Mors Principium Est – Seven
Il 30/10/2020, di Dario Cattaneo.
Gruppo: Mors Principium Est
Titolo Album: Seven
Genere: Death Metal, Melodic Death Metal
Durata: 46 min.
Etichetta: AFM Records
Distributore: Audioglobe
Devo ammettere che la scena melodic death finlandese è una delle mie preferite. Senza nulla togliere alla culla del genere – Gothenburg ovviamente – i vari Omnium Gatherum, Insomnium e anche AMorphis rientrano di sicuro nei miei ascolti preferiti. Ma, nei primi anni Novanta, in cima alla classifica dei vari pionieri di quel genere musicale c’erano sicuramente dei simpatici ragazzi con nomi come Alexi Laiho, Janne Wirman e Roope Latvala, militanti tutti in una band chiamata Children Of Bodom. Certo, ora i COB non ci sono più, almeno non in una versione che giustifichi di chiamarli così, ma abbiamo quanto di più vicino possiamo immaginarci: i Mors Principium Est.
Tra le seconde linee della scena melo-death finnica, i Mors Principium Est non si sono mai imposti sulle scene come le altre band citate, e nemmeno ci sono mai messi troppa fretta di produrre nuove uscite: sette (‘Seven’, appunto) in più di vent’anni. Però, hanno sempre fatto il loro. Sei dischi prima di questo comunque buoni, divertenti, che pescano senza troppi pensieri dal bagliaglio sonoro dei COB e ne ripropongono la lezione, rendendo un po’ più levigato il tutto. Così possiamo vedere i MPE di oggi: una riproposizione più bombastica del riffing sdoganato da Laiho, accompagnato da un tu-pa tu-pa che fa molto headbanging e da arricchito da un growl – quello di Ville Viljanen – veramente trai migliori del genere. E così potremmo già avervi descritto l’album, ma se non vi basta potete senza dubbio convincervi delle mie parole ascoltando i primi trenta secondi dell’opener ‘A Day For Redemption’: mezzo minuto per trovarsi a muovere il collo su e giù come dei forsennati, memorizzando in un niente la catchy linea vocale e muovendo le dita impazzite sul vorticoso riff. Sebbene l’album non spacchi mai le ossa (non è l’ultimo dei Kataklysm ovviamente), dobbiamo ammettere che per tutta la prima metà dell’album non c’è un attimo di tregua: ‘Lost In A Starless Aeon’ alza il tiro rispetto alla melodica opener, ‘In Frozen Fields’ prende la mira e la micidiale doppietta successiva, ‘March To War’ e Rebirth’, colpisce, fissandoci nel cervello i due refrain sicuramente migliori dell’intero album. Finora abbiamo sentito cinque canzoni su dieci, e il clima sembra essere quello degli album centrali, ‘Liberation = Termination’ e ‘…And Death Say Live’; ma il resto dell’album vira un po’ su lidi più recenti, ricordando più da vicino il recente ‘Embers Of A Dying World’. ‘Masters Of Death’ ad esempio, caratterizzata ad ricche orchestrazioni e da un respiro epico più marcato fa infatti la sua bella figura nel rappresentare gli MPE attuali, proponendoci alcune belle parti soliste conclusive e un finale epico davvero azzeccato.
Nel complesso, l’album ci è piaciuto molto. Come dicevamo, rulla dall’inizio alla fine, rimanendo fedele alla proposta musicale dei primi Children Of Bodom, ma non disdegna nella sua seconda parte puntate su lidi (sempre melo-death) più meditativi, che ci danno respiro e creano una personalità più definita a ogni canzone. Forse siamo di parte perché, lo ripetiamo, la scena finnica ci è sempre piaciuta, ma i Mors Principium Est non ci hanno mai deluso. E non lo hanno fatto nemmeno questa volta.
Tracklist
01. A Day Of Redemption
02. Lost In A Starless Aeon
03. In Frozen Fields
04. March To War
05. Rebirth
06. Reverence
07. Master Of The Dead
08. The Eerlong Night
09. At The Shores Of Silver Sand
10. My Home, My Grave
Lineup
Studio line-up
Ville Viljanen: vocals
Andy Gillion: guitars
Live line-up
Kevin Verlay: guitars
Teemu Heinola: bass
Mikko Sipola: drums