Labyrinth – Welcome To The Absurd Circus
Il 19/01/2021, di Gianfranco Monese.
Gruppo: Labyrinth
Titolo Album: Welcome To The Absurd Circus
Genere: Power Metal, Progressive Metal
Durata: 66 min.
Etichetta: Frontiers
Distributore: Frontiers
“Buonasera signore e signori, bambine e bambini, grandi e piccini, e benvenuti al circo dell’assurdo! Che l’inquieto spettacolo abbia inizio!”
Sembrano accoglierci così i Labyrinth, da decenni punta di diamante italiana in ambito Power/Progressive, arrivati al loro nono lavoro in studio a quattro anni di distanza dal precedente e valido ‘Architecture Of A God’.
‘Welcome To The Absurd Circus’ è, come da titolo, un lavoro dove il trademark della band è mescolato a stravaganza, dove i brani contengono variopinte soluzioni allo scopo di suonare e cantare l’illogicità di tempi delicati come questi che hanno nel Coronavirus la ciliegina sulla torta: tempi nei quali si è abituati ad avere tutto a disposizione, a bruciare e consumare ogni tappa, ogni rapporto, ogni cosa. Tempi nei quali nemmeno un virus è riuscito ad unirci, accentuando il solito menefreghismo a cui il frenetico modo di vivere ci ha abituato.
Ci pensa già la prima, autoritaria, traccia ‘The Absurd Circus’ a delineare questi pensieri: nelle strofe un intimidatorio Tiranti, a tratti sinistramente irriconoscibile, ci da il benvenuto in un circo sopra il quale, come da video ufficiale, delle nubi minacciose non se ne andranno presto. La band è abile nell’assecondare questo male di vivere, sia nelle strofe come nei ritornelli, più schiusi e melodici. L’indiscussa maestria alla sei corde di Cantarelli (prima) e Thorsen (poi) riempie un ponte che, per chi scrive, sembra richiamare a certe sonorità presenti in ‘Night Of Dreams’ (da ‘Return To Heaven Denied’ del 1998), mentre le soluzioni di Smirnoff lungo tutto il brano sono sempre originali ed apparentemente di contorno. Passati appena sei minuti, si rimane positivamente sbalorditi.
Dal Power la band sembra passare allo Speed con ‘Live Today’, brano che richiama il secondo capitolo di ‘Return To Heaven Denied’ di undici anni fa, tra la velocità di ‘A Chance’ e le ambientazioni vocali del finale di ‘Like Shadows In The Dark’: il tutto è sapientemente ammodernato ad oggi, con la sezione ritmica composta da Peruzzi e Mazzucconi sugli scudi.
‘One More Last Chance’ parte in acustico con la voce che, in sordina, sembra introdurlo assieme a chitarra e basso: quando il tutto si fa “elettrico”, il brano non esplode ma implode soavemente, come a volersi mantenere più su binari Hair Metal/Hard Rock a tinte Labyrinth.
Similmente si muove ‘As Long As It Lasts’, nel quale Tiranti offre una dimostrazione poliedrica, forse la più completa di tutte (anche se, chiaramente, il suo come quello dell’intera band è un pregevole lavoro su tutto il disco). Oltre al cantante ligure, da sottolineare ancora una volta sono gli effetti di tastiera, in grado di riempire il brano con fantasia.
Il crescendo iniziale di ‘Den Of Snakes’, il cui titolo richiama ai difetti del mondo dei social, colmo di haters, sembra ricordare quello della maideniana ‘The Loneliness Of The Long Distance Runner’; ciò che ne segue è, a detta di chi scrive, originalmente screziato. Volendo scegliere un brano per presentare ‘Welcome To The Absurd Circus’, opterei per questo: Heavy Metal raffinato, soluzioni melodico/acustiche, cambi tempo sapientemente dettati da Peruzzi ed una tematica attuale fanno di ‘Den Of Snakes’ un ottimo biglietto da visita. Ma questa è solo un’opinabile considerazione.
Al contrario, ‘Word’s Minefield’ è uno dei più lineari del lotto, senza però abbassare di un’oncia la qualità e la potenza dell’album, soprattutto nel ponte prima acustico poi elettrico, tra sopraffine soluzioni vocali e strumentali.
Se però si preferiscono potenza e rabbia, il successivo ‘The Unexpected’ saprà saziarvi, prova di come il sestetto riesca a muoversi comodamente anche su lidi sfrenati. Nonostante l’elevata velocità, a sorprendere è l’abilità di Peruzzi, che regala una prova articolata e con sfumature che raramente una batteria è tenuta a dare quando i ritmi si fanno serrati.
La cover degli Ultravox ‘Dancing With Tears In My Eyes’ è, come ventuno anni fa ‘Ti Sento’ (o ‘I Feel You’) dei Matia Bazar, un tributo più che riuscito: originale e variegata la prova di Tiranti e gli effetti di Smirnoff, che soppesano alla linearità dell’originale capolavoro.
Un “ottantiano” tastierista apre e chiude i tempi smorzati di ‘Sleepwalker’, nella quale ad uscire vincente è un ottimo lavoro di squadra. Delle strofe dominate da tastiera, basso e voce lasciano poi spazio alle chitarre, che assieme (nuovamente) al pregevole apporto del basso di Mazzucconi, trascinano Tiranti in un ritornello da cantare all’unisono. Come per ‘Word’s Minefield’ è un brano più lineare di altri, ma non per questo meno qualitativo.
‘A Reason To Survive’ è la ballad del disco e, come per la storica ‘Miles Away’, a farla da padrone è un gran lavoro di tastiere, dove trova spazio anche l’organo. Per il resto basso, chitarra acustica e la prova di Tiranti sapranno cogliere le parti più intime e nascoste di ogni fruitore che si appresterà ad ascoltare questo toccante pezzo, prima di venir spazzato via dalla conclusiva ‘Finally Free’, che sia da titolo come da alcune soluzioni ritrovate, a partire da una struttura parecchio simile (assolo di basso incluso), è il giusto prosieguo di ‘Die For Freedom’, ultimo tassello di ‘Return To Heaven Denied’.
In conclusione, nonostante il passare degli anni (quest’anno sono ventisei da ‘Piece Of Time’), i Labyrinth dimostrano ancora una volta che in Italia vantiamo band in grado di primeggiare con chiunque. Un lavoro questo che se da una parte è, rispetto al suo predecessore, più “chitarristico” e quindi più ancorato alle origini del gruppo, dall’altra è incredibilmente al passo coi tempi. Sebbene il nuovo anno sia appena iniziato, ‘Welcome To The Absurd Circus’ so già essere all’interno della mia personale top ten da stilare il prossimo dicembre. Non esitate: pagate il biglietto, entrate, prendete posto e godetevi lo spettacolo!
Tracklist
01. The Absurd Circus
02. Live Today
03. One More Last Chance
04. As Long As It Lasts
05. Den Of Snakes
06. Word’s Minefield
07. The Unexpected
08. Dancing With Tears In My Eyes (Ultravox Cover)
09. Sleepwalker
10. A Reason To Survive
11. Finally Free
Lineup
Roberto Tiranti: vocals
Olaf Thorsen: guitars
Andrea Cantarelli: guitars
Oleg Smirnoff: keyboards
Nicola Mazzucconi: bass
Mattia Peruzzi: drums