White Skull – Metal Never Rusts
Il 14/11/2022, di Dario Cattaneo.
Gruppo: White Skull
Titolo Album: Metal Never Rusts
Genere: Heavy Metal, Power Metal
Durata: 48 min.
Etichetta: ROAR! Rock Of Angels Records
Quando si parla di veterani della scena heavy italiana, di sicuro non si può soprassedere sul nome dei White Skull. Forte dei suoi ormai dodici album e dei quasi trent’anni di carriera, il combo veneto ha sempre tenuta alta la bandiera della propria intransigenza musicale, pubblicando album sempre di qualità, inflessibilmente dediti alla forma più pura della nostra materia preferita: il metallo. Non deve stupire quindi l’hype con cui molti di noi – soprattutto gli ormai quarantenni – hanno accolto questo nuovo dischetto, uscito a ben cinque anni di distanza dall’ultimo ruggito discografico… un nuovo album dei White Skull è sempre un po’ come tornare a casa dopotutto, la casa dove siamo cresciuti.
Il caldo bentornato ci viene dato con l’opener ‘Hammer On Thin Ice’. Il puro heavy che striscia l’occhio alle terre oltre l’atlantico esplode subito dalle casse con un attacco simil ‘Painkiller’, e ci fa capire che tutto sommato – al netto del peso degli anni – la musica del Teschio è sempre quella. Un avvio rincuorante dunque, che (sebbene non sia di uno dei pezzi migliori del disco) ci rassicura su quanto sentiremo in seguito. Parlando di pezzi da novanta invece individuiamo subito uno dei brani che ci piaceranno di più: ‘Metal Never Rusts’. La title-track esplora il versante più power dei Nostri, con un brano diretto, lineare, ma frizzante ed esaltante come ai tempi di ‘Embittered’. Una vera gioia per le nostre orecchie! La più melodica ‘Skull in the Closet’ aumenta l’importanza delle tastiere di Muscio nell’economia del pezzo e risulta piacevole, ma ancora preferiamo il lato più spinto e guerresco della band. Veniamo accontentati subito dal quarto brano, ‘Black Ship’, che sazia appieno la nostra sete di epicità. Tra i migliori passaggi del lotto, ‘Black Ship’ rappresenta ancora oggi la testimonianza della grandezza di certe sonorità così in voga nei primi Anni ’90. L’approccio musicale cambia parecchio con ‘Heavily Mental’, cupo monolito musicale dai ritmi bassi ma sonorità pesanti, al limite del doom. Nonostante le tastiere la ravvivino un po’ all’inizio il brano rimane appunto permeato da un atmosfera cupa e pessimista, che si concretizza soprattutto nella drammaticità vocale del ritornello e in una coppia di begli assoli. ‘Scary Quiet’, impreziosita dalla gradita ospitata di Chris Boltendahl dei Grave Digger, riporta dopo questo interessante intermezzo velocità ed epicità ai livelli di ‘Black Flag’ strappandoci altri applausi per un altro pezzo da podio. ‘Ad Maiora Semper’ è uno scanzonato inno metal sicuramente ben riuscito, con un ritornello irresistibile che può fare sfracelli dal vivo; ma purtroppo sembra essere una delle ultime cartucce di questo album. La fine del disco infatti non risulta così esaltante come la sua prima parte… ‘Jingle Hell’ infatti è un brano francamente incomprensibile in questa posizione. Certo, Fontò e compagni sono sempre stati propensi a produrre pezzi divertenti in cui prendersi poco sul serio, ma stavolta il sottil confine tra ‘divertente’ e ‘pacchiano’ sembra essere stato superato. ‘Pay To Play’ nonostante l’importante testo di accusa è un po’ scolastica nel suo proporre le sonorità heavy power care al gruppo, e risulta un pelo meno esaltante del resto; mentre la conclusiva semi-ballad ‘Weathering The Storm’ risulta carina ma non conclude l’album con i fuochi d’artificio che ci saremmo aspettati. Diciamo che ‘Ad Maiora Semper’ posta in chiusura invece ci avrebbe esaltato un casino!
Insomma, il ritorno a casa è stato piacevole. L’accoglienza calda, c’erano i nostri piatti preferiti e ci siamo sentiti a nostro agio, come dentro a comodi pantaloni. L’heavy power noi lo continuiamo ad amare, e così è per ‘Mad’ Fontò, ‘Sister’ de Boni, Mantiero e compagni. Come anime affini, siamo felici di esserci incontrati di nuovo con loro, e di avere condiviso questa nuova ora di passione musicale insieme a loro.
Tracklist
01 .Hammer On Thin Ice
02. Metal Never Rusts
03. Skull In The Closet
04. Black Ship
05. Heavily Mental
06. Scary Quiet
07. Ad Maiora Semper
08. Jingle Hell
09. Pay To Play
10. Weathering The Storm
Lineup
Federica “Sister” De Boni: Vocals
Tony “Mad” Fontò: Rhythm Guitar
Alexandros Muscio: Keyboards
Alex Mantiero: Drums
Valentino Francavilla: Lead Guitar
Jo Raddi: Bass