Witchwood – Before The Winter
Il 14/12/2020, di Francesco Faniello.
Gruppo: Witchwood
Titolo Album: Before The Winter
Genere: Progressive Rock, Vintage
Durata: 62 min.
Etichetta: Jolly Roger Records
Distributore: Goodfellas
I faentini Witchwood giungono al terzo appuntamento discografico con la maturità che si conviene al classico giro di boa che attende ogni band in un’occasione simile. Se gli esordi degli ex Buttered Bacon Biscuits ci consegnavano da subito una band con le idee chiare nell’intraprendere un viaggio attraverso i favolosi anni Settanta, questo ‘Before The Winter’ rappresenta appunto la conferma, l’affermazione e la prova regina che attende ogni progetto che si collochi nell’ampio (ma insidioso) binario del retro rock. La maturità nel loro caso assume le fattezze di un Giano bifronte che coniuga Uriah Heep e Jethro Tull, ma se l’incontro tra il personaggio dickensiano portato alla ribalta dai tasti d’avorio del compianto Ken Hensley e l’agronomo celebrato da Anderson e soci può sembrarvi scontato, scavando a fondo si evince che la formula del sestetto rifugge la tentazione di fare un mescolone suggellato dall’attitudine a zampa di elefante, unendo piuttosto l’uso delle tastiere e della sezione ritmica mutuato dai primi alle atmosfere da brughiera (britannica o romagnola poco importa) dei secondi, fino a giungere a citare i Wishbone Ash nei passaggi più elegiaci.
Certo, è facile emozionarsi al suono dell’opener ‘Anthem for a Child’, ma i Witchwood non finiscono qui, incastonando nei propri solchi vari richiami a passato remoto e prossimo: ad esempio, ‘A Crimson Moon’ aggiunge quel tocco folk che sposta il raggio d’azione a partire dalle tentazioni mitteleuropee e kraut rock per giungere alle coste albioniche, magari alla corte di Blackmore… ma non ci ricorda anche un po’ alcuni passaggi di ‘Viaggio senza vento’ dei Timoria? Impressioni personali a parte, mostra l’affezione per Blackmore anche la successiva ‘Hesperus’, salvo poi dispiegare echi dei primi vagiti del Re Cremisi. Ma il viaggio non termina qui, con ‘Nasrid’ che unisce al tutto la suggestione morriconiana dei cori femminili, la spiazzante ‘Crazy Little Lover’ che tocca gli Aerosmith – se non il piano rock di Sir Elton John – salvo rimodulare il tutto per mezzo della coda psych di ordinanza, il tutto con consumata abilità, sfociando nei dieci e passa minuti di ‘Slow Colours of Shade’, sospesa tra il prog tricolore d’annata, il kraut rock scorpioniano e le evocazioni decadenti di scuola My Dying Bride. Da segnalare la versione in vinile dell’album, che si chiude con un’emozionante cover dei T. Rex, ‘Child Star’.
Se non conoscete ancora i Witchwood, è tempo di rimediare.
Tracklist
01. Anthem For A Child
02. A Taste Of Winter
03. Feelin’
04. A Crimson Moon
05. Hesperus
06. No Reason To Cry
07. Nasrid
08. Crazy Little Lover
09. Slow Colours Of Shade
10. Child Star (LP bonus track)
Lineup
Riccardo “Ricky” Dal Pane: vocals, electric and acoustic guitar, mandolin
Andrea “Andy” Palli: drums
Stefano “Steve” Olivi: Hammond, piano, synth & Moog
Luca “Celo” Celotti: bass
Samuele “Sam” Tesori: flute & harmonica
Antonino “Woody” Stella: lead guitar