Signs Preyer – III

Il 19/02/2023, di .

Gruppo: Signs Preyer

Titolo Album: III

Genere: ,

Durata: 84 min.

Etichetta: Self-Released

78

I Sings Preyer si formano circa vent’anni fa a Orvieto ma prima di partorire un primo demo passano ben cinque anni e soltanto nel 2012 vede la luce un primo omonimo album seguito nel 2015 dalla seconda fatica ‘Mammoth Disorder’, ed è di recente pubblicazione il nuovo full-lenght dal semplicissimo titolo ‘III’. La musica proposta dal combo umbro è un concentrato di potente Hard Rock con forti venature Desert/Stoner Rock; all’interno dell’ossatura dei dieci brani proposti in ‘III’ emergono però evidenti dei forti richiami al Southern Rock degli States, se pure qui proposti in una veste piuttosto estremizzata, e i riferimenti portano a band quali Black Label Society, Red Fang, Black Stone Cherry vestiti di Heavy Metal, ma anche a Godsmack e persino ai Pantera, in particolare nelle linee di chitarra.
Con nomi di questo calibro, una volta identificato l’ambito musicale entro il quale muoversi, i Signs Preyer pestano duro e non lasciano respiro, con brani dal forte impatto Metal e variazioni stilistiche derivate dalle band di riferimento. Emergono a tratti rimandi anche agli Helmet, si senta a tal proposito l’intro di basso pulsante su ‘Blame Time Alone’, oppure certe linee di chitarra prese direttamente dai Pantera. Un album denso di Groove in cui l’amalgama delle parti coinvolte non cede il passo ai cliché, e ciò significa che non si evidenzia alcuna scopiazzatura rispetto ai grandi nomi citati in precedenza, anzi se vogliamo dentro i solchi di ‘III’ c’è proprio tutto quello che serve a godere tanto dello Stoner a là Kyuss in ‘Ten Years’ quanto alle evoluzioni Alternative Metal degli Helmet su ‘Guilt Me Sorrow’, al sound di Zakk Wilde nella acida ‘Ground And Drowned’, fino a precisi rimandi ai primi Tool in ‘Shame’.
In questa nuova fatica dei Signs Preyer troverete tutto ciò che fai per voi se siete fan di sonorità che partendo dallo Stoner Metal si evolvono fino a toccare punte di American Heavy Metal ma sempre legate con un filo sottile a quei gruppi che negli anni novanta hanno donato nuova linfa grazie all’estensione più viscerale possibile del Rock. Molte di quelle band suonano ancora e i Signs Preyer si posizionano di diritto alle loro spalle.
Ce ne fossero di band di questo calibro.
Complimenti.

Tracklist

01. Guilt Me Sorrow
02. Freedom
03. Grown and Drowned
04. Shame
05. Blame Time Alone
06. Ten Years
07. Wise Man
08. Blue In Sight
09. Hey Man
10. My Solitude

Lineup

Corrado “Ghode” Giuliano: Lead Vocals, Guitar
Andrea “Viktor” Vecchione: Bass, Backing Vocals
Giacomo “Mapo” Alessandro: Drums