Mors Principum Est – Liberate the Unborn Inhumanity
Il 09/04/2022, di Alessandro Ebuli.
Gruppo: Mors Principium Est
Titolo Album: Liberate the Unborn Inhumanity
Genere: Death Metal
Durata: 57 min.
Etichetta: AFM Records.
‘Liberate the Unborn Inhumanity’ è il nuovo album dei melodic deathmetallers Mors Principum Est. L’ottava fatica dei finlandesi non è un disco di inediti, ma una rivisitazione di tredici brani estrapolati dai primi tre album del gruppo e totalmente riregistrati, con nuovi mix e mastering. Il nuovo disco racchiude all’interno del proprio titolo quelli delle prime tre uscite del gruppo: ‘Inhumanity’ del 2003, dal quale vengono ripresi ‘Eternity’s Child’, ‘Inhumanity ‘, ‘Life In Black’ e ‘The Lust Called Knowledge’; ‘The Unborn’ del 2005, da cui provengono l’omonima ‘The Unborn’, ‘Pure’, ‘Two Steps Away’ e ‘Fragile Flesh’; infine ‘Liberate=Termination’ del 2007, dalla cui tracklist vengono recuperati ‘The Animal Within’, ‘Cleansing Rain’, ‘Finality’. A questi vanno ad aggiungersi ‘Valley of Sacrifice Part 1 e 2’ provenienti dal secondo demo del 2001.
Per la formazione il cantante Ville Viljanan richiama in line-up i chitarristi originari nonché cofondatori del gruppo Jori Haukio e Jarko Kokkoo ai quali si aggiunge Teemu Heinola al basso e il nuovo arrivato Marko Tommila a sedere dietro le pelli.
‘Liberate the Unborn Inhumanity’ si presenta da solo. Chi conosce a menadito i dischi della band sa già che si troverà al cospetto di brani dal suono death metal classico; chi invece non conosce le opere dei Mors Principium Est, in particolare i tre album oggetto di rivisitazione in questa sede, scoprirà una band con radici ben piantate in quei suoni nordici caratterizzati da potenza, velocità e produzione cristallina. Registrato agli Ansa studios e nello studio personale di Jori Haukio ‘Liberate the Unborn Inhumanity’ in effetti è composto nella sua totalità da questi tre elementi fondamentali e c’è da dire che il lavoro di mix e mastering ha donato ulteriore qualità a brani che già al tempo della loro pubblicazione avevano ricevuto commenti positivi e conquistato il pubblico. Operazioni di questo tipo tendono a lasciare un po’ di amaro in bocca, del resto si sa quanto il sentimento nostalgico spesso si impadronisca degli artisti e li trasporti indietro nel tempo a istanti che non torneranno più. In questo caso l’esperimento è invece riuscito perfettamente e non odora di vecchio, perché oltre ad assistere ad una reunion del gruppo le canzoni hanno acquisito una nuova giovinezza a distanza di anni. Sembra addirittura si tratti di brani scritti ex novo. Inoltre, stiamo parlando di canzoni di tutto rispetto: prendete ad esempio The Lust Called Knowledge’, dal tiro rabbioso e diretto come un pugno nello stomaco; oppure ‘Eternity’s Child’, esplosiva a partire dall’iniziale stop&go; o ancora ‘The Unborn’, che dalle prime note fa intuire un crescendo ingannatore sorretto da cori fino ad un rabbioso drumming in doppia cassa. Le due parti di ‘Valley Of Sacrifice’ sono proiettili di death metal Old School, e qui risplendono di una nuova veste sonora che finalmente a distanza di anni rende merito alla qualità delle composizioni che in origine, probabilmente a causa della registrazione non propriamente pulita, si avvicinava di più ad uno stile vicino al black metal. Ancora ‘Two Steps Away’ marcia diritta come un fuso con un growling ancora più marcato che in passato, ‘Inhumanity’ è una botta di adrenalina che lascia con il fiato sospeso, mentre ‘Pure’ ha un crescendo con una struttura di doppia cassa e tappeto di tastiere da manuale. ‘The Animal Within’ sprizza potenza animale da ogni nota, ‘Life In Black’ esplora territori più cari al prog metal soprattutto nell’utilizzo delle chitarre, ma il growl e la doppia cassa non lasciano troppo spazio a interpretazioni personali. Questo è death metal duro e puro, come in ‘Fragile Flesh’ in cui lo spazio per respirare è davvero limitato. Conclude la (re)release ‘Valley Of Sacrifice Part 2’ che a mio avviso e soprattutto grazie al tappeto di tastiere e la doppia cassa esasperata rimandano al black metal di fine anni novanta, come detto in precedenza.
Insomma, ‘Liberate the Unborn Inhumanity’ è un signor disco, una summa di ciò che di meglio i Mors Principium Est hanno composto nei primi anni della loro carriera. Se non si aggiudica un Otto è soltanto perché composto da brani editi, ma siamo di fronte a qualcosa di più di un semplice greatest hits.
Bravi, bravissimi Mors!
Tracklist
01. ‘Cleansing Rain’
02. ‘Eternity’s Child’
03. ‘The Unborn’
04. ‘The Lust Called Knowledge’
05. ‘Valley of Sacrifice Part 1’
06. ‘Finality’
07. ‘Two Steps Away’
08. ‘Inhumanity ‘
09. ‘Pure’
10. ‘The Animal Within’
11. ‘Life In Black’
12. ‘Fragile Flesh’
13. ‘Valley of Sacrifice Part 2’
Lineup
Ville Viljanan:Vocals
Jori Haukio: Guitars, Programming
Jarkko Kokko: Guitars
Teemu Heinola: Bass
Marko Tommila: Drums