Riverside – ID.Entity

Il 20/01/2023, di .

Gruppo: Riverside

Titolo Album: ID.Entity

Genere:

Durata: 53 min.

Etichetta: Inside Out Music

80

Fin dove riusciranno a spingersi i Riverside? Venti anni di un progetto in continua evoluzione, che oggi con ID.Entity sembra ripercorrere e rivisitare tutto alla ricerca dell’identità dei Riverside di oggi. La volontà della band non celata è stata quella di aprire ad una nuova fase, una terza decade all’insegna del superamento dell’ultimo ‘Wasteland’, segnato dal dolore per la scomparsa del chitarrista Piotr Grudziński, quarto membro storico della band. Le atmosfere più cupe e lente sono state messe da parte, resta l’energia di riff sempre più aperti, con la tipica impronta progressive anni ‘70 del gruppo, a sostenere testi che lo stesso Duda definisce mai così forti e tra i migliori scritti nella sua carriera.
Quest’ultimo lavoro coinvolge e cattura dai primi ascolti. L’immediatezza degli album più recenti si sposa perfettamente con il progressive più duro del primo decennio, inserendo qua e là piccoli nuovi ingredienti che a mio parere contribuiranno ad aumentare il seguito della band polacca. Il carattere epico che emerge in ‘Big Tech Brother’ è uno delle novità più interessanti di questo lavoro. L’elemento synth-pop inserito dalle tastiere in ‘Friend or Foe’ spiazza all’inizio, ma poco dopo risulta essere il tratto distintivo della traccia di apertura dell’album, che convince e coinvolge molto, soprattutto grazie al cantato di Duda. Frasi come “Who are you imitating now?” della traccia di apertura, anticamera di una riflessione che porterebbe tanti social-addicted a fare visita allo psicanalista più prossimo.
‘Landmine Blast’ è forse la traccia che si avvicina maggiormente ai primi tre album della band. Il successivo ‘Big Tech Brother’ probabilmente il più rappresentativo del concept e interessante dal punto di vista strumentale. Il testo “Being tracked, being parsed, being mined, modified, being used, being searched, being lied to monetised”, sintesi del piano industriale di tutte le aziende che si sono ritagliate una fetta della ricchezza globale negli ultimi trenta anni. ‘Post-Truth’ è il terzo esplicito riferimento a Orwell. “In a constant lie I live, cannot separate days from nights” recita Duda. Riff poderosi e parti melodiche si alternano ottimamente, l’assolo nella parte finale ricorda molto quelli proposti in passato da Piotr. ‘The Place Where I Belong’ ha nei suoi 13 minuti e oltre, tanto dell’identità dei Riverside. Primi minuti con un forte eco dei Porcupine Tree, per poi passare ad un hard blues dove la band non ha problemi a muoversi, con il tastierista Michał Łapaj che si fa sempre notare come il Jon Lord polacco. A metà traccia riemergono i Riverside più intimi, per poi rifondersi con il sound di scuola porcospina. Perle nel testo come “Another pop-philosopher tells you how you should live” ci fanno riflettere su come a volte forse sia più sano fare da se senza fomentarsi troppo.
Si chiude con i due singoli pubblicati. ‘I’m done with you’ riprende diverse caratteristiche dei brani precedenti, sembra quindi essere stato giustamente scelto come primo singolo e anticipazione dell’album. La settima conclusiva traccia ‘Self-aware’ è molto diretta e con un’energia molto simile alla traccia di apertura dell’album. Un’energico invito ad andare oltre questa realtà vissuta in modo passivo, con lo spettro della distanza sociale che incombe, allontanandoci dagli altri, con il testo ‘Just want to be close to you, I want to feel you close to me, I want to be close to you, being complete for the first time’ a chiudere il concept, con una ritmica in levare che ricorda tanto i Police. Sicuramente una nota di ottimismo per concludere l’album.
Il concept che sta alla base dei testi è sicuramente l’architrave dell’album, che ne aumenta indubbiamente il valore. Il seme di Orwell continua a germogliare, generazione dopo generazione, la lotta contro il Sistema, la Macchina, che tende a dividere gli abitanti di questo pianeta, sempre più piccolo e sempre meno vario, a omologare pensieri, valori, ad annulare tradizioni e specificità di popoli e culture. Temi sicuramente non innovativi, ma che i Riverside propongono a modo loro, in questa sorta di indagine della personalità umana che stanno portando avanti album dopo album, letta nei primi lavori più in maniera introspettiva, per poi allargando la visuale sull’individuo come parte di una società, ingranaggio di un sistema più grande all’interno del quale ci muoviamo, viviamo e nel quale per certi aspetti cerchiamo di sopravvivere.

Un album che i fan probabilmente apprezzeranno, con margini per i Riverside di collezionarne altri, anche grazie alle date live che man mano vengono ufficializzate. I più esigenti probabilmente avrebbero gradito dalla band qualcosa in più, osare forse maggiormente, lavorando più sulla componente progressive. A mio parere, tornando alla domanda di apertura, è solo l’inizio di un nuovo ciclo che potrebbe quindi regalarci più in là qualcosa di più ambizioso, dato che ai Riverside le qualità non mancano. Restiamo in ascolto.

Tracklist

1. Friend or Foe? (07:29)
2. Landmine Blast (04:50)
3. Big Tech Brother (07:24)
4. Post-Truth (05:37)
5. The Place Where I Belong (13:16)
6. I’m Done With You (05:52)
7. Self-Aware (8:43)

Lineup

Mariusz Duda – vocals, basses, electric and acoustic guitars

Piotr Kozieradzki – drums

Michał Łapaj – keyboards and synthesizers, Rhodes piano and Hammond organ

Maciej Meller – electric guitars