South Of No North – Phagocity
Il 25/11/2020, di Francesco Faniello.
Gruppo: South Of No North
Titolo Album: Phagocity
Genere: Groove Metal
Durata: 45 min.
Etichetta: Cult Of Parthenope
“Ho un dollaro per lei, signora”, diceva uno dei protagonisti di un racconto di Charles Bukowski, calato com’era in una delle torbide situazioni tipiche dello scrittore americano. Già, chissà quali erano i gusti musicali del buon vecchio Charles… evidentemente non lo conosco abbastanza per poter azzardare un giudizio. A naso direi Django Reinhardt, ma magari mi sbaglio di grosso. Si sa però che – in un processo inverso – tanti sono i destinatari dei “nostri” gusti ad aver eletto Bukowski come musa ispiratrice (ehm, lo so che l’immagine non è delle migliori, ma di sicuro è adeguata al personaggio) e oltre ai nomi più blasonati compare con tutta evidenza anche quello dei partenopei South Of No North, il cui monicker richiama da vicino proprio una delle raccolte di racconti del succitato scrittore.
Il trio giunge con questo ‘Phagocity’ all’agognato debut sulla lunga distanza, preceduto tre anni prima dall’EP di esordio ‘Stubborn’. Il genere? Groove metal di ordinanza, tra l’altro proprio nella città natale dei Ciaff, indimenticato e storico progetto parallelo di Enrico Giannone degli Undertakers, uno dei migliori esempi di groove sporco e stradaiolo in Italia. Bene, i South Of No North non temono paragoni (anche perché da quei tempi ne è passata di acqua sotto i ponti), lanciandosi in dodici tracce che mescolano sapientemente le suggestioni groovy, il cantato grattugioso del lead singer e una serie di decisive sferzate thrash metal, che fanno sempre bene alla salute.
Sulle prime, col singolo apripista ‘Indie Ass’ avevo pensato a un richiamo ai Soda Crypt e al rockabilly del nuovo millennio, per via dell’armonica onnipresente; in realtà, nei suoi quattro minuti e quarantatré secondi questo pezzo è un otre traboccante di bitume, da cui già traspaiono le nere sonorità che infestano ‘Phagocity’. Basta ascoltare ‘Hail Seitan’ e ‘Nonceferatu’ (titoli emblematici!) per farsi un’idea: suoni grossi e panciuti, vocals al vetriolo, stop and go al servizio di quell’altare sabbathiano celebrato nel Sud degli Stati Uniti, e così via.
Certo, nulla di nuovo sotto il sole. I South Of No North percorrono una formula più volte collaudata ma lo fanno piuttosto bene, sciorinando schegge del calibro di ‘Decapitalism’, un brano di un minuto e mezzo che ha l’assalto frontale di ordinanza nella sua fondina, realizzando un gustoso connubio tra Alice in Chains e Type O Negative su ‘I.N.O.F.Y.C.M.’ e lasciando successivamente l’ascoltatore a leccarsi le ferite su ‘Cinder’. Sono questi gli episodi che più danno un senso al “minutaggio” prescelto, dato che condensano in poco tempo la brutalità e lasciano invece decantare i passaggi più di atmosfera, un pregio che altre tracce non hanno, appesantendo un po’ il risultato generale. Tuttavia, se siete in cerca di “quelle” emozioni e di “quei” richiami alla storia del groove metal, ecco il disco che fa per voi. Sempre con un dollaro in tasca, mi raccomando.
Tracklist
Lineup
Giulio: vocals
Tarallo: guitar, bass
Ciro: drums