Garmarna – Förbundet
Il 20/11/2020, di Maria Teresa Balzano.
Play, occhi chiusi e volume a palla. Vedo le Norne. Le tre anziane sorelle ogni giorno irrorano le radici possenti di Yggdrasil con una mistura di argilla e acqua del lucente pozzo di Urd e ogni giorno tessono l’arazzo del destino: la vita di ogni essere umano è un filo nel loro telaio. C’è odore di muschio e fuliggine, i pallidi rami di betulla che abbracciano la radura accolgono ombre danzanti vestite di iuta, le lingue verdi e viola dell’aurora serpeggiano nel cielo e il crepitio della brace si fonde alle melodie ipnotiche e selvatiche di lire e tamburi, mentre la skjaldmær lava via dalle mani il tributo di sangue, pronta a rimarcare sul volto la runa potente dell’Uruz, come gli anziani raccontavano di aver visto fare nel Danelagh, al di là del mare cobalto.
È praticamente impossibile non lasciar vagabondare la mente lontano e al freddo, vittima impotente del fascino evocativo e primordiale del neofolk scandinavo che i Garmarna magistralmente diluiscono e ripuliscono con ariosi elementi elettronici: essenziale, creativo, disarmante, carico del pathos e della storia delle più antiche ballate tradizionali nordiche, ‘Förbundet’, è un viaggio troppo interessante per non essere intrapreso.
Coprodotto da Christopher Juul degli Heilung e pubblicato dalla poliedrica Season Of Mist, l’album si apre con il primo singolo ‘Ramunder’, la storia spavalda di un guerriero che trucida nemici per puro godimento, a cui segue la gotica ‘Två Systrar’ che ospita la voce cristallina di Maria Franz (Heilung) e canta di tradimenti ed omicidi, per poi passare all’anziano che appassisce salutando ed accogliendo la Morte in ‘Dagen Flyr’, che con il suo ritmo tribale ipnotico è uno dei brani più intensi del disco. E corre veloce tutto il resto dell’album, in un tripudio folk fusion fatto di violini, moraharpa, ghironda e percussioni che incorniciano ed esaltano il caratteristico timbro sognante di Emma Härdelin, reso ancora più ammaliante dall’insito misticismo dei suoni della lingua svedese per le nostre orecchie latine. Affascina l’abilità con cui i musicisti hanno fuso delicatezza, dinamica, intensità, leggerezza e oscurità, rendendosi più accessibili ed immediati rispetto ai principali fautori della new wave di folk sperimentale scandinavo (Heilung, Wardruna, l’ultima Myrkur), di cui sono, fondamentalmente, gli antesignani. Non vi resta che pigiare play e volare tra i fiordi.
Tracklist
01. Ramunder
02. Två Systrar
03. Dagen Flyr
04. Sven i Rosengård
05. Ur världen att gå
06. Vägskäl
07. Lussi Lilla
08. Avskedet
09. Din Grav
Lineup
Emma Härdelin : vocals, violin
Stefan Brisland-Ferner : violin, viola, hurdy gurdy, tagelharpa, electronics, backing vocals
Jens Höglin : drums, electronics
Rickard Westman : guitar, bass
Gotte Ringqvist : guitar, violin, tagelharpa, backing vocals