Megadeth – The Sick, The Dying… And The Dead!
Il 01/09/2022, di Francesco Faniello.
Gruppo: Megadeth
Titolo Album: The Sick, The Dying... And The Dead!
Genere: Thrash Metal
Durata: 55:04 min.
Etichetta: Tradecraft
Distributore: Universal
Se mai in vita vostra avete associato James Hetfield a Clint Eastwood, non siete soli: la passione per Ennio Morricone è uno dei tanti punti in comune tra i due personaggi, o meglio tra le loro “stage persona”. Allo stesso modo, è possibile tracciare un parallelo tra Dave Mustaine e Lee Van Cleef, a partire magari dallo spolverino indossato da Vic Rattlehead su questo ‘The Sick, The Dying… And The Dead!’ fino all’ovvia assonanza con quello che è forse il film più celebre del compianto attore americano, quel ‘Il Buono, il Brutto e il Cattivo’ tanto caro al suo collega/antagonista di cui sopra. Secondo questo parallelo, Mustaine/Van Cleef sarebbe forse il Cattivo? Lungi da me il voler alimentare una visione manichea della Storia del thrash Bay Area, ma gli ultimi eventi lo hanno visto sicuramente prendere decisioni draconiane come quella di sbarazzarsi del suo amico (o presunto tale) Ellefson, colto con le mani nel sacco (e qui ben si adatta qualsiasi rima maliziosa) e fatto fuori probabilmente anche per vecchi rancori mai sopiti. Così, confermati gli stellari Loureiro e Verbeuren (una formazione più internazionale che mai), ri-registrate prontamente le parti di basso per mezzo del turnista di lusso Steve DiGiorgio e riaccolto in formazione il sostituto più ovvio, quel James LoMenzo che aveva lasciato il posto proprio a Junior nell’ormai lontano 2010, i Megadeth vengono fuori ora con il nuovo disco.
Probabilmente la Storia darà ragione a MegaDave; per ora è la Musica a parlare, per dirla con Joe Perry, e i risultati artistici ci restituiscono il Lider Maximo sempre più sornione e sempre più agio sul trono del thrash metal di questi Anni Venti. Se i singoli di assaggio ci avevano restituito l’impressione di un album che guarda a ‘Peace Sells’ mantenendo solida la formula acquisita con ‘Dystopia’, ‘The Sick, The Dying… And The Dead!’ preso nell’insieme amplia il raggio d’azione, giocando chiaramente in bilico tra le melodie amare e serpeggianti di matrice ‘Youthanasia’ e l’ultimo, ingombrante disco, con cui fare i conti nel bene e nel male. Eh sì, perché a parere di chi scrive, ‘Dystopia’ resta la cosa migliore prodotta da tutto il club dei Big 4 negli ultimi anni, ed è ovvio che qualsivoglia giudizio su quest’ultimo album parta dal confronto con il predecessore. Ovvio dunque che l’ascoltatore possa rimanere spiazzato dalla title track in apertura, costruita su quei mid tempo cari alla band nella seconda metà degli anni ’90 ma con uno di quei break che è uno dei loro indiscussi marchi di fabbrica; Dave e soci cantano gli orrori della Peste Nera, lanciando un ponte ideale con la contemporaneità che fa da sempre parte della loro lucida poetica. Un uso diverso dal solito della componente melodica fa capolino sulla successiva ‘Life In Hell’, su cui si torna su velocità consone al passato grazie anche al drumming lombardiano di Dirk Verbeuren: in altre parole, esattamente quello che ci si aspetta dai Megadeth. Per non parlare di ‘Night Stalkers’, uno di quei pezzi in cui si capisce il vero valore aggiunto di Kiko Loureiro e in cui si sfrutta appieno il potenziale di un ospite come Ice-T (altro che ‘Forbidden’…). L’impressione è quella per cui Mustaine ci abbia riservato i pezzi più “sperimentali” nella parte centrale, e quindi via con la malinconica ma schiacciasassi ‘Dogs of Chernobyl’ (cosa dicevamo a proposito di contemporaneità?), con l’eccessiva ma magnetica ‘Sacrifice’ (in cui si torna a parlare di Magia Nera e Inquisizione, con atmosfere che a tratti richiamano persino i Mercyful Fate), con lo swing novantiano della ruffiana ‘Junkie’ e con una ‘Killing Time’ il cui titolo ricorda più i Triumph (o ‘Youthanasia’) che gli Sweet Savage, ma come fare a resistere all’agrodolce mustainiano? Ditemelo voi: io non ci riesco, amo troppo ‘Cryptic Writings’ per essere obiettivo! Come premesso, gli ultimi quattro pezzi tornano su coordinate sferraglianti… qualche esempio? Dopo essersi mostrati ancora una volta perfetti interpreti del presente, come di consueto i Megadeth guardano anche al futuro: menzione particolare per ‘Mission To Mars’, ennesima dimostrazione di come basti il vocalismo di Dave Mustaine a conferire solennità a un episodio tutto sommato semplice, nonché per ‘We’ll Be Back’, la summa definitiva, il compendio perfetto – è vero, la strofa sa di ‘Black Friday’ a mille miglia di distanza, ma tanto non è la prima auto-citazione o citazione esterna a cui i Nostri ci hanno abituato; e poi, se un act famosissimo e tanto in voga può spudoratamente prendere un pezzo di ‘Peace Sells’ e sbatterlo in mondovisione, a questi thrashers un po’ attempati si può perdonare benissimo di aver recuperato uno dei loro momenti più iconici, a mo’ di leitmotiv da riproporre in un contesto così funzionale, a pieni cilindri.
Insomma, sapete cosa ascoltare nell’attesa dell’incipiente Grande Freddo; se poi avete un debole per i Buoni, ricordatevi che Van Cleef è stato anche il colonnello Douglas Mortimer in ‘Per qualche dollaro in più’…
Tracklist
01. The Sick, The Dying… And The Dead!
02. Life In Hell
03. Night Stalkers (feat. Ice-T)
04. Dogs Of Chernobyl
05. Sacrifice
06. Junkie
07. Psychopathy
08. Killing Time
09. Soldier On!
10. Célebutante
11. Mission To Mars
12. We’ll Be Back
Lineup
Dave Mustaine: lead guitar, vocals
Kiko Loureiro: lead guitar
Dirk Verbeuren: drums
Steve DiGiorgio: bass guitar