Mike Tramp – Songs Of White Lion
Il 11/05/2023, di Gianfranco Monese.
Questa è la classica uscita discografica che può trarre in inganno, in quanto il personale timore è che molti fruitori snobbino ‘Songs Of White Lion’, non ritenendo più interessante un altro ripescaggio, da parte del Sig. Trampenau, del materiale inerente la band di New York (ricordo che nel 1999 uscì ‘Remembering White Lion’). Non potendo (e nemmeno volendo) biasimarli, è però mio dovere avvisarli che questo disco è quella gemma inaspettata sulla quale nessuno avrerebbe scommesso un centesimo, dato il passare di tutti questi anni. Già di fronte all’opener ‘Lady Of The Valley’ non si può infatti che constatare come il fascino sia rimasto immutato; la semi ballad rapisce in tutta la sua soave bellezza, colpendo quando deve grazie a due assoli da cardiopalma di Nand (più aggressivo il primo, da 02:50, più coinvolgente il secondo, da 04:42). Alla più lineare ‘Little Fighter’ così come alla hit ‘Broken Heart’ basta la calda e sensuale voce del frontman per fare centro, e se ‘Love Don’t Come Easy’ è passionale, ‘Tell Me’ è forse, per forma, quella prova che più si avvicina a quanto il cantante danese oggi può regalarci grazie al suo materiale solista. Ovviamente la sua ugola è oggigiorno più ammaliante, dona più sensualità e meno immediatezza, dimostrando come a giochi fatti questo non risulti un prodotto nostalgico come molti (giustamente) possono pensare, ma qualcosa che (ancora) avvolge l’ascoltatore, riportandolo là, dove l’hair metal si era purtroppo fermato, ma con occhi ed orecchie all’avanguardia. Altre prove di classe sono ‘Cry For Freedom’ e il fanalino di coda ‘When The Children Cry’: ascoltandole non si può far altro che restare in devozione, come rapiti da una dote che sa essere più selettiva, ma ancora sopraffina. Certo, non tutte le reinterpretazioni piaceranno: l’aggressività di ‘Hungry’ qui è parecchio misurata, ma è questo l’obiettivo dell’odierno Mike Tramp, che oggi tutto può, tranne che ritornare ai fasti di un tempo. Ed è proprio quella ricerca, quel tentativo di rendere e riesaminare ogni brano con più ragionevolezza, melodia, colto e colmo dell’esperienza sia del frontman che dei suoi impeccabili compagni di viaggio, che rende questo disco un tributo ben riuscito verso il leone bianco. Tramp, consapevole dei suoi limiti, ha reso il tutto più ponderato, e non potrebbe essere altrimenti, ma la riuscita finale è ugualmente di classe; e riuscire ad emozionare l’ascoltatore dopo tutti questi anni, è dote di pochi eletti.
P.S. Cambiando genere, il ventinove ottobre 2021 Richard Ashcroft uscì con ‘Acoustic Hymns Vol.1’, un tributo ai suoi più grandi pezzi (con i Verve e da solista), riarrangiato in chiave acustica. Personalmente, ‘Songs Of White Lion’ e il lavoro di Ashcroft sembrano andare a braccetto: sono quei dischi imprevisti, giunti sugli scaffali dei negozi quasi inaspettatamente, a parecchi anni di distanza dai tempi d’oro e da parte di artisti da cui non ci si aspettano più grandi botti. Ma sono quei gioielli che, anno dopo anno, continueranno a girare nel vostro lettore, magari davanti ad un camino acceso in una sera autunnale. Ne sono certo.
Tracklist
01. Lady Of The Valley
02. Little Fighter
03. Broken Heart
04. Love Don’t Come Easy
05. Hungry
06. Cry For Freedom
07. Going Home Tonight
08. Wait
09. All The Fallen Men
10. Living On The Edge
11. Tell Me
12. When The Children Cry
Lineup
Mike Tramp: vocals
Marcus Nand: guitars
Sebastian Groset: keyboards
Claus Langeskov: bass
Alan Tschicaja: drums
Christoffer Stjerne: backing vocals