Spirit Adrift – Enlightened In Eternity
Il 05/11/2020, di Dario Cattaneo.
Gruppo: Spirit Adrift
Titolo Album: Enlightened In Eternity
Genere: Doom Metal, Heavy Metal
Durata: 46 min.
Etichetta: Century Media
Distributore: Sony
Incredibile il potere terapeutico della musica. Preparando l’intervista (che leggerete tra pochi giorni) al leader degli Spirit Adrift Nate Garrett abbiamo infatti potuto approfondire alcuni dettagli su come questo progetto è nato, scoprendo alcune cose interessanti. Partito come “valvola di sfogo” per un Garrett praticamente sconfitto dai demoni dell’alcolismo, il progetto Spirit Adrift vedeva nel doom più cupo e ossessivo la cornice perfetta per l’animo tormentato del compositore; col progressivo dissiparsi però delle ombre interiori di chi scriveva, anche la musica ha cominciato a mostrare spiragli di luce, abbandonando i chiaroscuri di un genere chiaramente adottato nel seguito e virando invece verso il primevo amore di Garrett: l’heavy anni Ottanta.
Ed è proprio da qui che si parte per questo quarto album, dall’heavy anni Ottanta. La venerazione di Garrett per il genere è totale, tanto da poter indicare per ogni brano il diretto nume tutelare. Partiamo dal singolo, ‘Astral Levitation’? L’ombra di un mai troppo compianto Ronnie James Dio aleggia sorniona sui primi quattro minuti di brano, con tanto di sorriso storto e corna alzate al cielo a lasciare però posto negli ultimi due minuti a una cavalcata che sembra letteralmente scippata da un pentagramma che Steve Harris tiene nel suo cassetto dai tempi di ‘The Number Of The Beast’. Il pezzo successivo ‘Cosmic Conquest’ è sempre heavy fumante di stampo Priestiano, che si macchia di stoner nelle apocalittiche linee vocali e che non disdegna di citare la coppia Murray/Smith qua e la, con soluzioni di chitarre intrecciate davvero pregevoli. ‘Screaming From Beyond’ gioca un po’ col metal e un po’ con l’hard rock, andando a riscoprire radici comuni ai due generi, mentre ‘Harmony Of The Spheres’ – geniale – trasporta quanto sentito nelle cinque tracce precedenti in questo decennio, modernizzando un po’ il sound grazie a un riffing più vorticoso e ad accelerazioni occhieggianti quasi allo speed: per certi versi ci è parso di sentire qualcosa dell’ultimo, sferragliante, lavoro dei Three Inches Of Blood! L’album è quasi finito e l’influenza che tutti stavate aspettando non è ancora stata nominata… beh, ce la siamo tenuti in fondo! I Black Sabbath, pietra miliare alla quale tutte le band che propongono heavy classico devono prima o poi portare omaggio sono ben presenti nei dieci grassi minuti della finale ‘Reunited In The Void’, vero e proprio “mattone” (in senso buono) di Doom settantiano lento, acido e distorto che tanto sa di Iommi e del suo dito mezzo troncato.
Che dire? Forse rileggendo quanto scritto sopra possiamo avervi dato l’impressione di un disco sì esaltante ma terribilmente derivativo… ma ci teniamo a specificare che non è così. La voce di Garrett è talmente peculiare e il suono della chitarra abbastanza personale da schivare gli accusi di plagio o scopiazzatura, come dicevamo questo omaggio all’heavy che fu è puramente figlio di un percorso di guarigione interna che è partito da una scomoda situazione infestata di fantasmi per poi tornare invece verso da casa da cui si era allontanati, quella della musica che si ascoltava da bambini. Date una possibilità agli Spirit Adrift: è musica per nostalgici, è vero, ma in queste note – se cercate con attenzione – potete trovare tanto dell’animo di colui che l’ha scritto. E magari, in esso, trovare qualcosa di vostro che stava andando perduto.
Tracklist
01. Ride Into The Light
02. Astral Levitation
03. Cosmic Conquest
04. Screaming From Beyond
05. Harmony Of The Spheres
06. Battle High
07. Stronger Than Your Pain
08. Reunited In The Void
Lineup
Nate Garrett: vocals, guitars, bass
Marcus Bryant: drums