Animal House – Living In Black And White
Il 13/05/2021, di Roberto Sky Latini.
Gruppo: Animal House
Titolo Album: Living In Black And White
Genere: Heavy Metal
Durata: 36 min.
Etichetta: Punishment 18 Records
Nonostante la band si descriva come una pericolosa comitiva di rumorosi bevitori, la loro musica, pur pienamente heavy metal, è piuttosto raffinata e gentile. Sì, perché l’impostazione ricalca la tradizione e la verve degli anni Ottanta, ma non quella quadrata degli Accept o quella più blues-rock di Saxon e Tygers Of Pan-Tang; questa combo sembra preferire l’input americano, ispirato qualche volta dai Riot, ma con uno stile piuttosto elegante. A testimoniare ciò, solo due degli otto brani richiamano alla mente sonorità power, prediligendone globalmente le atmosfere, con buone basi fondate sulle linee vocali. Si tratta di una combo dalle caratteristiche giovanili, nonostante la maturità che questo full-lenght dimostra. I croati Animal House hanno esordito nel 2011 e in dieci anni la loro esperienza si è notevolmente arricchita grazie alle performance concertistiche. Nella loro musica si percepisce la forza della consapevolezza, quella tipica del metallaro classico, di cui si sentono giustamente fieri.
I primi tre brani sono i migliori, in quanto a linee melodiche e ampiezza evocativa del sound. La scelta del pezzo d’apertura ‘Need To Be Me’ confermata che la musica del disco non cerca un impatto violento, anzi, la partenza ha un’essenza descrittiva ed emozionale. Il secondo pezzo è ‘The Ghost Of The Loniless Man’, che parte maideniana e si evolve in un sound americaneggiante. Il terzo episodio, ‘The Only Way To Live’, è forse quello più spinto in senso riflessivo e riesce a farsi accattivante con suadenza. In puro power-style troviamo ‘The Man From Nowhere’, un risvolto dal timbro epico, quasi da inno, con i classici derivativi ‘wooo wooo ho ho’ che sempre fanno effetto in una canzone di questo tipo. Se il riffing di ‘Beyond Your Fate’ è serrato alla Judas Priest, il coro e il ritornello si aprono ad ariose note che rimangono stampate in testa portando l’ascoltatore ad alzare il pugno e cantare. Segue la frizzante ‘Eyes Of Revenge’, che scorre veloce metà Gamma Ray e metà Riot V, anche qui con un tocco d’epicità regalatoci dal ritornello. Ben fatta e anche interessante la ballata ‘Living In Black And White’ anche se si avverte la mancanza della scintilla che colpisce in profondità, ma ha i marchi tipici del metal e la sua sofficità non suona mai banale. Si stacca leggermente dal contesto ‘Bintars’, scritto nel 2019 per i bikers, inno festoso e allegro che proprio perché divertente non pregiudica l’album.
Con un altro arrangiamento le sonorità avrebbero avuto un altro tipo di irruenza, i riff tipici del metallo arrembante ci sono tutti, ma la band ha virato verso suoni più eleganti e più raffinati, inoltre l’ugola non urla mai, ma canta con grande enfasi, talvolta in modo epico. Il timbro chiaro e pulito del singer non permetterebbe mai di essere duro come Halford o Scheepers, e meno male, perché la vocalità di Boscari è di alto spessore estetico e bisogna prendere atto che viene usata con una tecnica sempre impeccabile, sa dosare e gestire con professionalità e sicurezza la sua parte e molti ritornelli assumono connotati particolarmente incisivi e personali. Ad essere meno personali sono invece gli assoli, talvolta anche un po’ scontati, che però riescono il più delle volte a compensare con energia tagliente, incrementando il tasso metallico dell’insieme, e in ogni caso rendendosi piacevolissimi all’orecchio. Una band che ha costruito un album senza reali difetti, che rende onore al genere, e che permette anche all’ascoltatore scafato di godere bei momenti.
Tracklist
01. Need To Be Me
02. The Ghost Of The Loniless Man
03. The Only Way To Live
04. The Man From Nowhere
05. Living In Black And White
06. Eyes Of Revenge
07. Beyond Your Fate
08. Bintars
Lineup
Antonio Boscari: vocals
Carlo Venuti: guitar
Claudio “The Reaper” Livera: guitar
Thomas Titze: guitar
Andrea Attollino: bass
Massimo “Ginger” Bravo: drums