Riot City – Electric Elite
Il 02/09/2022, di Gianfranco Monese.
Gruppo: Riot City
Titolo Album: Electric Elite
Genere: Heavy Metal, NWOBHM, Power Metal, Speed Metal
Durata: 45 min.
Etichetta: No Remorse Records
Distributore: Plastic Head
Torna il quintetto proveniente da Calgary, dopo che ‘Burn The City’, debutto datato 2019, ottenne diversi consensi (fu votato album del mese dalla rivista tedesca Deaf Forever). Il sound dei canadesi, come molti avranno compreso già a partire dall’artwork di ‘Electric Elite’, è un heavy metal roccioso, con tratteggi power/speed, devoto alla NWOBHM ed a quegli anni Ottanta che tanto fecero la fortuna del genere di cui oggi continuiamo a scrivere, e che viene riproposto (tra i tanti) anche da giovani band come Enforcer e White Wizzard. Registrato da Antony Blaine agli AB Studios di Calgary, e mixato da Olof Wikstrand, il disco non fa prigionieri fin dall’inizio: ‘Eye Of The Jaguar’ mette subito in mostra tutto l’arsenale dei Nostri, tra cavalcate spedite che, senza pietà, investono qualsiasi cosa provi a rallentare la loro corsa, e l’ugola di Jacobs sugli scudi, con acuti “over the top”. Non vi è cedimento alcuno neppure con la successiva ”Beyond The Stars’, mentre la candenzata ‘Tyrant’ dona solidità al disco, spezzandone sapientemente i ritmi, che se fossero proseguiti sulle velocità dei primi due brani avrebbero annoiato più per una generale somiglianza. E’ in quest’aura melodica, infatti, che si riescono ad apprezzare ancor meglio gli assoli di chitarra.
Una goccia nel deserto, a quanto pare, perchè il pathos iniziale, in crescendo, di ‘Ghost Of Reality’, passato un minuto e mezzo si sfoga nuovamente in riff e voce taglienti, per rallentare solo nella prima delle due fasi soliste delle chitarre, che conducono alla parte finale del pezzo. I giochi si fanno ancor più serrati con ‘Return Of The Force’, dove ottimi sono i fraseggi delle due chitarre nei pre assoli. Niente da dire sulla voce, in una continua sfida con se stessa per raggiungere le più alte vette possibili (e, magari, superarle): ineccepibile da un lato, mentre dall’altro si avrebbe avuto il piacere di ascoltarla svagarsi su diverse sfumature. E mentre ‘Paris Nights’ e ‘Lucky Diamond’ si muovono su lidi già descritti in precedenza, ecco finalmente imbatterci in qualcosa di spiazzante e multiforme come l’ultima canzone in scaletta: la suite (della durata di dieci minuti) ‘Severed Ties’. Parte in acustico, con Jacobs finalmente libero di sfogarsi anche su venti più rilassati, regalando come tutta la band melodia e varietà. Passati i due minuti e mezzo, le prime chitarre elettriche cominciano ad apparire in sottofondo, ed è questo, assieme ad una voce sempre più insistente, il preludio ad una partenza al fulmicotone, in pieno stile NWOBHM. Il brano tiene altissimo l’interesse, tra scorribande maideniane (06:45) e come sempre le due chitarre a tessere parti pregevoli, sia ritmiche che soliste. Chapeau.
‘Electric Elite’ non guarda in faccia nessuno, e marcia spedito verso la vittoria, con quella proposta tornata alla ribalta grazie a band come, appunto, i Riot City ed altre già citante precedentemente. Quel che, però, le mie orecchie hanno ascoltato, è un qualcosa che, a conti fatti, risulta troppo omogeneo: la difficoltà di differenziare una canzone dall’altra si è fatta sentire, nonostante qualche capitolo più frenato ed un capolavoro posto in fondo alla tracklist. Colpa dei Riot City? Assolutamente no: il loro “sporco” lavoro l’hanno svolto egregiamente. Colpa mia? Sicuramente: magari un altro collega avrebbe apprezzato di più, o forse di meno.
Colpa del genere in questione? A detta di chi scrive, maggiormente si: una proposta (ormai) datata, un qualcosa che poco aggiunge a quanto già ampiamente scritto, un revival di ciò che è stato, che fortunatamente è tornato, ma che se non si ha la volontà di ammodernare, non so per quanto possa durare. Questo mi sento di consigliare a band come i Riot City, cioè di evolvere, di avere un occhio (ed un orecchio) moderno: solo così, album dopo album, si potrà stare al passo con l’evolversi della scena musicale. Altrimenti, genere e, da parte nostra, voto delle successive uscite, non potranno variare di molto. Non perchè manchi buona volontà, ma semplicemente perchè i capolavori sono già stati scritti.
Tracklist
01. Eye Of The Jaguar
02. Beyond The Stars
03. Tyrant
04. Ghost Of Reality
05. Return Of The Force
06. Paris Nights
07. Lucky Diamond
08. Severed Ties
Lineup
Jordan Jacobs: vocals
Cale Savy: guitars
Roldan Reimer: guitars
Dustin Smith: bass
Chad Vallier: drums