The Ocean – Phanerozoic II: Mesozoic | Cenozoic
Il 24/09/2020, di Maria Teresa Balzano.
Gruppo: The Ocean
Titolo Album: Phanerozoic II: Mesozoic | Cenozoic
Genere: Avantgarde, Post Rock/Metal, Progressive Metal, Sludge Rock/Metal
Durata: 51 min.
Etichetta: Metal Blade
Distributore: Audioglobe
I The Ocean hanno completato, con il nono full-lenght, l’ambiziosissima impresa di raccontare i tempi geologici, il tempo trascorso dalla formazione della Terra: ‘Phanerozoic II: Mesozoic | Cenozoic’ è il secondo e ultimo capitolo della saga sul Fanerozoico (dal greco “vita visibile”), l’era geologica scandita da cinque estinzioni di massa che ha visto l’evoluzione e lo sviluppo di piante e animali, un capitolo iniziato 541 milioni di anni fa, alla fine del Precambriano, e non ancora concluso.
Notevoli gli inserti di Tomas Hallborn (Breach, The Old Wind) e la fantastica performance di Jonas Renske (Katatonia), ma sono il disagio e la perversione nella voce di Rossetti il nostro filo di Arianna che amalgama il sound e indica la via nel labirinto sonoro che è il disco. ‘Phanerozoic II: Mesozoic | Cenozoic’ è fondamentalmente ambient rumoroso, un susseguirsi di aperture che danno spazio agli strumenti permettendogli di evolvere lentamente in climax che si estinguono in ritmi esplosivi, riff ipnotici, voci sussurrate o urlate, è molto più sperimentale e frammentario del suo predecessore (un blocco granitico dall’identità definita), meno fluido, è un disco in cui la musica suona stratificata: strati vocali su strati orchestrali diventano un tappeto perfetto per l’eclettismo più spinto che ci proietta in una esperienza acustica immersiva, primordiale, violenta e introspettiva in cui, spesso, è il basso a stare sotto ai riflettori.
‘Triassic’ è solitudine al sentore di Cynic, ‘Jurassic | Cretaceous’ con i suoi 13 minuti tra dinosauri, meteore e Jonas Renske è uno dei brani migliori dell’album, ‘Palaeocene’ è un cazzotto alla Meshuggah, ‘Eocene’, la ballad shoegaze, e ‘Oligocene’, con malinconici synth in prima linea, addolciscono la sensazione di abbandono verbale, un preludio quieto prima della tempesta ricca di transizioni di ‘Miocene | Pliocene’, apologia nietzschiana dell’eterno ritorno dell’eguale,flora e fauna ricrescono e poi scompaiono nel ciclo eterno delle spietate ecatombi che hanno segnato gli eoni.Nel frattempo sono comparse le scimmie, quelle flesciate dalla scintilla dell’intelligenza, e ‘Pleistocene’ ne narra le memorie, passando dai synth allo sludge per poi sfociare in un’orgia black metal che non fa prigionieri, metafora struggente dell’Uomo che prende la cattiva strada e mette in atto una crisi ecologica che devasterà il mondo che conosciamo. ‘Holocene’, la bonus track, parla proprio di noi, Sapiens dell’ultima ora, della nostra imminente distruzione, con toni puliti e tranquilli ci sussurra che forse, ancora, non è troppo tardi… “You’re no longer innocent.”
‘Phanerozoic II: Mesozoic | Cenozoic’ è fluttuare sulle increspature color mercurio di un lago brulicante di vita, perdersi nella pupilla verticale di un rettile, è l’aria densa di una foresta fossile dimenticata dal tempo, la luce gelida di un sole offuscato dalle ceneri.
Sa di terra, sa di vento e polvere, caos e silenzio, una sequenza di diapositive con il filtro drammatico freddo che urlano, in caduta libera, una secca ed emotiva disperazione ammonitrice fatta di cerebrale, seducente e brutale post metal tinto di prog, avantgarde e groove.
Tracklist
01. Triassic
02. Jurassic | Cretaceous
03. Palaeocene
04. Eocene
05. Oligocene
06. Miocene | Pliocene
07. Pleistocene
08. Holocene
Lineup
Robin Staps: guitars
Loïc Rossetti: vocals
Paul Seidel: drums
Mattias Hagerstrand: bass
David Ramis Åhfeldt: guitars
Peter Voigtmann: synths