Necrodeath – Singin’ In The Pain
Il 10/03/2023, di Francesco Faniello.
Gruppo: Necrodeath
Titolo Album: Singin' In The Pain
Genere: Black Metal, Thrash Metal
Durata: 37 min.
Etichetta: Time To Kill Records
Mettiamo subito le cose in chiaro: è sempre l’ora dei Necrodeath. In un mondo orfano degli Slayer, la violenza iconoclasta convogliata a testa bassa di cui sono da sempre capaci Peso e soci resta un ingrediente fondamentale della fruizione di ogni metalhead che si rispetti. Una teoria che ha un po’ il sapore delle analisi sociologiche di Philip Zimbardo o Anthony Burgess: già, proprio Burgess e le sue introspezioni sul libero arbitrio rese celebri dalle indelebili immagini di Stanley Kubrick sono il tema portante di quest’ultima fatica del quartetto genovese, che mutua proprio da uno dei motivetti più stranianti delle imprese dei Drughi il titolo per questo tributo ad “Arancia Meccanica”. Ora, va detto come i maestri tricolori del thrash/black non siano nuovi a simili affreschi di grand-guignol, le cui tematiche morbose e digrignanti fanno comunque il paio con un approccio privo di eccessivi orpelli: l’estetica pulp e tarantiniana di ‘Idiosyncrasy’, la cara vecchia tematica dantesca di ‘The 7 Deadly Sins’ o magari i graditi richiami alle origini di ‘The Age of Dead Christ’, in cui il filo conduttore è più ideale che concettuale.
Questo solo per citare alcuni degli esempi relativamente recenti, con un occhio al vecchio adagio da me espresso in merito ai Napalm Death: non ci sono regole quando si parla di Necrodeath, non c’è necessità di considerare imprescindibili i primi dischi o magari i primi dischi post reunion, senza per questo togliere importanza a lavori fondamentali come ‘Mater Of All Evil’, ‘Into The Macabre’ o il seminale demo ‘The Shining Pentagram’. Ciò che intendo dire è che il quartetto Flegias / Pier / GL / Peso vive di vita propria ogni volta che pubblica un nuovo disco, un po’ come quegli episodi autoconclusivi di una serie che ha un filo conduttore ben visibile, e lo fa sia nella scelta delle tematiche sia (ed è la chiave del discorso) a livello musicale, non mancando di regalarci riff e ritmiche intricate su cui si staglia la timbrica lacerante di Flegias.
È il caso del riffing variegato di ‘Transformer Treatment’, figlio della scuola D’Amour / Vetterli, delle pennate grattugiose di ‘Redemperdition’ che non mancano di diluirsi in uno di quei controtempi densi di aperture melodiche in agrodolce a cui i Necrodeath ci hanno abituati, per poi tornare a mazzulare come avviene nella conclusiva ‘Antihero’. Con questo ‘Singin’ In The Pain’ i Nostri si confermano abilissimi a passare dai ritmi forsennati del manuale Hanneman / King a sofferti patterni lisergici che ne definiscono inequivocabilmente la personalità, come avviene nell’opener ‘Gang Fight’ o in episodi dal sapore differente, come il mid tempo malefico del refrain portante di ‘Delicious Milk Plus’ o della maliziosa ‘The Sweet Up And Down’, pronta a riservarci una variazione aderente al thrash metal più classico; nel fare ciò, risultano a loro agio persino nei pomposi modernismi di ‘Oomny-Ones’, il cui videoclip richiama ad arte le luci bianchissime del Korova Milkbar e altri “ospiti” dell’ameno luogo. E poi, tra una citazione e l’altra del Nadsat, i Necrodeath non mancano di regalarci altre chicche nascoste, come gli stacchi blueseggianti di ‘655321’ (un po’ alla Megadeth del periodo ‘Countdown To Extinction’) o qualche assolo da antologia qua e là. Non mi resta che, ehm… invitarvi a seguire lo zio Alex e godervi le trombe degli arcangeli e i tromboni dei diavoli! E a proposito di zio Alex, non perdetevi l’intervista del nostro Alex Ventriglia a Peso e Flegias in occasione dell’uscita di ‘Singin’ In The Pain’!
Tracklist
01. Gang Fight
02. Transformer Treatment
03. The Sweet Up And Down
04. Redemperdition
05. Delicious Milk Plus
06. 655321
07. The (In)sane Ultraviolence
08. Oomny-Ones
09. Antihero
Lineup
Flegias: vocals
Pier Gonella: guitars
GL: bass
Peso: drums