Polyphia – Remember That You Will Die
Il 25/01/2023, di Dario Cattaneo.
Gruppo: Polyphia
Titolo Album: Remember That You Will Die
Genere: Alternative Rock, Elettronica, Pop Rock, Progressive Metal, Progressive Rock, Rock
Durata: 37 min.
Etichetta: Rise Records
Progressive metal? Mathcore? Semplice rock strumentale? Bah, difficile dare una classificazione al sound dei Polyphia, soprattutto in questo periodo storico della loro carriera. Se infatti agli inizi la band texana era partita con le radici un po’ più saldamente ancorate al metal come lo intendiamo noi, nel corso di una decina di anni di carriera hanno incorporato elementi sempre più allogeni, prendendo tanto dalla musica elettronica quanto dal mondo rap e hip pop, per poi “deragliare” in un ibrido davvero poco classificabile. ‘Remember That You Will Die’ quindi – nonostante il titolo minaccioso e piuttosto ‘metal’ per certi versi – è del tutto figlio di questo mutamento graduale; e lo si evince facilmente guardando nella title-track sotto la recensione il nutrito elenco degli ospiti presenti.
Ospiti che bene o male lasciano il segno, essendo in effetti questo nuovo lavoro il disco forse più cantato del combo texano, e quindi pronti ad arricchire ognuno con le proprie peculiarità un sound di per se già arzigogolato ed imprevedibile. E così nei vari pezzi troviamo vasta rappresentanza del mondo rap, con il giovane Lil West (a concludere la nervosa ‘Chimera’) e soprattutto $NOT, ingombrantissimo nel riempire uno dei pezzi strumentalmente più tranquilli (‘Fuck Around and Find Out’) col suo flow inarrestabile. La componente elettronica, da sempre presente nel pentagramma dei Nostri la fa da padrona in brani quali ‘The Audacity’, sul quale il musicista produttore Anomalie aiuta con la propria consolle a saturare le complessissime evoluzioni quasi funky del bassista Gober e del leader Henson. Il comparto che ci fa sentire più a casa è però comunque quello rock & metal, quindi accogliamo con molto piacere la bravura di Steve Vai su ‘Ego Death’ e soprattutto l’estro di Chino Moreno dei Deftones, contributo come sempre essenziale all’economia di ogni brano al quale partecipa (‘Bloodbath’). Il resto dell’album è poi un variopinto e chiassoso insieme dei generi rimanenti, parante dal funk di ‘Genesis’, passando dal pop della piacevole ‘ABC’ per poi chiudere sulle suggestioni math di ‘Neurotica’.
Lo sfoggio di tecnica è come sempre mostruoso e ben presente, e ovviamente il suolo cui affondano le radici dei Nostri è comunque quello della musica che più ci piace, ma è innegabile che gli orizzonti dei quattro texani ora siano ora molto più ampi che agli esordi. Visti i numeri mostruosi su YouTube e Spotify – numeri peraltro in continuo aumento – per ora questa scelta di genere così inclusiva sembra portare i propri dividendi, pur non essendo ovviamente musica per tutti. Li aspettiamo al varco l’anno prossimo a Milano, quando porteranno le loro folli evoluzioni in concerto.
Tracklist
01. Genesis (feat. Brasstracks)
02. Playing God
03. The Audacity (feat. Anomalie)
04. Reverie
05. ABC (feat. Sophia Black)
06. Memento Mori (feat. Killstation)
07. Fuck Around And Find Out (feat. Snot)
08. All Falls Apart
09. Neurotica
10. Chimera (feat. Lil West)
11. Bloodbath (feat. Chino Moreno)
12. Ego Death (feat. Steve Vai)
Lineup
Tim Henson: guitar
Scott LePage: guitar
Clay Gober: bass
Clay Aeschliman: drums