Damnation Gallery – Enter The Fog

Il 18/02/2023, di .

Gruppo: Damnation Gallery

Titolo Album: Enter The Fog

Genere:

Durata: 51 min.

Etichetta: Black Tears

73

Aaah, la tradizione horror di casa nostra… non venitelo certo a dire a uno che scambiava la parete di cemento fuori dalla sala prove per un muro di nebbia, quanto sia seminale l’ampio blasone tricolore che parte dalle arti grafiche (e cinematografiche) per poi esprimersi in musica, tracciando un solco apprezzato ben oltre i confini nazionali. Niente lezioni di Storia stavolta, dato che i Damnation Gallery sanno bene quali sono i padri putativi del genere, avendo tributato onori a Necrodeath e Death SS in una serie di compilation e – soprattutto – giungendo al terzo disco e avendo contribuito a tutti gli effetti a tracciare il solco di cui sopra.
‘Enter The Fog’ arriva a poco più di cinque anni dalla fondazione della band ligure e piazza subito una dichiarazione di intenti in piena regola con ‘Angomarcia’, episodio notevole il cui incedere ricorda incredibilmente un incrocio tra King Diamond e i Darkthrone. Certo, i riferimenti internazionali valgono solo “a naso” in quanto la stoffa c’è a prescindere dai modelli, e ‘An Instant’ non fa che confermare la capacità evocativa dell’ensemble, qui sospeso tra il proto/black di matrice retrò e varie suggestioni goth di matrice primigenia. Eppure la formula tiene e non appare neanche troppo datata, a testimonianza del fatto che si può esplorare ancora qualcosa su coordinate inaspettatamente aperte.
Se poi siete tra quelli che trovano meno credibili le sferzate slayeriane di ‘Never Say Goodbye’, provate a dare alle stesse una lettura vicina al Violet Theatre, e anche l’assolo di chitarra vi sembrerà assumere un senso compiuto, strizzando l’occhio a quello stile come sembra proprio fare. Proprio quando sembra di aver trovato la quadra anthemica, la tracklist vede squarciare il velo del modernismo a opera di ‘Fog’: samplers e ritmiche ostinate si fanno strada per poi lasciare che i Damnation Gallery tornino alle invocazioni pristine grazie alla sguaiata timbrica di Scarlet.
La strada lastricata di buone intenzioni che portava ai dance floor di gotica memoria sembrava imboccata, quando l’ascoltatore è invece travolto dalle sbilenche citazioni orrifiche di ‘Your Will Shall Be Done’, in cui il rifferama di casa LaRocque o Shermann torna possente, con quelle aperture tipiche del Bel Paese, salvo dissolversi nel riffone sabbathiano di ‘Old Cemetery’, che arriva inaspettatamente a richiamare le narrazioni frostiane di Claudia-Maria Mokri nel finale. E se pensate che l’uso di tastiere e sampler del quartetto appaia dozzinale in quanto distante dal concetto “sinfonico” tanto in voga di questi tempi, pensate a quanto invece esso richiami con forza la tradizione horror italica, sia nel cinema che in musica. Non vi resta che sbirciare oltre il sipario della pista da ballo di cui sopra per percepire la nebbia nera e violetta della conclusiva ‘Erased’ la cui trama si dipana inesorabile, pregna di quella baldanza death rock di quando certe sonorità si mescolavano a stento e molto di rado con l’HM, per aprirsi invece la strada tra i vicoli dei quartieri maledetti e danzare con le anime da esse evocate…

Tracklist

01. Secrets kingdom
02. Angomarcia
03. An instant
04. Never say goodbye
05. Fog
06. Your will shall be done
07. Old cemetery
08. Emptiness
09. Numb
10. Erased

Lineup

Scarlet: vocals
Lord Of Plague: guitars
Low: bass
Coroner: drums