di Francesco Faniello.
Gruppo: Black Sabbath
Titolo Album: Live Evil (Super Deluxe)
Genere: Heavy Metal
Durata: 170 min.
Etichetta: Rhino
Distributore: BMG
Come potete immaginare, stavo accarezzando da tempo l’idea di scrivere un articolo per il quarantennale di ‘Live Evil’. Quale migliore occasione di quella offerta da questa succulenta ristampa, che segue quelle dei due precedenti album in studio, ‘Heaven And Hell’ e ‘Mob Rules’? Il fatto però è che qualsiasi cosa io scriva su questo disco è stata ampiamente anticipata nel corso degli anni, a partire dalle note di inner sleeve di Hugh Gilmour presenti anche nella precedente edizione, fino alle persistenti sfide tra la fazione che sostiene il live palindromo e quella che tiene per ‘Speak Of The Devil’; perciò, quello che posso dire in questa sede, essendo anche privo di un formato “fisico” relativo a quest’ultimissima edizione, è evidenziare ancora una volta il valore iconico che il primo live ufficiale del Sabba Nero ha tuttora, per non parlare dell’incredibile influenza esercitata sulle varie incarnazioni del Sabs negli anni ’80 e oltre.
Inizio subito col dire che chi si attendeva outtakes e versioni alternative rimarrà in buona parte deluso: questa versione Super Deluxe si presenta in formato quadruplo, con i dischi contenenti le versioni remaster che sono sostanzialmente quelli di sempre, mentre il remix dispiega un innegabile sound “crispy”, come si suol dire, con cose che riaffiorano dai nastri originali. Un paio di esempi? L’introduzione di ‘War Pigs’, attuale all’epoca così come oggi (e il pezzo doveva essere particolarmente caro a Ronnie James Dio, dato che in Rete gira una sua versione risalente ai tempi degli Elf), nonché ‘The Mob Rules’, presentata come parte della colonna sonora di Heavy Metal e non più con il richiamo parziale a E5150.
E poi, ditemi quello che volete, ma personalmente sono sempre affascinato da questo periodo dei Black Sabbath, sin dalla visione di quel TG del 1992 in cui mandarono spezzoni della loro esibizione a Reggio Emilia. Quella resa “strana” dei classici settantiani che avevo appena imparato a conoscere proiettava il quartetto verso una dimensione futuristica che era ben riscontrabile sia all’epoca di cui parlo (siamo alla pubblicazione di ‘Dehumanizer’) che dieci anni prima, quando la stessa formazione si esibiva nel tour da cui sarebbe stato tratto ‘Live Evil’.
Tornando inoltre al succitato confronto Ozzy vs Sabbath, devo dire che tra i due live summenzionati preferisco questo, e di gran lunga. Ovvio, i detrattori diranno che hanno fatto meglio all’Hammersmith, con un mix migliore e una scaletta meno costruita, o addirittura a Hartford, con Ward dietro le pelli e un Dio meno “epico”, però è innegabile che questi standard abbiano segnato tutto il quindicennio successivo e ancora più, con Ozzy che attacca a cantare sull’assolo anthemico di ‘War Pigs’ proprio come fa il suo rivale, e con cento altre cose: l’intro secco di N.I.B. A opera di Butler, l’arpeggio introduttivo di Black Sabbath (intuizione giunta ben prima dell’impiego dei nastri che riproducono l’intro originale), il fill di batteria introduttivo della succitata ‘War Pigs’, per non parlare della classica narrazione al centro della versione estesa di ‘Heaven And Hell’ a opera del folletto di Portsmoouth e della reprise dell’iconico riff nel finale di ‘Paranoid’, con la delicata ‘Fluff’ in fade out che anticiperà una “certa” scelta di ‘So Tired’ in chiusura dei concerti del Madman l’anno dopo. Certo, possiamo parlare quanto volete dell’inopportunità del prolungato assolo di Iommi nella parte centrale della suite succitata (ma piano a usare il termine “inopportuno” con il Riffmaster per eccellenza…), nonché della versione un po’ forzata di ‘Children Of The Grave’ – quella sì, privata di quasi tutta la magia alienante dell’originale, ma sono fattori ampiamente controbilanciati dalle versioni stellari di due pezzi da 90 come ‘Neon Knights’ e ‘Children Of The Sea’ (i vicini ringraziano sentitamente, ogni volta), per non parlare della copertina, tutta da scoprire nel suo percorso a ritroso nella Storia della band originaria di Birmingham e quell’epoca divenuta mezza britannica e mezza americana…
A proposito, a margine apprendo che le note di copertina hanno reso pienamente giustizia al singer (non più presentato semplicemente come “Ronnie Dio”), reintegrando giustamente in formazione anche il nome di Vinny Appice dietro le pelli (che all’epoca appariva semplicemente nei ringraziamenti), mentre stavolta sembra non esservi traccia del povero ma fondamentale Geoff Nicholls alle tastiere, all’epoca citato assieme ad Appice e che comunque avrebbe all’epoca atteso ancora qualche anno prima di ricevere lo status di membro effettivo.
Ma soprattutto, è o non è un bel live? ‘Speak Of The Devil’ sarà stato perfetto per l’epoca rampante in cui è uscito, ma è invecchiato decisamente male e la Storia ha dato torto marcio ai tentativi di miglioramento dell’originale di Iommi portati avanti da più di qualche funambolo della sei corde. Ecco, la forza di ‘Live Evil’ sta proprio in questo: è probabilmente l’ultimo dei live degli anni ’70, in quanto la band aveva accantonato il progetto di farne uscire uno nella prima metà di quel decennio per poi vederselo pubblicato sotto il naso come ‘Live At Last’, ma anche perché presenta molte caratteristiche dei grandi concerti dell’epoca: improvvisazioni, assoli prolungati e quant’altro. Però è anche a tutti gli effetti uno dei grandi live degli anni ’80, per scelta di suoni, versioni aggiornate senza snaturarne totalmente l’essenza e atmosfere in generale. Direi che, pur dinanzi a una versione estesa come questa, l’amaro in bocca ai fan resta comunque nella misura in cui non c’è ancora notizia ufficiale di quella versione in video di cui parla lo stesso Dio all’inizio di ‘Heaven And Hell’ e di cui è affiorato semplicemente uno spezzone e nulla più, in tutti questi anni. Ma si sa, la fretta non è mai stata troppo di casa al quartier generale di Tony Iommi, per cui non ci resta che attendere fiduciosi…
Tracklist
01. E5150 (Live) [2023 Remaster]
02. Neon Knights (Live) [2023 Remaster]
03. N.I.B. (Live) [2023 Remaster]
04. Children of the Sea (Live) [2023 Remaster]
05. Voodoo (Live) [2023 Remaster]
06. Black Sabbath (Live) [2023 Remaster]
07. War Pigs (2023 Remaster)
08. Iron Man (Live) [2023 Remaster]
09. The Mob Rules (Live) [2023 Remaster]
10. Heaven and Hell (Live) [2023 Remaster]
11. The Sign of the Southern Cross / Heaven and Hell (Continued) [Live] [2023 Remaster]
12. Paranoid (Live) [2023 Remaster]
13. Children of the Grave (Live) [2023 Remaster]
14. Fluff (Live) [2023 Remaster]
15. E5150 (Live in Seattle, April 24, 1982) [2023 Remix]
16. Neon Knights (Live in Seattle, April 24, 1982) [2023 Remix]
17. N.I.B. (Live in San Antonio, May 13, 1982) [2023 Remix]
18. Children of the Sea (Live in San Antonio, May 13, 1982) [2023 Remix]
19. Voodoo (Live in San Antonio, May 13, 1982) [2023 Remix]
20. Black Sabbath (Live in Dallas, May 12, 1982) [2023 Remix]
21. War Pigs / Drum Solo (Live in San Antonio, May 13, 1982) [2023 Remix]
22. Iron Man (Live in San Antonio, May 13, 1982) [2023 Remix]
23. The Mob Rules (Live in Seattle, April 24, 1982) [2023 Remix]
24. Heaven and Hell (Live in San Antonio, May 13, 1982) [2023 Remix]
25. The Sign of the Southern Cross / Heaven and Hell (Continued) [Live in San Antonio, May 13, 1982] [2023 Remix]
26. Paranoid (Live in San Antonio, May 13, 1982) [2023 Remix]
27. Children of the Grave (Live in Fresno, April 18, 1982) [2023 Remix]
28. Fluff (Live in Fresno, April 18, 1982) [2023 Remix]
Lineup
Tony Iommi: lead guitar
Geezer Butler: bass guitar
Ronnie James Dio: vocals
Vinny Appice: drums