Mindfar – Prophet Of The Astral Gods

Il 05/07/2021, di .

Gruppo: Mindfar

Titolo Album: Prophets Of The Astral Gods

Genere:

Durata: 66 min.

Etichetta: Underground Symphony

82

In un panorama musicale così pieno di uscite discografiche è bello ancora trovare dischi pieni di vitalità e di ricchezza. E che questo alto livello si trovi diffusamente anche in Italia è segno ormai di una internazionalità culturale divenuta patrimonio condiviso. Il progetto Mindfar del compositore Armando De Angelis, positivamente pignolo ed estremamente ispirato, è un prodotto italico che si avvale però di musicisti anche stranieri per esecuzioni studiate minuziosamente. Il suono parte con ispirazioni prog-hard anni ‘70 ma è un disco che denota l’appartenenza alla modernità perché è stato pensato inserendo particolarità che fanno parte del patrimonio metallico sviluppatosi nei periodi successivi a quel decennio. Il lavoro è un concept ma ciò non ha intaccato fluidità e freschezza, per un lavoro molto studiato che appare scorrere in maniera naturale. Nonostante la descrizione narrativa dell’insieme, ogni traccia ha un potere espressivo personale che può essere goduto anche singolarmente. Il concept che analizza momenti storici, è interessante e utilizza personaggi simbolo per rappresentare le pulsioni, negative e positive, dell’umanità.
Dopo l’intro ‘Civilization War’, che non è la solita roba anonima per aprire l’album, è particolare la traccia ‘Keeper Of Your Destiny’ che possiede molto del carattere da musical ma anche della verve enfatica dei britannici Magnum; è forse il cantato che può rimanere più in testa per la sua accattivante particolarità. Tra i brani più seriosi e moderni, e quindi meno settantiani, troviamo ‘The Eye Of Ra’ che rifacendosi all’antico Egitto possiede un che di orientale senza però divenire un’estremo folkloristico, ma anzi prendendo da quei middle-time dal cantato epico tanto caro a Ronnie James Dio, questo afflato Heavy prosegue ammorbidendosi verso una ariosità ben più luminosa, per un pezzo al 100% progressive, e nel complesso rendendo il pezzo piuttosto variegato. Nella stessa categoria seriosa va inserita ‘One Prophet’ che inizia però in senso cinematico; c’è una certa rarefazione controbilanciata da un riff distorto suonato in senso materico più roccioso, ma i successivi vari cambiamenti la rendono complessa e non vi troviamo un solo stato d’animo, e anche il cantato leggero vi ha la sua pregnanza significativa. In ogni traccia troviamo piccole gemme sonore, ma questi inserimenti peculiari non sono così evidenti come in ‘Sent From The Stars’ dove la batteria si diverte a fare un giochetto ripetuto sui piatti fra una strofa e l’altra diventando elemento forte, caratterizzante il pezzo, più anche della linea melodica; è il segno di una impostazione che tende a valorizzare ogni aspetto delle song. Interessante la traccia ‘Rapsodia’ che potrebbe essere considerata “musica da camera rock” perché vive di una struttura simil-classica con anche strumenti elettrici oltre che ad arco, in grado di ampliarne la visione descrittiva. ‘Heroes And Wonders’ è un pezzo che si divide nella cavalcata iniziale e nella parte soft finale come momento fra i più semplici ma non certo semplicistico perché come gli altri esprime pluralità d’intenti. Proprio la mutazione sonora delle singole tracce è una caratteristica vincente dell’impostazione voluta dal compositore. Non ci sono filler, c’è un fascinoso procedere attimo per attimo che può essere fruito persino gustando anche singole parti di una sola canzone.
Se il sottoscritto ha sentito influenze alla Kansas o alla Styx, non mancano inflessioni anni ottanta alla Savatage, ma la durezza metal presente viene spesso armonizzata con voci di stampo sinfonico o prog che rendono più morbida e suadente una serie di passaggi ed evoluzioni dove anche accordi e inserti strumentali si divertono a rendere corposo il feeling così da non perdere tonicità umorale. La composizione e gli arrangiamenti sono così ricchi che non c’è mai un momento di stanca, in quanto l’intelligenza di scrittura ha fatto sì che tutto fosse incastrato con estrema linearità. La grande mole di informazioni sonore non rende artificiosa alcuna sezione dell’ascolto. L’equilibrio fra tastiere e chitarre è perfetto, e la batteria è uno degli elementi da considerare assolutamente efficace per sostenere la struttura, drumming che comunque non appare soltanto sostegno ma personalità di carattere. Naturalmente su tutto svettano le linee vocali e le diverse cinque voci che accompagnate da cori, intrecci e stratificazioni, danno sapore ad un già ricchissimo piatto musicale. La pienezza espressiva di questa metal-opera non diviene mai difficile da seguire, anche se non viene afferrata subito tutta al primo ascolto. La bravura della mente attenta di De Angelis è quella di capire dove ogni punto va iniziato e finito, davvero sembra che niente sia fuori posto, né che sia ridondante o complicato.

Tracklist

01. Intro – Civilization gift
02. Keeper Of Your destiny
03. The Eye Of Ra
04. Heroes And wonders
05. One prophet
06. Sent From The stars
07. Walls
08. Beyond The Edge Of The world
09. Revolution
10. Rapsodia
11. Spirits Of War
12. Ascended To divinity

Lineup

Armando De Angelis: Music and arrangments

Ignacio Rodriguez as The Prophet: vocals
Claudia Beltrame as The Oracle:vocals
Anders Skold as The Dictator: vocals
Guido Macaione as The Messiah: vocals
Tom Vidar Salangli as The Sailor: vocals

Alex Mele: guitar
Gialuca Carlini: guitar
Andrea De Paoli: keyboards
Micael Branno: bass
Manuele Di Ascenzo: drums
Alessandro Battini: orchestral arrangements