Story Of The Year – Tear Me To Pieces
Il 23/03/2023, di Gianfranco Monese.
Gruppo: Story Of The Year
Titolo Album: Tear Me To Pieces
Genere: Alternative Rock, Hardcore
Durata: 33 min.
Etichetta: SharpTone Records
Il quartetto degli Story Of The Year, negli anni, ha evoluto quella proposta nu metal degli esordi (quando, fino al 2002, prima del disco di debutto ‘Page Avenue’ [2003] ancora si chiamava Big Blue Monkey) verso un post hardcore/emo degli anni d’oro (come il 2008, quando il gruppo uscì con il convincente ‘The Black Swan’). ‘Tear Me To Pieces’ porta con sè il fardello di alte aspettative, non solo per la naturale curiosità di poter riascoltare del nuovo materiale a distanza di sei anni dal precedente ‘Wolves’, ma anche perchè grazie al rientro del bassista Adam “The Skull” Russell, la formazione è nuovamente quella originaria di ventun’anni fa. Bisogna constatare fin da subito come il tocco di Colin Brittain alla produzione (All Time Low e Papa Roach nel curriculum) si fa sentire, e non poteva essere più azzeccato: il nuovo disco contiene infatti una tracklist decisa, dalla durata inferiore rispetto al suo predecessore, come se la volontà dei quattro questa volta fosse stata quella di puntare dritti all’obiettivo. L’opener, nonchè titletrack, colpisce in tutta la sua potenza nonostante la sua breve durata, tra ritornelli punk rock piacioni in stile All Time Low, e sfoghi post hardcore a cui la band ci ha da sempre addestrato. Ben tarato l’utilizzo dell’elettronica, che senza risultare invadente completa il sound proposto. ‘Real Life’ si sposta ancor di più su una matrice pop punk: carina, si, ma un pò stucchevole. ‘Afterglow’ dimostra più dimestichezza compositiva, variando nelle ritmiche e presentando inserti rabbiosi che ben si sposano con soluzioni pop punk a cui si è abituati, mentre ‘Dead And Gone’, come da titolo, se ne va in tutta la sua furia: decisa, si, ma prevedibile. Per assurdo, nonostante duri esattamente dieci secondi in meno della canzone precedente, ‘War’ ha più mordente, candidandosi a uno dei singoli di punta di questo settimo lavoro in studio. La cadenzata ‘Can’t Save You’ è camaleontica nel voler abbracciare vari generi, tra pop rock e post hardcore, facendo riaffiorare quello che, forse, è il difetto maggiore della band: piacere a più sponde, disorientando chi si aspetterebbe un genere più definito. Non a caso, in ‘2005’ sembra di ascoltare i Blink 182, o uno di quei pezzi da titoli di coda di film quali ‘American Pie’; idem dicasi per la quasi totalità della seconda parte di ‘Tear Me To Pieces’. La pop punk ‘Take The Ride’, ‘Sorry About Me’ (che sembra pescata dal catalogo dei Thirty Seconds To Mars più piacioni) e la conclusiva ballad ‘Use Me’, molto bella e sentita grazie a un Marsala sugli scudi, dimostrano ulteriormente come gli Story Of The Year vogliano farsi amare un pò da tutti, senza identificarsi in un genere. E questo, personalmente, è un peccato, perchè oltre ad aver disorientato l’ascolto, ha fatto emergere l’opinabile preoccupazione che ‘Tear Me To Pieces’, alla lunga, possa finire nel mare dell’irrilevanza, di quei dischi senza capo nè coda. Potrebbe aiutarlo il fatto di essere molto conciso (appena quattro brani su undici superano i tre minuti), controbilanciando la maggior durata del suo predecessore e aiutandolo quindi a far colpo fin da subito. Ma a detta di chi scrive, sarebbe stato ulteriormente utile incanalarsi con più decisione verso una proposta (all’interno della quale poi adoperare delle sfumature), senza cercare di abbracciarne di svariate.
Tracklist
01. Tear Me To Pieces
02. Real Life
03. Afterglow
04. Dead And Gone
05. War
06. Can’t Save You
07. 2005
08. Sorry About Me
09. Take The Ride
10. Knives Out
11. Use Me
Lineup
Dan Marsala: vocals
Ryan Phillips: guitars
Adam “The Skull” Russell: bass
Josh Wills: drums