Ghost – Impera
Il 01/08/2022, di Andrea Lami.
Gruppo: Ghost
Titolo Album: Impera
Genere: Hard Rock, Heavy Metal, Melodic Heavy Metal
Durata: 47 min.
Etichetta: Loma Vista Recording
Con un po’ di ritardo, parliamo dei Ghost, la new sensation conclamata degli ultimi anni. Proprio per il tanto parlare di questa band, mi ero avvicinato ai Ghost qualche anno fa ma, complice anche il look trasgressivo e il non essermi innamorato delle canzoni, ho lasciato perdere. Però il clamore, anche tra amici, di questo ultimo album, mi ha spinto a riprendere in mano il discorso per eventualmente rivedere il giudizio.
Con questo umore mi sono avvicinato a ‘Impera’ e devo ammettere che già al secondo ascolto in pratica ero conquistato al 100%. Potenza e melodia si fondono in maniera perfetta creando un equilibrio dal quale è impossibile non esserne travolti. Se poi ci si aggiunge un pizzino (anche più di un pizzico) di atmosfera eighty il gioco è fatto. La mia incredulità iniziale era proprio dovuta al fatto che mixare quelle sonorità volutamente ottantiane col metal pensavo fosse abbastanza difficile ed invece non è stato così, la dimostrazione sono brani come ‘Spilways’ le cui tastiere riportano alla mente il melodic rock alla Bon Jovi per fare un nome famoso oppure ‘Griftwood’ il cui riff di chitarra non solo vi ammalierà, ma se si ha una mente abbastanza elastica lo si può avvicinare ai lavori dell’immenso Eddie Van Halen. ‘Kaisarion’ è già una chicca, sia per la carica espressa, ma anche per le soluzioni melodiche, i cambi di tonalità. Insomma ha tutto per rimanere in testa all’ascoltatore. ‘Call Me Little Sunshine’ è un midtempo che inizia con un arpeggio di chitarra che richiama i migliori Metallica mentre ‘Watcher In The Sky’ più l’ascolto e più mi sembra un brano dei Rage ma anche dopo vari controlli non è così. Il livello delle composizioni è decisamente alto per un album che lascerà sicuramente il segno non solo nella discografia della band.
Una delle cose belle della musica è che quando ti conquista, il resto va a quel paese. Se prima il vestirsi da sacerdote mi sembrava una cosa ridicola oltre ad essere l’ennesima mossa commerciale per far parlare di sé, oggi, dopo aver ascoltato, analizzato ed apprezzato le canzoni, non mi frega più di come si vestirà Tobias. Mi interessa la musica, come sempre. Vi aggiungo due ultime annotazioni che potrebbero interessarvi, una relativa ai testi che a quanto ha dichiarato Tobias, trattano della vita di un impero, quindi ascesa, splendore fino ad arrivare al declino/distruzione. L’altra è alla copertina che se all’inizio non mi aveva colpito, ascoltando il disco mi sono fermato ad osservarla nei particolari senza fermarmi all’ovvio richiamo della posizione delle mani che ricorda volutamente il celebre esoterista Crowley.
Tracklist
01. Imperium
02. Kaisarion
03. Spillways
04. Call Me Little Sunshine
05. Hunter’s Moon
06. Watcher In The Sky
07. Dominion
08. Twenties
09. Darkness At The Heart Of My Love
10. Griftwood
11. Bite Of Passage
12. Respite On The Spital Fields
Lineup
Papa Emeritus IV (Tobias Forge): voce
Papa Emeritus Zero/Papa Nihil: sassofono
Nameless Ghoul Aether (Chris Catalyst): chitarra ritmica
Nameless Ghoul Alpha (Per Eriksson): chitarra solista
Nameless Ghoul Water (Cos Sylvan): basso
Nameless Ghoulette Air (Laura Scarborough): tastiera, cori
Nameless Ghoulette Cirrus (Mad Gallica): tastiera, tamburello e cori
Nameless Ghoul Earth (Hayden Scott): batteria