The Modern Age Slavery – 1901 | The First Mother

Il 12/05/2023, di .

Gruppo: The Modern Age Slavery

Titolo Album: 1901 | The First Mother

Genere: ,

Durata: 38 min.

Etichetta: Fireflash Records

77

Come riporteremo nella nostra intervista a Giovanni Berselli, cantante della band; un disco dei The Modern Age Slavery è spesso riempito di punti di interesse sui quali discutere. Ad accompagnare le tracce digitali che andremo presto a descrivervi troviamo infatti delle utili promo notes che ci fanno intuire che  – sebbene non sia un concept – ‘1901 | The First Mother’ segue nei suoi vari testi un filo conduttore comune riguardante, ovviamente, diversi tipi di schiavitù anche autoimposte. Più interessante ancora è poi il fatto che le stesse ci dicano pure che quest’album si tratta probabilmente del primo capitolo di una trilogia attualmente appunto in fase di definizione, e che tratterà gli stessi temi con una cadenza che riguarda in qualche modo passato, presente e un non ancora meglio specificato futuro distopico. Se a queste già interessanti informazioni aggiungiamo il fatto che il disco precedente –  ‘Stygian’ –  mostrava i primi prodomi di un cambiamento stilistico anche piuttosto radicale, capiamo bene come l’ascolto di questo nuovo album sia stato per noi molto incuriosente.

E infatti cambiamenti e testi profondi sono quelli che troviamo in ‘1901 | The First Mother’… Cambiamenti sicuramente, perché l’intero lavoro prosegue nella direzione cui ci aveva indirizzato ‘Stygian’: meno scream, meno furia deathcore e un approccio più pieno e controllato, soprattutto agli arrangiamenti. L’attenzione ora infatti è spesso declinata non solo alla veemenza esecutiva ed espressiva, ma anche sull’aspetto tastieristico e orchestrale, curato spesso dal bravo Ludovico Cioffi, dal 2016 chitarrista della band. Come dicevamo prima, le vocals in scream sono state ridimensionate, preferendo un approccio in growl più profondo, e così anche l’influenza più prettamente americana nella musica dei Nostri si allontana un po’, lasciando lo spazio ad alcune sfumature blackened che ci sono piaciute molto (‘Pro Patria Mori’). Forti adesso di un sound che abbraccia Septicflesh e Fleshgod Apocalypse pur senza rinnegare del tutto il passato; i cinque ragazzi di Reggio Emilia mettono in campo tante idee e tanti muscoli per un disco che risulta duro e potente ma anche molto vario e interessante. Sicuramente degne di nota in questo scritto possono risultare la già citata opener ‘Pro Patria Mori’, ottimo esempio delle sonorità più diciamo ‘eleganti’ di cui parlavamo prima; ma anche brani come ‘KLLD’ e ‘The Hip’, i quali fanno ancora sfoggio di una certa feroce istintività che ci parla di un complesso in cui la fame e la voglia di esprimersi è ancora viva e sincera. La durata contenuta, trentotto minuti, è poi sicuramente dalla parte della band: il lavoro picchia, incide e non annoia, fornendo nel tempo a sua disposizione tutti gli schiaffoni di cui hanno bisogno i fan della musica estrema, senza lasciare insoddisfatto quasi nessuno.

Certo per i Modern il rate di pubblicazione non è velocissimo: attivi dal 2008, troviamo nel paniere ‘solo’ quattro album. Però –  ascolti alla mano – ci rendiamo conto che questa apparente lentezza è indice non tanto di fiacca in studio, ma piuttosto di impegno e dedizione nel cercare di definire di qualcosa che risulti fortemente personale e frutto del lavoro di tutti, e non solo dei singoli. Un vero e proprio lavoro di squadra, che definisce un risultato tridimensionale, apprezzabile sotto molti aspetti. Bravi.

Tracklist

01. Pro Patria Mori
02. KLLD
03. Irradiate All the Earth
04. The Hip
05. Lilibeth
06. Overture to Silence
07. OXYgen
08. Nytric
09. Victoria’s Death
10. The Age of Great Men
11. Blind (Korn cover)

Lineup

Mirco Bennati: Bass
Luca “Cocco” Cocconi: Guitars
Giovanni “Gio” Berselli: Vocals
Federico Leone: Drums
Ludovico Cioffi: Guitars, Orchestrations