John Petrucci – Terminal Velocity
Il 25/11/2020, di Andrea Lami.
Gruppo: John Petrucci
Titolo Album: Terminal Velocity
Genere: Guitar Hero
Durata: 56 min.
Etichetta: Sound Mind Music
John Petrucci torna a deliziare i nostri palati con un disco solista intitolato ‘Terminal Velocity’ contenente circa una decina di tracce con svariate sfumature. Partiamo dal fatto che a suo tempo (2005) John ci aveva entusiasmato con un primo album solista intitolato ‘Suspended Animation’ e che il suo progetto era stato – a parer nostro – accantonato anche perché la sua attività musicale è stata molto attiva, basti pensare agli album e ai tour con i Dream Theater.
La curiosità verso questo album è aumentata a dismisura perché, proprio a distanza di dieci anni, John Petrucci e Mike Portnoy sarebbero tornati a incidere un album insieme. Per chi “conosce” o “segue nei vari social” i due musicisti, questa è una novità musicale, ma si sa che l’amicizia e stima vicendevole non è mai cessata. Come sa che ogni Natale le famiglie Portnoy e Petrucci si riuniscono facendo partire pettegolezzi vari su Dream Theater reunion. Al basso troviamo Dave LaRue, già con Dixie Dreg, Steve Morse, Vinnie Colaiuta, Joe Satriani, Flying Colors, Jordan Rudess e altri. Petrucci-Portnoy-LaRue, praticamente la line-up del G3 insieme a Steve Vai e Joe Satriani del 2001/2002 ma anche del 2005/2006/2007.
Fatte queste premesse veniamo all’album vero e proprio. Le qualità tecniche di Petrucci sono ben note a tutti sin da quando è arrivato sulla scena musicale nel 1989 con l’esordio dei Dream Theater. La domanda tutt’al più cosa avrebbe racchiuso John in questo album che non ha potuto mettere in uno della sua band madre? Venite a scoprirlo con me.
‘Terminal Velocity’ apre le danze e coinvolge fin da subito sia per la velocità del brano che per il riff portante di chitarra. Difficile non avvicinarla a ciò che i Dream Theater hanno dato alla luce. Non mi sto a perdere nella velocità di esecuzione del brano ma mi delizio a gustarmi il tema del brano anche se ammetto che certe esecuzioni un po’ mi colpiscono. Non so se sia la presenza di Portnoy con il suo drumming, ma i richiami dei Theater si fanno forti anche in ‘The OddFather’ sfociando in qualche ricordo dei Liquid Tension Experiment. ‘Gemini’ è un brano che Petrucci ha usato spesso nei soundcheck, nelle sue clinic di chitarra ma anche come riscaldamento nel suo DVD intitolato ‘Rock Discipline’ e oltre ad avere un’ottima melodia contiene al suo interno diversi cambi di tempo (da qui forse la diversa interpretazione e quindi il ‘gemelli’?), ha in sé una parte di mandolino che colpisce fin da subito.
‘Happy Song’ è davvero una canzone che da realmente l’idea di felicità soprattutto quando si ‘apre’ prima dell’esecuzione del riff portante. Non ci si stanca mai di ascoltarla anche se ha un ché di già sentito, come accade per ‘Glassy-Eyed Zombies’ forse perché, come letto da qualche parte hanno fatto parte della scaletta di Petrucci del G3, anche se nella versione CD non sono presenti.
Particolarmente toccante a tratti romantica invece è ‘Out Of The Blue’ che come contenuto nel titolo, per merito dei richiami blues e dell’andatura lenta. la fanno arrivare più velocemente al cuore degli ascoltatori.
Chiude l’album ‘Temple Of Circadia’ che tra i nove pezzi contenuti in questo lavoro è quello che sarebbe potuto diventare un brano del prossimo album del Teatro del Sogno ed essendo un amante di certe sonorità mi è sembrato anch’esso molto vicino ai miei ascolti e quindi ha stuzzicato favorevolmente il mio palato musicale.
Petrucci colpisce in pieno il bersaglio con la sua finezza esecutiva dando alla luce un album senza nessuna voglia di strafare dove le varie canzoni, con le loro particolarità, scivolano via in maniera molto semplice al punto che difficilmente si prova quella sensazione di aver a che fare con il solito virtuoso il quale pubblica un album più per il suo ego. Un album ricco di calore e di colore come in qualche modo viene dimostrato anche dalla copertina, sicuramente meno glaciale della precedente (parlo di ‘Suspended Animation’). Consigliato agli amanti della chitarra, musicisti e non, agli amanti dei Dream Theater e agli amanti della buona musica.
Vi aggiungo un particolare magari irrilevante, ora che Petrucci e Portnoy sono tornati a lavorare insieme, parlare di reunion dei Dream Theater, magari è un po’ troppo (troppi impegni di Mike!!), però magari potrebbe esserci spazio per un nuovo album dei Liquid Tension Experiment!! Chissà…
Tracklist
01. Terminal Velocity
02. The Oddfather
03. Happy Song
04. Gemini
05. Out Of The Blue
06. Glassy-Eyed Zombies
07. The Way Things Fall
08. Snake In My Boot
09. Temple Of Circadia
Lineup
John Petrucci: guitar
Dave LaRue: bass
Mike Portnoy: drums