OverKind – Overkind

Il 17/08/2022, di .

Gruppo: OverKind

Titolo Album: Overkind

Genere: , ,

Durata: 44 min.

Etichetta: Universal Music Italia

75

Seconda fatica per i veronesi OverKind questo omonimo album che segue di tre anni l’esordio ‘Acheron’ del 2019. La musica proposta dal combo veneto si assesta su territori Hard Rock melodici, a tratti affini a certo Alternative Metal melodico come quanto proposto da band quali Alter Bridge e in parte Nickelback. Gli OverKind non sono però una mera copia di queste band da grandi numeri, è bene specificarlo subito, ma sanno il fatto loro, coniugando buon gusto melodico alle evidenti influenze che caratterizzano la crescita personale e musicale dei componenti della band, con l’aggiunta di varie altre sfumature della musica del passato che innegabilmente sono entrate nelle corde dei Nostri.
Si prenda ad esempio l’opener ‘Waiting For Your Time’ che rimanda ai Metallica epoca ‘Load’ e ‘Reload’ soprattutto sull’uso della voce e delle chitarre, ma con un più ricercato gusto melodico che dona al brano elementi più raffinati di quanto fecero i Metallica oltre vent’anni fa. ‘Impulsive Ail’ apre invece con un guitar riff tipicamente Hard Rock, a tratti quasi riconducibile a certo Blues/Rock sudista – peculiarità che ritroviamo un po’ in tutti i brani -, nel quale si inserisce un cantato ispirato su un Groove chitarristico sempre crescente e particolarmente interessante. ‘There’s A Light’ è un mid-tempo semplice ma efficace, con un arpeggio di chitarra iniziale che fa ben sperare per un’apertura e una spinta più rock che giunge gradatamente. ‘186 Steps’ invece ci grazia con riff più incisivi e granitici, quasi a volerci raccontare che un certo metal si è insinuato nelle corde degli OverKind. ‘Drowning Our Fire’ rallenta il tiro e ci conduce entro i confini della ballad semiacustica, un brano sognante caratterizzato dagli arpeggi della chitarra, dal cantato evocativo e da alcuni cori in sottofondo che rendono l’ascolto rilassante eppure ipnotico. Di primo acchito l’ascolto rimanda al Post Grunge di band come i Puddle Of Mudd, giusto per capire in quali zone più o meno ci troviamo, ma si sentono inequivocabilmente echi degli Alice In Chains e, sembrerà strano, la voce di Andrea Zamboni mi ha ricordato quella di Vincent Cavanagh degli Anathema, vuoi per le atmosfere generate, vuoi per la delicatezza del suo stile. Con ‘Hate Broken’ si torna a scavare nei solchi dell’Hard Rock più tagliente con una melodia che entra in testa e difficilmente ne uscirà. Vi ritroverete a canticchiarne il refrain in un nanosecondo. Da segnalare anche lo splendido riff di chitarra. Basso e batteria sono molto presenti ma riescono a non spiccare troppo sul tessuto musicale a favore invece della voce e della chitarra, di fatto gli elementi portanti di tutto l’album, e ciò è sicuramente un punto a favore per gli OverKind che dimostrano di essere in grado di dosare l’utilizzo degli strumenti a favore della forma canzone. ‘I Will Rise’ è un’altra ballad in cui un pianoforte rende più sofferte le atmosfere del brano, a mio avviso un vero capolavoro, di sicuro il punto più alto dell’intera release.
I rimandi vanno sempre a certe band Alternative Rock dell’ultimo ventennio, ma qui gli Overkind toccano davvero la più profonda parte emozionale, in particolare sul guitar solo finale che immediatamente catapulta la mente a due grandi nomi dello strumento: David Gilmour e John Petrucci, per stile e gusto sopraffino. Brano assolutamente vincente. Ma non adagiatevi troppo sui suoni morbidi e suadenti di ‘I Will Rise’ perché con ‘Lockdown’ gli Overkind tornano a pestare sull’Hard Rock più solido sempre ricco di Groove e pathos. La conclusiva ‘From Beginning To End’ inizia con un arpeggio di chitarra che si trasforma dopo circa un minuto in un groove tagliente su cui si inserisce la voce. Le atmosfere sono più o meno le stesse già ascoltate nei precedenti brani, ancora con uno spiccato gusto melodico su stratificazioni sonore interessanti. Intorno al terzo minuto ci viene proposta una curiosa parte ai limiti del Prog/Metal – avete presente l’inserto del solo di basso di John Myung in ‘Metropolis Part 1’, tratta da Images & Words? – e subito dopo il brano acquista una nuova veste con l’ingresso della chitarra acustica e un cantato sorretto dai cori, una stratificazione di voci che lentamente riporta al tema portante del brano, più semplicemente Hard Rock oriented. Nuovamente un validissimo guitar riff ci conduce verso la coda del brano, in cui sarà la chitarra acustica a chiudere definitivamente il disco. ‘From Beginning To End’ è una mini suite, se così vogliamo chiamarla, in cui diversi stili si mescolano all’interno dello stesso brano e mettono in mostra le abilità della band non soltanto come musicisti, ma anche come artigiani nella costruzione di un’idea che spazi all’interno di differenti espressioni musicali. Al top dell’ascolto insieme alla già citata ‘I Will Rise’.
Nel complesso ‘Overkind’ è un buon album di Hard Rock melodico che si lascia ascoltare piacevolmente nonostante, e questa è l’unica critica che mi sento di esternare, in alcuni frangenti la band pare spinga troppo poco, o forse si tratta soltanto dell’impressione che si ha nell’attendere un’apertura in direzione di territori più marcatamente Metal che è bene ricordarlo qui non si troveranno. Qui dentro c’è Hard Rock e melodia, e tanto basti per gustarsi tre quarti d’ora di straordinaria musica. C’è un futuro tutto da scrivere e gli OverKind hanno le carte in regola per costruirlo sapientemente. Complimenti.

Tracklist

01. ‘Waiting For Your Time’

02. ‘Impulsive Ail’

03. There’s A Light’

04. ‘186 Steps’

05. ‘Drowning Our Fire’

06. ‘Hate Broken’

07. ‘I Will Rise’

08. ‘Lockdown’

09. ‘From Beginning To End’

Lineup

Andrea Zamboni: Vocals & Keyboards

Riccardo Castelletti: Guitars

Filippo Zamboni: Bass

Niccolò Fracca: Drums