Skid Row – The Gang’s All Here
Il 12/10/2022, di Andrea Lami.
Gli Skid Row sono tornati e l’hanno fatto nel migliore dei modi.
La recensione potrebbe anche chiudersi qui ma visto che scrivere una recensione significa raccontarvi un pochino ciò che ho ascoltato proseguo con la descrizione. La storia degli Skid Row la conosciamo un po’ tutti: esordio, successo planetario, tour e tutto il resto fino a quando Seb Bach viene fatto uscire dalla band. Seguono diversi cantanti a partire da Johnny Solinger (R.I.P.) per circa quindici anni, Tony Harnell (ex TNT) solamente per una manciata di mesi, ZP Theart (ex Dragonforce) per cinque anni fino all’arrivo del singer attuale che risponde al nome di Erik Grönwall (ex H.E.A.T).
La mia personale impressione, perdonatemela se potete, è che tutti i cantanti che sono passati, pur avendo grandi doti vocali, in qualche modo non hanno mai incarnato la vera essenza degli Skid Row. Cosa che è successa immediatamente con Erik, sin dalle prime esibizioni dal vivo, ma soprattutto dai primi brani composti insieme e che abbiamo potuto ascoltare essendo diventati dei video singoli. Vi sto parlando della splendida ‘The Gang’s All Here’ che mi ha fatto letteralmente saltare dalla sedia, ma anche del secondo singolo ‘Tear It Down’ dall’intro di batteria vagamente ‘queeniano’ (chi sta pensando a ‘We Will Rock You’?) capace di confermare quanto di buono avevo pensato per il primo singolo.
‘Hell Or High Water’ apre il disco in maniera perfetta, un giro di chitarra in stile Skid Row apre le porte all’album facendoci tornare indietro nel tempo.
Ma questo è un disco o la DeLorean di ‘Ritorno al Futuro’?
Anche la parte centrale, un giro di chitarra suonato tranquillo dove Erik prima canta delicatamente per poi alzare i toni. Bolan ci introduce ‘The Gang’s All Here’ di cui vi ho già parlato, ma ogni occasione è buona per riascoltarla. Tutto l’album si fa apprezzare, ma, se anche voi dagli Skid Row preferite andare alla ricerca dei brani più potenti (tipo ‘Youth Gone Wild’) oppure romantici (’18 & life’) allora vi segnalo che ‘Nowhere Fast’, ‘When The Light Come On’ ma soprattutto ‘World is On Fire’ sono ottimi esempi di brani carichi di adrenalina che vi faranno divertire. Per quanto riguarda il discorso delle ballad, avendo nella discografia brani importanti, diventa sempre complicato pubblicare qualcosa che in qualche modo vada ad affiancarsi per qualità e bellezza. ‘October’s Song’ introdotta da un arpeggio riesce in questo intento assai difficile, merito anche della prova di Erik, decisamente a suo agio anche in queste vesti.
Concludo ribadendo che gli Skid Row sono tornati a fare gli Skid Row ed era ciò che tutti stavamo aspettando da tempo anche se, a dir la verità, un po’ si era persa la speranza. Per questa affermazione finale, mi sono preso la briga di andarmi a riascoltare gli ultimi quattro album targati Skid Row con Johnny Solinger alla voce. Vi sto parlando di ‘Thickskin’, con sonorità che passavano dai Pearl Jam al punk, senza dimenticare la terribile versione di ‘I Remember you 2’ da brividi, ma anche ‘Revolution per Minute’ che tolte le cover qualche cosa buona la conteneva. Ma il problema era proprio il cantato. Credo sia difficile per chiunque sostituire un animale da palco come Sebastian Bach, ma questa volta gli Skid Row, con Erik Grönwall hanno proprio fatto centro.
Tracklist
01. Hell Or High Water
02. The Gang’s All Here
03. Not Dead Yet
04. Time Bomb
05. Resurrected
06. Nowhere Fast
07. When The Lights Come On
08. Tear It Down
09. October’s Song
10. World’s On Fire
Lineup
Erik Grönwall: vocal
Rachel Bolan: bass
Dave ‘The Snake’ Sabo; Guitar, backing vocals
Scotti Hill: guitar, backing vocal
Rob Hammersmith: drums