Eight Lives Down – Humans
Il 20/10/2020, di Alessandro Ebuli.
Gruppo: Eight Lives Down
Titolo Album: Humans
Genere: Alternative Metal, Groove Metal, Thrash Metal
Durata: 41 min.
Etichetta: Cult Of Parthenope
Gli Eight Lives Down sono una band proveniente dal Regno Unito dedita a un Thrash/Groove Metal che non disdegna incursioni ardite in generi diversi come il Prog, il Death ed il Balck Metal. La proposta del combo britannico rispecchia né più né meno gli standard delle band che si approcciano al metal più estremo partendo da una base Thrash, cioè condire il tutto con echi di altri stili musicali talvolta vicini e quindi “parenti”, altre volte con spruzzate di sonorità apparentemente lontane dal genere madre, ma che spesso finiscono con il risultare ben amalgamate.È così che si sperimenta e spesso si inventa qualcosa di nuovo, portando nuova linfa vitale a uno stile che potrebbe essere divenuto vecchio e stantio. Bisogna anzitutto dire che gli Eight Lives Down sanno omogeneizzare una molteplicità di stili e sonorità in un apparente mescolone senza senso, che invece da un punto di vista musicale sorprende, pur consci del fatto che nulla di nuovo sia stato inventato. Azzardi folk e semi acustici (‘From The Cradle’, ‘Organize Your Mind’) si fondono al groove ritmico a volte al limite del metalcore – chi ha detto ancora Lamb Of God?- su ‘Opening Shots’, ‘Misguided’ e ‘Sacrifice’, nel quale il gruppo dà sfoggio della propria preparazione tecnica – brevi stop&go con assoli di basso presenti un po’ ovunque -, e strappi in direzione dei Machine Head nelle conclusive ‘Colder’ e ‘Why’, dove quest’ultima torna a mostrare passaggi più elaborati con toccate e fuga nel prog acustico. Fino a qui tutto bene, ma il punto debole di questo album – e di questa band, in tutta franchezza – è la voce. Sì, perché la cantante di origini greche Aliki Katriou non riesce a colpire nel segno. Spazia da parti di growl classico nei pezzi più groove ad altre più pulite – se così si può dire – sempre venate da un taglio graffiante (per non dire gracchiante) che rimanda ad alcune band alternative rock e crossover dei primi anni novanta quali Jane’s Addiction e Faith No More (mi perdonino Perry Farrell e Mike Patton) e del grunge meno ispirato, fino a virate verso imbarazzanti lidi operistici dei quali davvero avremmo fatto a meno (‘Angela’), all’interno della quale troviamo persino urletti alla Dani Filth francamente riusciti davvero molto male. Addirittura nella parte iniziale di ‘From The Cradle’ le clean vocals ricordano molto Billy Joe Armstrong dei Green Day.
Musicalmente l’album è gradevole (esclusa la parte centrale di ‘From The Cradle’ nella quale arriviamo a trovare un accenno orribile e fuori luogo al Sirtaki, la musica che accompagna la tradizionale danza greca), ma le parti vocali risultano fin dal primo ascolto particolarmente disturbanti e vanno ad inficiare in maniera netta sul risultato finale del disco. Gli Eight Lives Down dovrebbero seriamente prendere in considerazione l’eventualità di indirizzare il cantato della Katriou verso il growl, probabilmente il più indicato per lo stile del gruppo. La frittata può essere girata e rigirata a piacimento, ma alcune volte il vecchio detto “squadra che vince non si cambia” rimane un precetto da tenere in considerazione, altrimenti si rischia di rovinare il piatto.
Tracklist
01. Opening Shots
02. Misgused
03. Angela
04. From The Cradle
05. Sacrifice
06. Organized Your Mind
07. Colder
08. Why
Lineup
Aliki Katriou: vocals
Paul Allain: guitars
Marcin Orczyk: bass
Rodrigo Moraes Cruz: drums