Pink Floyd – Animals (Remix 2018)
Il 26/09/2022, di Giovanni Rossi.
Gruppo: Pink Floyd
Titolo Album: Animals (Remix 2018)
Genere: Progressive Rock
Durata: 41:51 min.
Etichetta: Pink Floyd Records
Tanto tuonò che piovve. Sono serviti la bellezza di quattro anni per poter mettere mani e orecchie sul remix di uno degli album più amati dei Pink Floyd. ‘Animals’ era stato pubblicato nel lontano 1977, in un periodo in cui l’Inghilterra era rivoltata come un calzino da tensioni sociali, economiche, politiche, generazionali. Da lì sarebbe nato il punk, di cui gli psichedelici e pomposi Pink Floyd erano la nemesi, come ricordava John Lydon sfoggiando orgoglioso la sua t-shirt “I hate Pink Floyd”. Ne uscì un album oscuro, cupo, pessimista, il più rabbioso e violento della discografia del gruppo, il preludio di ‘The Wall’ e delle dipartite di Rick Wright e Roger Waters. Il motivo del ritardo è dovuto, tanto per cambiare, a una disputa tra Waters e Dave Gilmour su delle note di copertina che il giornalista Mark Blake aveva preparato per la nuova pubblicazione, in cui si raccontavano una serie di fatti indigesti a Gilmour, perché raccontavano come di ‘Animals’ Waters avesse una buona fetta di paternità, dalla musica alla copertina tutto compreso. Ma lasciamo da parte le annose e noiose liti in casa Pink Floyd.
La versione remix di ‘Animals’ che ci hanno regalato i Pink Floyd e Waters, è qualcosa di nuovo, straordinario e felicemente spiazzante. Gran parte del merito del lavoro è di James Guthrie, un geniaccio ingegnere del suono che il manager Steve O’Rourke aveva portato alla corte dei Pink Floyd proprio per ‘The Wall’. Guthrie conosce benissimo il sound dei Pink Floyd, forse meglio di chiunque altro, e ha fatto un lavoro artigianale di cesello e scalpello come un novello Michelangelo, solo che invece del marmo, la materia di Guthrie sono state le tracce originali del disco. La parola remix già spiega tutto. Qui è stata rilavorata ogni singola traccia di voce, chitarra, batteria, basso, synth, eccetera. Non è un remaster, dove il master originale nella sua interezza viene modificato negli equilibri e nei colori, senza toccare le singole tracce. Qui Guthrie ha ridefinito il suono di ogni singolo strumento, donando ai brani una veste completamente nuova.
Un pezzo che fa capire bene cosa sia ‘Animals (Remix 2018)’, è ‘Pigs (Three Different Ones)’. Nell’intro si possono sentire molto bene tutti gli strumenti, uno per uno. Il basso è molto più pungente e acuto, finalmente emerge in modo nitido e pulito. La batteria è un vero piacere, si possono sentire le vibrazioni del rullante, la schiettezza dei piatti, il colpo secco della cassa; il lavoro di Nick non è mai stato così esaltato in ogni suo dettaglio. Le chitarre di Dave sono cristalline, con i giusti toni evidenziati nel momento giusto, staccate magistralmente dalla sezione ritmica. I synth di Rick, che nell’originale spesso affogavano in sottofondo o prevaricavano di prepotenza, qui spaziano eterei, minacciosi, spaziali, con il suono pulito dell’Hammond al suo meglio. Guthrie fa un enorme lavoro anche sulle voci, chiare e vibranti, che svettano o precipitano a dovere, facendosi percepire al meglio in ogni sfumatura timbrica. Nelle due ‘Pigs On The Wing’ sembra di avere Waters di fianco mentre canta, tanto è avvolgente il suono. ‘Sheep’, difficile migliorare un capolavoro, è ancora più affilata e seducente, con la parte finale esaltata ancora di più nel tiro di coda e una sezione ritmica secca e cadenzata grazie al bilanciamento delle frequenze. E su ‘Dogs’ possiamo bearci dell’assolo di Dave ancor più rotondo dell’originale.
‘Animals (Remix 2018)’ è innegabilmente diverso dall’originale. Non è più il disco dalle atmosfere cupe e grigie che conoscevamo bene, qui è tutto più pulito e chiaro, un’opera in cui si può godere di ogni singolo dettaglio sonoro. E forse quell’aria plumbea non era solo figlia del concept orwelliano della lotta tra maiali, pecore e cani, ma molto meno prosaicamente era dovuta anche alla poca pratica con il nuovo studio personale di Britannia Raw che i Pink Floyd si erano regalati al posto di Abbey Road. Il suono impastato dove spesso non si riusciva a sentire il basso, e dove la batteria aveva un andamento piuttosto uniforme, poteva essere funzionale al concetto di fondo dell’album, ma ‘Animals (Remix 2018)’ presenta una nuova prospettiva che restituisce giustizia a questo monumento. Nulla è stato snaturato, nessuna traccia è stata suonata di nuovo, ricordiamo che è un remix, non una nuova incisione, quello che abbiamo di fronte è l’Ultima Cena di Leonardo dai colori più chiari, le forme più nitide e i toni più accesi.
Infine, la copertina. Aveva senso rifare un’immagine iconica come quella della Battersea Power Station con il maiale Algie che svetta tra le sue ciminiere? In fondo si tratta di un remix, non di un nuovo album, forse la vecchia cover sarebbe stata più appropriata. Così la pensano in tanti. Io sono invece convinto che la nuova foto di Aubrey Powell, fondatore dell’Hipgnosis che conosce i Pink Floyd da tempo immemore, fosse necessaria più che mai. ‘Animals (Remix 2018)’ possiede ovviamente gli stessi contenuti del 1977, ma la sua veste è diversa e rinnovata, più luminosa e ricca di cangianti dettagli, esattamente come il nuovo scatto con la Battersea che si rifà il trucco. È anche per ricordarci che ‘Animals’ vive ancora attuale più che mai, oggi come nel 1977. Che le tensioni umane e sociali che denunciava quasi cinquant’anni fa sono ancora presenti, ma sublimate sotto l’aura pericolosamente seducente di una nuova società tecnologica e futuristica. Che non sono il colore o la luce a rendere meno cupa la realtà, perché la sostanza resta la medesima: the sun is the same, in a relative way, but you’re older.
Tracklist
01. Pigs On The Wing 1
02. Dogs
03. Pigs (Three Different Ones)
04. Sheep
05. Pigs On The Wing 2
Lineup
Nick Mason: Drums
David Gilmour: Guitar, Bass, Keyboards, Vocals
Richard Wright: Keyboards, Vocals
Roger Waters: Bass , Guitar, Vocals