Palaye Royale – Fever Dream
Il 02/11/2022, di Gianfranco Monese.
Gruppo: Palaye Royale
Titolo Album: Fever Dream
Genere: Alternative Rock, Glam
Durata: 53 min.
Etichetta: Sumerian
Chissà perchè, appena inoltratomi nel nuovo disco (e mondo) dei Palaye Royale, le similitudini con i nostrani Måneskin si sono sprecate. La band dei tre fratelli Leith, Barrett e Danzig ha infatti molto in comune con il quartetto romano, a partire da un look glam estroverso e devoto a quanto iniziato con i New York Dolls, proseguito con Hanoi Rocks, ed esploso con l’ottantiana scena glam/hair metal grazie a band come Mötley Crüe (ma vorrei ricordare nomi espansivi più di nicchia come Bang Gang, D’Molls e Roxx Gang). In aggiunta, la scelta di una bassista femmina per le performance dal vivo (Jennie Vee), non mi ha evitato un “e ti pareva?!”; ovviamente non sta a noi giudicare se questa è un’opzione più d’immagine o di sostanza, certo è che attualmente sembrerebbe tornare con prepotenza, come dimostrano anche i Whitesnake. Scritto ciò, il materiale del quarto lavoro in studio ‘Fever Dream’ rispecchia un pò quest’introduzione estetica: il gruppo si muove tra ammiccanti, e riusciti, brani di alternative/glam rock (‘Eternal Life’), ed altri in grado di fare l’occhiolino al pop ed a quanto stanno proponendo artisti del calibro di Machine Gun Kelly (‘No Love In LA’). La quarta ‘Punching Bag’ risalta la granulosa voce di Leith (ricordandoci quanto assomigli a quella di Damiano), e si fa apprezzare per un tappeto elettronico in grado di riempirla elegantemente, pur fungendo da sottofondo. Con ‘Broken’ si percepisce, a quanto già descritto, un leggero richiamo al movimento emo/pop: il pezzo si innalza ad uno dei migliori del lotto per una sofferta prestazione sia vocale che strumentale, a ricordare in parte i 30 Seconds To Mars del periodo ‘A Beautiful Lie’ (2005), mentre nell’agile titletrack vengono disturbati i My Chemical Romance, grazie a sfuriate glam che poggiano su basi gotico/sinfoniche. La notevole semi ballad ‘Line It Up’ è impreziosita dalla dolce ugola di LP, ed è forse proprio la scelta di questo featuring a farci capire quanto il trio sappia muovere scaltramente le pedine per farsi piacere oggigiorno. ‘Wasted Sorrow’ e ‘Paranoid’ si fanno amare grazie alle loro venature alternative/gothic: degno di nota, nello specifico, il connubio tra musiche e testo nel secondo brano, a dimostrazione di come i Palaye Royale sappiano essere piacioni ed altrettanto sinceri. La ballad ‘Oblivion’ ci consegna un Leith disperatamente provato, grazie ad un’interpretazione sugli scudi, a cui segue la trascinante ‘The King Of The Damned’, che appare come una collaborazione tra Måneskin e Rolling Stones. Chiude il disco il binomio ‘Off With The Head’ e ‘Off With The Head (Outro)’: più variegata la prima, con sfuriate che sfociano nell’hard rock, lasciando poi lo spazio ad una cadenzata outro, che da semi ballad, e con un motivo ciclico, appare proprio come un saluto finale.
In conclusione, ‘Fever Dream’ è davvero un buon lavoro, sorretto da architetture gotico/sinfoniche che risaltano quanto proposto, e ben arrangiato, nel quale i Palaye Royale hanno saputo amalgamare i gusti adolescenziali di qualche anno fa con le odierne richieste giovanili. Il tutto, in un trademark accessibile e ben riconoscibile, che soprattutto li definisce. Tolto qualche episodio un pò piatto o ripetitivo (‘Toxic In You’, ‘Lifeless Stars’), l’ascolto è godibile, e se anche a voi i tre fratelli di Las Vegas ricordano, in più frangenti, i Måneskin, presto le sorprese potrebbero non finire qua. Il disco della svolta? Solo il tempo saprà dirci se siamo di fronte alla “the next big thing”.
Tracklist
01. Eternal Life (Intro)
02. Eternal Life
03. No Love In LA
04. Punching Bag
05. Broken
06. Fever Dream
07. Line It Up
08. Toxic In You
09. Wasted Sorrow
10. Paranoid
11. Oblivion
12. Lifeless Stars
13. The King Of The Damned
14. Off With The Head
15. Off With The Head (Outro)
Lineup
Remington Leith: vocals
Sebastian Danzig: guitars, keyboards
Emerson Barrett: drums, piano