Tribulation – Where The Gloom Becomes Sound
Il 29/03/2021, di Stefano Giorgianni.
Gruppo: Tribulation
Titolo Album: Where The Gloom Becomes Sound
Genere: Dark, Death Metal, Gothic Metal, Progressive Metal
Durata: 48 min.
Etichetta: Century Media Records
Distributore: Sony
Esiste una cosa che si chiama “turismo sepolcrale”. A me, quando vado in una nuova città, piace spendere qualche ora nei cimiteri, più o meno celebri, e salutare persone, più o meno celebri. Due anni fa pressoché giusti, prima che il sertovirus sconvolgesse le nostre esistenze, mi trovavo a Oslo per l’edizione (l’ultima, fino a questo momento) 2019 dell’Inferno Festival. Era il 19 aprile. Mi era saltata fuori una protrusione discale cervicale (tra C3 e C4, mi pare, dopo cerco la risposta della risonanza). Un male cane, non riuscivo ad alzare la spalla, né a dormire. Potevo solo stare in piedi a guardare i concerti (senza fare le foto, qui una fatta alzando il cellulare col braccio sinistro, quello buono) e camminare. E camminare è quello che ho fatto. Moltissimo. Di Oslo ne avevo vista la maggior parte. Ma i cimiteri, quelli no, mi mancavano. Così, una mattina, vestito come Totò e Peppino a Milano, mi dirigo al Vår Frelsers gravlund. Un caldo che in confronto Arrakis è… la Norvegia. Tanto il riscaldamento climatico non esiste, dicono alcuni. Comunque, vedo Bjørnstjerne Bjørnson, Henrik Ibsen, Christian Krohg, Edvard Munch, Rikard Nordraak e tanta altra gente, viva e morta. Soprattutto, papà che portano a spasso i bambini nelle carrozzine dentro il cimitero. “Che sepolcrale!”, ho pensato. Prima di partire e durante il tragitto ascolto i Tribulation. Era ‘Down Below’, con qualche puntata a ‘The Children Of The Night’. Gran dischi. Insomma, quel giorno ho capito che i Tribulation fanno “metal sepolcrale”. Roba che Foscolo scapoccerebbe. Roba che sarebbe bellissimo se mettessero in musica il ‘Dei sepolcri’.
Insomma, quella sera, all’Inferno, suonavano i Tribulation. Era la sera dei Ragnarok, dei Vomitory, degli Hypocrisy e soprattutto dei Mgła. Concerto sopraffino. Un Jonathan Hultén, vestito da Santa Lucia mefistofelica, che domina la scena (Hultén, a dir la verità, sembra uscire da un quadro di Munch, una di quelle figure che avanzano verso chi osserva in ‘Sera sul viale Karl Johan’, magari). Questo era il mio ultimo ricordo dei Tribulation.
Adesso siamo nel 2021, i concerti non sappiamo più dove stanno di casa, al mondo ci sono più di un milione di persone in meno e Santa Lucia è uscito dal gruppo. È uscito, però, in grande stile, con un grandissimo album, ‘Where The Gloom Becomes Sound’, dopo aver aperto il ciclo solista con ‘Chants From Another Place’. Un bel titolo, tra l’altro, questo dell’ultimo (?) Tribulation. Gloom, infatti, è traducibile con “buio, tenebre, oscurità”, ma anche con (in senso figurato) “tristezza, malinconia, tetraggine, depressione”. Addirittura, come verbo intransitivo, gloom significa “avere l’aria malinconica, depressa, rabbuiarsi”, mentre in transitivo “offuscare, immalinconire”. Ecco, i Tribulation fanno tutto questo, e lo fanno con stile. Metal sepolcrale, appunto. ‘Where The Gloom Becomes Sound’, poi, è indubbiamente la conferma del sound della band. Sì, perché i Tribulation sono in grado di fare tutto quello che esprimono le parole elencate poco sopra. Ma anche il contrario: dare una certa carica interiore, oscura, ma rinvigorente. Sono in grado di instaurare un saliscendi di emozioni. Forse con ‘Where The Gloom Becomes Sound’ i Tribulation avevano trovato la quadratura del cerchio. La giusta mistura tra cupezza gotica e grinta sopita. Da ‘Hour Of The Wolf’ a ‘Daughter Of The Dijnn’, da ‘Leviathans’ a ‘Inanna’, da ‘Lethe’ a ‘Funeral Pyre’ non c’è una nota fuori posto, un’incisione malfatta.
Eppure, proprio in questo momento, quando tutto pareva andare per il meglio, quando la formula pareva essere perfetta, va a mancare un ingrediente principale. La domanda che tutti, davvero tutti, si sono posti è: “Che fine faranno i Tribulation senza Jonathan Hultén?”. A sentire Johannes Andersson, intervistato dal nostro Nick Gugliemi, “il sound cambierà un pochino, dato che Jonathan aveva scritto gran parte del materiale del nuovo album, ma diciamo che un cambio in questo senso non sarebbe esattamente una cosa nuova per noi! Noi siamo abituati a gestire l’evoluzione della band, andremo avanti lungo questa strada…”. Un bel rischio. Certo è che i Tribulation non hanno mai deluso. Bisognerà solo vedere se riusciranno a restare gli alfieri del “metal sepolcrale” o si sposteranno verso qualche altro oscuro lido. Intanto, continuiamo a godere di questo ‘Where The Gloom Becomes Sound’. Definitivo.
PS: Non trovo la risposta della risonanza, ma la protrusione mi pare sia C3-C4.
Tracklist
01. In Remebrance
02. Hour Of The Wolf
03. Leviathans
04. Dirge Of A Dying Soul
05. Lethe
06. Daughter Of tHe Dijnn
07. Elementals
08. Inanna
09. Funeral Pyre
10. The Wilderness
Lineup
Johannes Andersson: bass, vocals
Jonathan Hultén: guitars
Adam Zaars: guitars
Oscar Leander: drums