Jinjer – Alive In Melbourne

Il 06/12/2020, di .

Gruppo: Jinjer

Titolo Album: Alive In Melbourne

Genere: , ,

Durata: 77 min.

Etichetta: Napalm Records

Distributore: Audioglobe

75

Novembre 2020, in un periodo storico dove i concerti mancano praticamente da nove mesi, e probabilmente bisognerà aspettare ancora a lungo prima di poter tornare a scapocciare e pogare sotto un palco, ci restano due alternative per “assaporare” un po’ di musica live: da una parte i concerti in streaming che stanno diventando, sempre più, un’interessante fenomeno con show sempre più studiati per aumentare il senso di coinvolgimento e dall’altra parte i dischi live, pubblicati in modo massiccio in questo 2020.
Dopo una velocissima corsa al “the next big thing” nel mondo del metal, si iscrivono alla lista delle band con un disco live pubblicato anche gli ucraini Jinjer, pubblicando un concerto, uno degli ultimi tenuti prima che esplodesse la pandemia, registrato il 5 marzo 2020 nella terra dei canguri.
Nonostante su YouTube siano stati rilasciati anche i video live per i singoli di lancio, il disco esce in formato solo audio, e questa è forse l’unica nota negativa di questa produzione, perché privare l’uscita anche della versione blu-ray/dvd con immortalate le immagini di una band che dal vivo ha anche una buona presenza scenica?
Ma veniamo al concerto. Lo show si apre subito con potenza sulle note di ‘Teacher, Teacher’, seguita senza sosta da ‘Sit Stay Roll Over’: Tatiana è subito in forma straordinaria alternando le sue “due personalità” tra un clean piacevolissimo e un growl devastante. La successiva ‘Ape’ aumenta ancora i già altissimi ritmi e la band suona con una brutalità e una precisione che nulla ha da invidiare a grandi nomi del metal. La quarta canzone in scaletta è ‘Judgement (& Punishment)’ che anche in chiave live stupisce per la sua incredibile versatilità, il quintetto passa da sfumature reggae a un djent dai ritmi serratissimi con una facilità imbarazzante.
La cosa che più apprezziamo di questa pubblicazione live è quanto sia “genuina” la produzione, un live registrato senza compromessi e probabilmente quasi senza aiuti in studio di post produzione, elementi come il fiatone di Tatiana nei brani che la mettono più a dura prova, e un suono di batteria molto più naturale (rispetto a certi live che escono con una batteria con livelli di trigger che rendono tutto fastidiosamente finto) rendono il tutto più realistico piacevole e apprezzabile.
Proseguendo l’ascolto di questo lungo live (diciassette le tracce) i punti più alti li abbiamo trovati su ‘Noah’ dove la componente ritmica è semplicemente devastante, su ‘Home Black’ dove stupisce di nuovo la capacità della band nel mischiare anche dal vivo più generi: dopo l’inizio djent il brano cambia completamente ritmo e come fa notare Tatiana Shmaylyuk “Let’s go funky, Let’s go jazz” la band sperimenta su generi musicali completamente diversi, salvo poi tornare su sfumature death/djent con un growl nuovamente potentissimo. Nel finale non potevano ovviamente mancare ‘Pisces’ (il brano che ha consacrato definitivamente la band) e Capitan Clock.
I Jinjer in pochissimo tempo hanno raggiunto vette che pochi sono riusciti a raggiungere in cosi breve tempo, chi vi scrive ha avuto la fortuna di vedere i Jinjer live nel 2018 in apertura agli Arch Enemy, la sensazione fu che i Jinjer si meritavano tutto il successo che stavano accumulando, sia per via della qualità di quanto veniva pubblicato, che per la potenza e la tecnica dimostrata dal vivo. Questo disco live è la ciliegina sulla torta di un percorso breve e frenetico che ha consacrato la band, un disco che merita sicuramente l’ascolto sia per l’intensità che per la genuinità di cui sopra vi parlavamo.

Tracklist

01. Intro
02. Teacher, Teacher!
03. Sit Stay Roll Over
04. Ape
05. Judgement (& Punishment)
06. I Speak Astronomy
07. Who Is Gonna Be the One
08. Noah
09. Retrospection
10. Perennial
11. On The Top
12. Pit Of Consciousness
13. Home Back
14. Words Of Wisdom
15. Pisces
16. Captain Clock
17. Outro

Lineup

Tatiana Shmailyuk: vocals
Roman Ibramkhalilov: guitars
Eugene Abdukhanov: bass
Vladislav Ulasevich: drums