Rhapsody Of Fire – Glory For Salvation
Il 20/12/2021, di Gianfranco Monese.
Gruppo: Rhapsody Of Fire
Titolo Album: Glory For Salvation
Genere: Power Metal
Durata: 66 min.
Etichetta: AFM Records
Distributore: Audioglobe
Come il Nu Metal, per molti anche il Power Metal ha fatto il proprio tempo. Ricordo ancora i commenti attorno a me quando vidi i Rhapsody Of Fire aprire per gli Iron Maiden (assieme a The Raven Age e Tremonti) a Trieste il diciassette luglio 2018 durante il ‘Legacy Of The Beast European Tour’: c’era chi pensava che, come genere, quello proposto dal quintetto triestino fosse finito.
Resto ancora incredulo ripensando a ciò, innanzitutto perché quel pomeriggio la band regalò una prestazione davvero convincente, dimostrazione che, nonostante le vicissitudini passate (ricordiamo lo split avvenuto nel 2011 dal chitarrista, e membro fondatore, Luca Turilli, e nel 2016 dal cantante Fabio Lione [ora entrambi nei Turilli/Lione Rhapsody], con il solo Alex Staropoli come unico membro originale e storico dei Rhapsody che furono), era più coesa che mai, e a maggior ragione con la voglia di riscatto iniziata due anni fa con la pubblicazione di ‘The Eighth Mountain’, primo, convincente, capitolo della trilogia intitolata ‘The Nephilim’s Empire Saga’. La prima novità che riscontriamo in ‘Glory For Salvation’, tredicesimo album in studio del gruppo oltre che parte centrale della trilogia, concerne la line up, con l’ingresso del batterista Paolo Marchesich al posto del tedesco Manuel Lotter: entrata che regala una formazione nuovamente 100% italiana, oltre che per quattro quinti triestina. La seconda novità è che, rispetto al suo già valido predecessore, questa volta la band riesce nell’intento di alzare ulteriormente l’asticella, non giocando spesso con l’immediatezza, ma regalando un prodotto che necessita di più ascolti, molto curato nei dettagli e nelle strutture. Infatti ‘Son Of Vengeance’, seppur un’opener, non procede spedita come, ad esempio, le passate ‘Emerald Sword’ o ‘Dawn Of Victory’, eppure, grazie alle orchestrazioni di Staropoli e a un gran lavoro d’insieme, non risulta meno epica di quanto prodotto in passato. ‘The Kingdom Of Ice’ è un piacevole crescendo che ci trascina verso il trademark della band, con un ritornello che farà felice la vecchia guardia. Personalmente, la title-track è uno dei capolavori dell’album, tra cori epici, una prova maiuscola di Voli e la chitarra di De Micheli a stendere un tappeto sonoro in grado di cucire quanto orchestrato da Staropoli. L’intro ‘Eternal Snow’ apre i cancelli alla “celtica” ‘Terial The Hawk’, brano dalle tinte Folk cugino di ‘The Village Of Dwarves’ (da ‘Dawn Of Victory’ [2000]), che alleggerisce l’ascolto, smorzando le complessità di chi lo precede e di chi lo segue. Con ‘Maid Of The Secret Sand’, infatti, il quintetto torna alla ribalta, Marchesich fa viaggiare la sua doppia grancassa “a elicottero”, mentre le strofe sono sapientemente cadenzate, creando così un pathos che trova nei ritornelli così come nel ponte (02:51) non un punto d’arrivo, ma il giusto prosieguo. ‘Abyss Of Pain II’ è un altro dei capolavori (forse il capolavoro) del disco: nel suo lungo minutaggio troviamo un’epicità tanto sontuosa quanto cupa, solleticata dalla prova di Voli, che abbina cattiveria a passaggi solenni (in italiano), fino alla conclusione data dal pomposo ritornello. Notevole (ancora) De Micheli, abile qui, come lungo tutto il disco, nel sapersi mettere in luce come, al tempo stesso, a servizio della band, con soluzioni mai smisurate ma notevoli per la buona riuscita del lavoro finale. Già dal titolo, con ‘Infinitae Gloriae’ si torna al classico stile che per anni ha definito la band, mentre la semi ballad ‘Magic Signs’ (presente nelle due bonus tracks in italiano [‘Un’Ode Per L’Eroe’] e spagnolo [‘La Esencia De Un Rey’]), colpisce per lo sfarzo che raggiunge nei ritornelli: sugli scudi nuovamente Voli, in grado di regalare con la sua voce varie sfumature al pezzo, quando chiunque si sarebbe aspettato una semplice prova lineare, facendo passare ‘Magic Signs’ come riempitivo. Chiudono l’album i due singoli estratti, ‘I’ll Be Your Hero’ e ‘Chains Of Destiny’ (di quest’ultima su YouTube potete vedere il video ufficiale), in quanto tali più orecchiabili e, quindi, in grado di attenuare piacevolmente il disco (fossero stati sostituiti da pezzi più complessi, essendo posizionati in fondo avrebbero rischiato di annoiare). Giunti alla fine, una considerazione personale: bisogna ringraziare la perseveranza di Staropoli, e con lui il prezioso contributo del resto dei musicisti (tecnicamente ineccepibili), se ad oggi la band non solo è ancora tra noi, ma vince e convince. Perchè, assieme al suo predecessore, ‘Glory For Salvation’ è la prova che non solo il Power Metal, e con lui i Rhapsody Of Fire, è più vivo che mai, ma che nonostante il passare degli anni lo si può ancora comporre con originalità e floridezza, stando di conseguenza al passo con i tempi. Ora, curiosità ed aspettative per il terzo, conclusivo, capitolo della ‘The Nephilim’s Empire Saga’, non possono che essere alte.
Tracklist
01. Son Of Vengeance
02. The Kingdom Of Ice
03. Glory For Salvation
04. Eternal Snow
05. Terial The Hawk
06. Maid Of The Secret Sand
07. Abyss Of Pain II
08. Infinitae Gloriae
09. Magic Signs
10. I’ll Be Your Hero
11. Chains Of Destiny
Bonus Tracks:
12. Un’Ode Per L’Eroe
13. La Esencia De Un Rey
Lineup
Giacomo Voli: vocals
Roberto De Micheli: guitars
Alex Staropoli: keyboards
Alessandro Sala: bass
Paolo Marchesich: drums