Temple Balls – Pyromide
Il 04/05/2021, di Alessandro Ebuli.
Gruppo: Temple Balls
Titolo Album: Pyromide
Genere: Hard Rock, Heavy Metal, Melodic Heavy Metal
Durata: 44 min.
Etichetta: Frontiers
Fresco di stampa il terzo capitolo dei finlandesi Temple Balls, il nuovo ‘Pyromide’, pubblicato dalla nostrana Frontiers. Si tratta di un album dal suono corposo e senza tanti fronzoli. I Temple Balls non perdono tempo, vanno dritti al punto con undici brani dal forte impatto eighties. I riferimenti del quintetto sono vari, ma ben impressi nel loro DNA e di conseguenza nelle loro composizioni. Sto parlando di Motley Crue, Thin Lizzy, Twisted Sister, Judas Priest, Skid Row e qualche richiamo ai Dokken, oltre ad una buona dose di melodia ereditata direttamente dall’epoca d’oro dell’AOR e dell’Hair metal. La produzione del disco – non è certamente un caso – è affidata a Jona Tee, il tastierista degli H.E.A.T., una tra le band di punta del nuovo corso dell’hard melodico svedese. Si inizia con ‘Thunder From The North’ che parte spedita grazie ad un buon groove dato dalle chitarre, un brano granitico dalla forte impronta hard anni Ottanta. I presupposti per un viaggio a ritroso nel tempo ci sono tutti. ‘Long Ways, Long Lies’ mantiene il groove della traccia precedente con una maggiore attenzione alla melodia ed un refrain che in sede live farebbe saltare il pubblico. ‘T.O.T.C.’ è figlia naturale dei Motley Crue di ‘Dr. Feelgood’ con melodia e cori da manuale; ‘Fallen Youth’ presenta chitarre taglienti, ma sempre nel contesto di una azzeccata melodia in zona refrain; ‘Bad Bad Bad’ spinge verso un groove tagliente quasi ballabile e diventa un anthem da stadio che alla lunga può apparire forse un po’ ripetitivo, ma se lo scopo è quello di infondere allegria e catturare il pubblico allora qui si vince a mani basse. ‘What Is Dead Never Dies’ è un up-tempo dal forte sapore heavy metal classico, d’altronde il filo che lo unisce all’hard melodico è fin troppo sottile soprattutto nel decennio tanto amato dai Temple Balls, in cui la melodia faceva da padrona. ‘Unholy Night’ va diritta verso gli Skid Row dell’omonimo album del 1989, con chitarre taglienti ed un substrato lievemente malinconico ma pur sempre anthemico, del resto è una caratteristica di tutto l’album che ci permette di godere di un taglio compositivo adatto alla sede live. ‘Heart Of A Warrior’ inizia epica che per un attimo viene da chiedersi se si tratti dei Manowar risvegliatisi dal coma, ma si torna subito al classico hard solido e vitale al quale fino ad ora la band ci ha abituati, leggermente orientato a certi Judas Priest epoca ‘Point Of Entry’ e ‘Turbo’. ‘You Better Run’ mantiene la giusta misura in termini di groove e melodia e risulta, insieme a ‘Fallen Youth’, tra le migliori del lotto. Si arriva poi alla ballatona strappalacrime ‘If Only I Could’ che se inizialmente fa storcere un po’ il naso, va detto che tende a migliorare verso la metà della sua durata, in cui si inserisce un piacevole solo di chitarra che accompagna il brano fino alla sua naturale e dolce conclusione (sì, ho scritto dolce, ma sarebbe meglio dire sdolcinata…). Piacerà sicuramente ai metallari rockmantici. Spetta a ‘Something To Die For’ il compito di chiudere ‘Pyromide’; si tratta di un brano con meno spunti hard rispetto agli altri ascoltati fino ad ora, ma con un refrain epico costruito appositamente per rimanere impresso nella testa e che non può che rendere felici come un buon dessert a fine pasto.
Ascoltare album ben riusciti come ‘Pyromide’ in tempi di restrizioni sanitarie rende la sopravvivenza dovuta alla mancanza dei concerti ancora più difficoltosa. Certo i problemi in questo momento sono altri, ma in questa sede è giusto pensare al contesto musicale e vi assicuro che questo album ha tutte le carte in regola per diventare nel tempo un passo importante per i Temple Balls e per chi, speriamo presto, avrà la possibilità di ascoltarlo davanti al palco.
Gli undici brani qui presenti – se escludiamo la ballad ‘If Only I could’ – sono pensati per la sede live; ‘Pyromide’ è un disco fresco, godibilissimo, a tratti granitico che non delude e soprattutto è in grado di mettere d’accordo i diversi palati degli ascoltatori hard & heavy in tutte le sue sfumature. Non sarà il capolavoro della vita, ma cosa ce ne importa se è tutto scritto nel sacro verbo del Rock’n Roll.
Tracklist
01. Thunder From The North
02. Long Ways, Long Lies
03. T.O.T.C.
04. Fallen Youth
05. Bad Bad Bad
06. What Is Dead Never Dies
07. Unholy Night
08. Heart Of A Warrior
09. You Better Run
10. If Only I Could
11. Something To Die For
Lineup
Arde Teronen: vocals
Jimi Välikangas: bass
Jiri Paavonaho: guitar
Niko Vuorela: guitar
Antti Hissa: drums