Eldritch – EOS
Il 02/12/2021, di Gianfranco Monese.
Gruppo: Eldritch
Titolo Album: EOS
Genere: Power Metal, Progressive Metal
Durata: 67 min.
Etichetta: Scarlet Records
Distributore: Audioglobe
Ascoltare il materiale degli Eldritch, nuovo o datato che sia, l’ho sempre ritenuto per intenditori oltre che buongustai. Intenditori, perché quanto proposto dalla band nell’arco della sua longeva carriera (quest’anno si festeggiano i trent’anni dal demo ‘Reflection Of Sadness’), oltre a necessitare di più ascolti, si è costantemente evoluto, facendo dell’abitudine un sostantivo nemico. Buongustai, perchè collegandomi a quanto scritto precedentemente, credo che il gruppo Power Progressive originario di Livorno sia una gemma nel panorama Metal europeo. Guidati dai sempre fedeli Terence Holler (voce) ed Eugene Simone (chitarra), la prima novità che ci viene consegnata dal dodicesimo album in studio ‘EOS’ sono due cambi di line up: l’arrivo al basso di Dario Lastrucci, ma soprattutto il ritorno del talentuoso Oleg Smirnoff alle tastiere (già nella band tra il 1991 ed il 1999 e di cui ricordiamo partecipazioni in gruppi come Death SS, Vision Divine ed oggi, assieme proprio agli Eldritch, Shining Black e Labyrinth), la cui classe trova qui più vie di sfogo, sia soliste che a servizio del sestetto. Dopo la breve intro ‘Dead Blossom’, è con ‘Failure Of Faith’ che i nostri già ci indicano la via che intraprenderà ‘EOS’, tra virtuosismi mai banali e una compattezza che, a partire dalla determinata prova di Holler, trabocca di idee e fantasia. Il primo singolo estratto ‘Cry Of A Nation’ è variopinto grazie alle sue armonie, mentre il secondo singolo (e video) estratto ‘Circles’, con spruzzate Nu Metal, abbina la voglia degli Eldritch di suonare con classe, ad un’accessibilità che non tutti sanno regalare; ottima la scelta degli effetti di tastiera (00:53), così come pregevoli sono gli assoli di basso e chitarre. Con ‘No Obscurity’ i ritmi vengono rallentati senza, per questo, che la qualità si abbassi, in quello che, nonostante il titolo, è un brano dalle tinte dark. ‘Sunken Dreams’, dato anche il notevole minutaggio, è la canzone dall’appeal più Prog dell’intero lotto: a voi coglierne tutte le complesse sfumature ed indoli nei suoi undici minuti abbondanti, non resterete per niente delusi. ‘Fear Me’, personalmente, lo ritengo un brano incredibile per come, nonostante la sua complessità, in appena sei minuti e mezzo sia riuscito a insinuarsi nella mia testa; forse l’esempio più evidente di come gli Eldritch riescano ad essere accessibili pur suonando divinamente (ascoltatevi l’inaspettata sterzata che ha inizio a 02:39). ‘I Can’t Believe It’, ballad del disco, è mesta grazie a quanto costruito dal pianoforte, da armonie elettroniche ma soprattutto da un Holler sugli scudi, anche nelle seconde voci: sicuramente la canzone più accessibile di ‘EOS’, dimostrazione di coesione da parte del sestetto nel regalare un altro, diverso, eppur efficace brano. Si torna a premere sull’acceleratore con ‘The Awful Closure’, tra le migliori combinazioni Power/Progressive del disco, mentre la camaleontica title-track, con il suo puzzle d’intrecci e cambi tempo, come ‘Sunken Dreams’ necessita di più ascolti per essere apprezzata. Personalmente, l’ultimo pezzo della tracklist (e cover di Bon Jovi) ‘Runaway’, anche perché molto simile all’originale (ed in questo, gran merito va dato nuovamente alla voce), potete considerarla una bonus track, una piacevole aggiunta che non alza il (già ottimo) voto di quest’album, come neanche lo affossa. Arrivati fin qui, avrete notato che non ho fatto nessun confronto con alcuna band (seppure i Symphony X potrebbero essere i più papabili), perché ritengo gli Eldritch unici; non a caso, se già possedete ‘EOS’, credo che avrete constatato come, piuttosto che tornare ai dischi più osannati del gruppo, coerentemente prosegua la maturazione del suo recente passato (soprattutto con il predecessore ‘Cracksleep’ del 2018), motivo per il quale, passati i trent’anni di carriera, è doveroso dare agli Eldritch, come al Metal italiano, i giusti meriti, senza continui paragoni con l’estero, solo apparentemente ed ostinatamente ritenuto migliore. Di questo 2021 ci ricorderemo di come l’Italia sia uscita vittoriosa in vari campi, e personalmente, se a gennaio i Labyrinth, con il loro ‘Welcome To The Absurd Circus’ (sempre Smirnoff alle tastiere), hanno inaugurato l’anno con il botto, con ‘EOS’ gli Eldritch lo stanno chiudendo altrettanto egregiamente.
Tracklist
01. Dead Blossom
02. Failure Of Faith
03. The Cry Of A Nation
04. Circles
05. No Obscurity
06. Sunken Dreams
07. Fear Me
08. I Can’t Believe It
09. The Awful Closure
10. EOS
11. Runaway
Lineup
Terence Holler: vocals
Eugene Simone: guitars
Rudj Ginanneschi: guitars
Oleg Smirnoff: keyboards
Dario Lastrucci: bass
Raffahell Dridge: drums