The Offering – Seeing The Elephant
Il 28/12/2022, di Dario Cattaneo.
Gruppo: The Offering
Titolo Album: Seeing The Elephant
Genere: Djent, Groove Metal, Metalcore, Modern Metal, Post Harcore, Thrash Metal
Durata: 54 min.
Etichetta: Century Media Records
Facciamo un esperimento di recensione interattiva. Copiate il testo di questa recensione dal vostro browser (si, vi diamo il permesso…) e incollatelo su una pagina nuova di un word processor. Poi selezionate lo sfondo della pagina rosso, un rosso bello squillante. E il colore del carattere lo mettiamo in blu/violetto, qualcosa del genere. Ecco, ora siete nel mood giusto per leggere questa recensione.
Spaesati, neh? Un po’ lo siamo stati anche noi, dopo l’ascolto di questo ‘Seeing The Elephant’. Che i The Offering fossero imprevedibili, spigolosi e volti a sonorità tendenzialmente estreme lo sapevamo, ma dopo il precedente disco, l’eclettico ma focalizzato ‘Home’, non ci aspettavamo un prodotto con queste caratteristiche. Chiassoso, folle, schizzato, poco incline ai compromessi e incategorizzabile… tutto questi termini possono sposarsi bene con il disco che abbiamo tra le mani, che si pone quindi come una versione “estremizzata” del precedente ‘Home’. E abbiamo voluto mettere l’enfasi sulla parola estremizzata per spiegare un punto importante: che con più estremo non vogliamo dire più pesante, ma semplicemente quello che indica il vocabolario: più spostato verso un limite.
Infatti, il disco è estremamente pesante nelle sue parti più groovi e thrashy. Basta sentire la cattiveria di un pezzo slipknottiano come ‘Ghostmother’ o la fiammeggante collera di ‘Flower Children’ per averne un assaggio. Però è anche subdolamente umorale, e le sonorità dense di abbandono di ‘Tipless’; così come le spiacevoli sensazioni generate dalla title-track lo dimostrano. Estremo vuol dire meno melodico? No, perché un brano prog come ‘Tiny Disappointment’ di melodia ne mette in campo tanta, e pure ben fatta. Insomma, ‘Seeing The Elephant’ è esagerato in tutto: nella tavolozza cromatica della squillante copertina, nel fare sfoggio di capacità tecniche di chiara marca Periphery, nel dipingere emozioni che vanno dalla collera alla tristezza nella maniera più diretta e schietta possibile. Un vero macello di genere e sensazione insomma, che ci vanno a richiamare da vicino la difficoltà di ascolto che abbiamo sperimentato con il recente ‘Colors II’ dei Between The Buried And Me, con la differenza che il disco dei BTBAM risulta sicuramente meno intriso di insensata follia.
Slipknot, Nevermore, Korn, Periphery, e anche altri… impossibile trovare una collocazione precisa a questo disco, come è impossibile prevedere se vi piacerà o no. Essendo che tutto in questo disco è volto a scavare il più a fondo possibile sul singolo aspetto espresso in quel secondo (pesantezza, melodia, velocità, etc) può benissimo darsi che queste spigolature non trovino il consenso di tutti. Qualcuno lo troverà magari troppo dispersivo, altri potrebbero lamentare l’eccessiva melodicità di alcuni passaggi, altri odieranno la sfuriata senza senso dopo un passaggio che gli era piaciuto. Il rischio c’è. Però i The Offering ci hanno già voluto dire con ‘Home’ che il loro percorso musicale è mutevole e imprevedibile, ma segnato di indubbia genialità: ‘Seeing The Elephant’ non fa che confermare e spingere ancora più in là tutto questo. Prendere o lasciare.
Tracklist
01. W.A.S.P.
02. Ghostmother
03. Tipless
04. Rosefire
05. Seeing The Elephant
06. My Heroine
07. Flower Children
08. Tiny Disappointments
09. With Consent
10. Esther Weeps
Lineup
Alexander Richichi: vocals
Nishad George: guitar
Spencer Metela: bass
Steve Finn: drums