Zaburon – Post Fata Resurgo
Il 04/10/2022, di Dario Cattaneo.
Gruppo: Zaburon
Titolo Album: Post Fata Resurgo
Genere: Death Metal, Swedish Death Metal
Durata: 49 min.
Etichetta: Hokuto Empire
Distributore: Sony
Gli Zaburon sono una band bergamasca la cui origine risale addirittura a una ventina di anni fa. E’ infatti del 2004 il primo (e fino a una settimana fa, unico) album pubblicato, un disco ai tempi bene accolto dalla critica intitolato ‘Sic Bellum Incipit’ – ‘così inizia la guerra’. Sulla guerra ci si era fermati dunque; e dalla guerra apparentemente ripartiamo, giacché ‘Post Fata Resurgo’ – leggendo nelle promo note – apprendiamo trattare di un “ipotetica fine del mondo causata da un’umanità cieca che, con la sua avidità e mancanza di lungimiranza, ha innescato la propria fine. Una delle possibili cause della sconfitta dell’umanità è la guerra e la band, a dimostrazione che anche una band Death Metal può avere una canzone contro la guerra, ha deciso di intitolare e dedicare un intera traccia a tutti i ragazzi che devono combattere in Ucraina per salvarsi la vita.”
Temi importanti dunque, che richiedono quindi un adeguato supporto musicale per dipingerne la crudezza, la veemenza e la brutalità. Musica che, di questi tre aggettivi, certo non si fa mancare niente. Crudo, violento e brutale, questo è il death metal, invero di matrice piuttosto classica, che esce dall cuffie fin dalla prima traccia, la lunga ‘Voice From The Past’. Un death dicevamo quindi sì piuttosto classico – di chiara matrice Floridiana per intenderci – ma al quale dobbiamo riconoscere anche la capacità di proporre saporite variazioni sul tema, che concorrono sicuramente a rendere il piatto interessante. C’è infatti ben più che qualche iniezione di Gotheburg sound in queste tracce, le quali risultano soprattutto nelle creative linee chitarristiche avvicinarsi spesso all’operato di Dark Tranquillity e At The Gates, come ad esempio succede su brani quali ‘Istinct’ o ‘War’, davvero impreziositi da un guitarwork complesso e ispirato. Nel corso delle nove tracce (‘Breath Of Betrayer’ è una corta intro) a nostra disposizione trovano però spazio anche una gradita serie di altri input, quali tracce di thrash come nella tirata ‘Delirium’ (sentire il violento stacco inziale) fino ad andare a scomodare anche qualcosa di più moderno, come nella groovy ‘Damnation’, il cui riff circolare posto in apertura non ha mancato di colpire la nostra attenzione.
Insomma, gli elementi giusti sono presenti e ben posizionati… non stiamo parlando di un album perfetto o innovativo, ma di sicuro qualcosa di sincero e ben fatto; che riesce a coniugare una indubbia abilità strumentistica a un buon tiro e una interessante creatività, elementi che si declinano in un prodotto comunque capace di non annoiare e anzi attirare l’attenzione su di sé in diversi punti. Limando qualche piccolo aspetto che non ci ha convinto a livello assolutamente personale (un missaggio meno chirurgico ad esempio, ci sarebbe piaciuto un suono più putrido ed impastato, e un growl un filo meno monocorde) avremmo davvero potuto trovarci davanti a un album di buonissimo livello. La voglia di ascoltare un seguito però ci è venuta…
Tracklist
01. Voices From The Past
02. Alone in the Shadows
03. Instinct
04. Damnation
05. Breath of Betrayer
06. Facing Death
07. Legion of Deceivers
08. Delirium
09. War
10. No Regrets
Lineup
Davide Ricciuti: Vocals
Luca Zanardi: Guitars
Antonello d’Aguanno: Bass
Christian Togni: Drums