Subterranean Masquerade – Mountain Fever
Il 07/04/2022, di Roberto Sky Latini.
Gruppo: Subterranean Masquerade
Titolo Album: Mountain Fever
Genere: Oriental Metal, Progressive Metal
Durata: 54 min.
Etichetta: Sensory Record
Nuova uscita per questa stupenda formazione israeliana prog-metal molto eclettica. Quarto full-lenght dal 2005, quindi poca prolificità, però se questa è la qualità, non serve tanta carne al fuoco e può andar bene così. Etnicità orientale, metal estremo, passaggi settantiani, hard rock di stampo tradizionalista, ma tutto miscelato con abile cognizione di causa. Se vogliamo usare il termine “originalità”, esso è adeguato, sebbene molte volte siano prese modulazioni tipiche di musicisti famosi in maniera molto fedele all’originale. Altri termini di genere musicale che potrebbero descriverli è Alternative o World-Music, ma c’è dentro anche heavy classico e piccoli sprazzi di assolo jazz. Sono diversi, questo è certo; seguono una strada personalissima con quella bravura compositiva che rimane al 100% accattivante e funzionale. Nessun momento di stanca, nessun momento di flessione.
Il primo brano ‘Snake Charm’, lo spirito hard con l’orecchiabilità dei Cult, colpisce subito per fluidità e libertà emotiva. ‘Mountain Fever’ è un pezzo che fa sorridere perché inizia con una caratteristica folkeggiante da festa sudamericana comprensiva di strumenti a fiato, poi il cantato e i cori vibrano di calma rock orecchiabile con un ritmo cadenzato che nell’insieme diventa accattivante e strano, ed imprevedibilmente si spezza in un percussionismo da tipico ballo orientaleggiante. Suadente una ‘Inward’ che nella parte strumentale iniziale sembra il gruppo italiano della PFM per un prog più classico tra tastiere e chitarrismi quasi vintage, facendo la sinuosa e comportandosi con espressività luminosa anche inserendo il growling, poi nella seconda metà si cambia registro con un afflato più scuro e sostituendo l’assolo chitarristico con uno di sax, senza perdere un briciolo di fascino. Difficile esentarsi dal descrivere i singoli pezzi, dato che ognuno è così peculiare da vivere di luce propria. ‘Somewhere I Sadly Belong’ canta all’inizio tutto in screaming (successivamente alternando Scream con Growl) senonchè il ritornello appare un soul corale davvero diverso. Quando arriva ‘The Stillnox Oratory’ si rimane stupefatti della voce che sembra quella di un David Bowie resuscitato, ma non solo per l’ugola, anche il brano musicalmente contiene tanto della sua estetica; pezzo notevole che stilla passione e sentimento; da brividi.
La trama è costellata di momenti inaspettati, le ibridazioni sono così diverse e nello stesso tempo così ben riuscite che l’apparentemente inconciliabile diventa conciliabile. Possiamo trovare dei collegamenti con i compaesani Orphaned Land guardando al lato estremo e a quello orientale, ma in realtà l’approccio è completamente diverso. Negli Orphaned Land le inserzioni culturali si embricano con una certa organicità, nei Subterranean invece sembrano destrutturarsi per contrastarsi fra loro e da questo nasce una interessante dinamismo schizofrenico molto divertente. In realtà le parti si alternano con efficace emozionalità funzionando in maniera curiosa ma alla fine legata. Il cantante è in grado di gestire tanta diversa tipologia di espressione, passando da morbide evoluzioni a graffianti esternazioni estreme, con in mezzo una voce pulita che cambia toni e volumi, passando anche per un falsetto alla Muse; davvero un artista poliedrico che vive di ricchezza caratteriale. Disco di grande valore che merita altissimo voto. E’ un lavoro sapiente ma anche passionale, senza accostarsi troppo ad altre realtà, in un unicum davvero brillante.
Tracklist
01.Snake Charmer
02.Diaspora My Love
03.Mountain Fever
04.Inward
05.Somewhere I Sadly Belong
06.The Stillnox Oratory
07.Ascend
08.Ya Shema Evyonecha
09.For The Leader, With String Music
10.Mangata
Lineup
Davidavi Dolev: vocals
Tomer Pink: guitar
Or Shalev: guitar
Omer Fishbein: guitar
Shai Yallin: keyboards
Golan Farhi: bass
Jonathan Amar: drums