The Crown – Royal Destroyer
Il 12/05/2021, di Alessandro Ebuli.
Gruppo: The Crown
Titolo Album: Royal Destroyer
Genere: Death Metal, Thrash Metal
Durata: 46 min.
Etichetta: Metal Blade
Ritorno in grande stile con l’undicesimo album in studio per gli svedesi The Crown, quasi trent’anni di onorata carriera se consideriamo anche i primi due demos e i due album in studio targati Crown of Thorns. Il nuovo ‘Royal Destroyer’ parte a razzo con una intro di poco più di un minuto che mette subito in chiaro le cose: qui si gioca duro. Thrash e Death sono alla base della proposta della band e la lunga ‘Let The Hammering Begin!’ spara a zero senza lasciare via di scampo con una ritmica sostenuta e doppia cassa in evidenza. A tratti vicina al Black Metal più melodico, questo brano è un chiaro esempio di come si possa coniugare in circa sei minuti qualità e potenza senza scadere nei cliché più comuni regalando all’ascoltatore una gemma da ascoltare tutta d’un fiato. ‘Motordeath’ è più orientata al Death soprattutto nelle parti di chitarra a sostenere il cantato, sfumature, ben inteso, il ritmo è comunque serrato e non c’è tempo per pause di riflessione. ‘Ultra Faust’ smorza appena la furia finora ascoltata grazie a brevi pause nel complesso utili a conferire un tono più solenne al brano, siamo pur sempre al cospetto di una potente cavalcata Thrash. L’intro di ‘Glorius Hades’ ci porta verso una ritmica più lenta, quasi marziale, più Doom oriented, all’interno della quale spicca una maggiore attenzione alla parte più evocativa della composizione a sfavore della pura potenza. A metà del brano assistiamo ad un guitar solo più in linea con la NWOBHM. ‘Full Metal Justice’ si riallinea al classico Thrash veloce e spezzaossa, così come ‘Scandinavian Satan’ e ‘Devoid Of Light’, mentre ‘We Drift On’ sorprende per la scelta di rallentare vistosamente il tiro verso un brano dalle forti tinte à la Metallica, almeno nelle parti più lente e legate alla melodia della chitarra. A tratti emergono (eresia) tracce dei Trivium più “vecchi”, che poi null’altro sono che una versione edulcorata di metalcore dei Four Horsemen. ‘We Drift On’ è comunque un mid-tempo vincente che spezza la furia della release. ‘Beyond The Frail’ si avvicina molto a certi In Flames dell’epoca ‘Soundtrack Of Your Escape’, ma riesce a mantenere una propria identità grazie alla doppia cassa invadente e alle linee di chitarra, un marchio di qualità dei The Crown. La chiusura dell’album è affidata ad ‘Absolute Monarchy’ (presente come bonus track in alcune versioni del disco). Si tratta di un brano di neppure tre minuti denso del Thrash più viscerale e brutale, come del resto tutte le tracce del disco ad eccezione, come detto sopra, della più riflessiva, evocativa, fate voi, ‘We Drift On’.
Un album ‘Royal Destroyer’ da ascoltare a ripetizione perché i suoi proiettili non mancano mai il bersaglio. Una carica di questo livello sonico è assolutamente ciò di cui abbiamo bisogno in questo momento: potenza, slanci fulminei e cavalcate in doppia cassa. Fan del Thrash/Death più viscerale siete avvertiti, questo album fa per voi!
Tracklist
01. Batpized In Violence
02. Let The Hammering Begin!
03. Motordeath
04. Ultra Faust0 5. Glorious Hades
06. Full Metal Justice
07. Scandinavian Satan
08. Devoid of Light
09. We Drift On
10. Beyond the Frail
11. Absolute Monarchy
Lineup
Johan Lindstrand: Voice
Marko Tervonen: Guitar
Robin Sörqvist: Guitar
Magnus Olsfelt: Bass
Henrik Axelsson: Drums