Insidious Disease – After Death
Il 04/11/2020, di Maurizio Buccella.
Gruppo: Insidious Disease
Titolo Album: After Death
Genere: Death Metal
Durata: 43 min.
Etichetta: Nuclear Blast
Distributore: Warner
Forse il primo vero trend del terzo millennio, sul fronte estremo, è il ritorno in auge del caro vecchio death metal di stampo primigenio. Negli stessi anni gli Insidious Disease prendono vita, assieme ai ben più celebri Bloodbath e Dawn of Disease, dalle costole scarnificate di nomi arcinoti del pantheon death/black. Malgrado siano al secondo album, a dieci anni di distanza dal debutto ‘Shadowcast’ uscito per Century Media, freschi della firma con la Nuclear Blast, la formazione in realtà vanta un ensemble di veterani della scena tale da far guadagnare l’etichetta di supergruppo. Con trascorsi del genere (Dimmu Borgir, Susperia, Nile, Angelcorpse, Napalm Death, Lockup, Morgoth), dietro al combo internazionale, la somma finale degli anni di militanza esonda un secolo complessivo di sudore e sangue su palchi ai quattro angoli del globo. Il sound punta dritto alla sacra Trinità dello swedish death Entombed Grave Dismember. Così come sul precedente full length, le chitarre di Silenoz&Cyrus caricano più sull’impatto che sui tecnicismi, fino a sfiorare derive deathrash quando spingono sull’acceleratore (vedi ‘Unguided Immortality’ e ‘Divine Fire’). L’opener ‘Soul Excavator’ esplicita la dichiarazione d’intenti della band: chitarre che corrono come macigni in caduta libera, pelli massacrate senza remore, un basso che trasuda groove, vocals marce di rabbia ferale. Marc Grewe dei Morgoth, con la sua peculiare timbrica a metà strada tra John Tardy e Thomas Lindberg, riesce a trasfondere un alone di psicopatia cancrenosa nei solchi compatti scavati da riffoni essenziali quanto taglienti. Segue ‘Betrayer’ che riporta alla mente le fustigazioni scordate dei Corpse nell’era Barnes, prima di iniziare a picchiare come i Carnal Forge sotto benzedrina tagliata con sangue licantropo. Non mancano momenti più cadenzati in cui il groove sembra risucchiare la terra da sotto i piedi, in particolare in dirittura di arrivo con ‘An end date with the world’. Forse valeva la pena di aspettare questi dieci anni per un ennesimo giro di giostra tra i miasmi mortiferi di una scena che continua a suppurare putredine eppure gode di ottima salute.
Tracklist
02. Betrayer
03. Divine Fire
04. Unguided Immortality
05. Invisible War
06. Born Into Bondage
07. Enforcers of the Plague
08. An End Date For The World
09. Nefarious Atonement
10. Secret Sorcery