Assignment – Reflections
Il 08/09/2020, di Roberto Sky Latini.
Gruppo: Assignment
Titolo Album: Reflections
Genere: Progressive Metal
Durata: 58 min.
Etichetta: Massacre Records
Distributore: Audioglobe
Questa band teutonica sta al suo quinto full-lenght dal 2003 (già attivi da sei anni prima con due demo ed un singolo) e si sente ormai una forte capacità di gestire ogni sfaccettatura del proprio range musicale, dalla composizione agli arrangiamenti e anche la produzione tecnica appare matura. È divertente ascoltare la voce, come se Ronnie James Dio avesse una band progressive. Di Thrash non c’è quasi nulla, se non alcune schitarrate nel modo con cui le usano i Dream Theater, ma rispetto a loro in una escrescenza comunque meno dura. Di Death poi non c’è assolutamente nulla. Lo dico perché nella loro auto descrizione vengono fuori questi due generi metal, ma in ‘Reflections’ non hanno senso.
L’episodio meno ficcante è il brano strumentale ‘Trilogia Balkanica’, prima traccia che comunque possiede un certo carisma. Ma alla seconda canzone, ‘Mercyful Angel’ si accende il lato più aggressivo del combo, sprigionando un riffing quasi thrash su cui si staglia la voce virile e un animo epico, risultando una delle cose migliori dell’album. L’altro momento topico è la più tipicamente progressive ‘Corporate Man’ che però non manca di durezza e spavalderia pur nelle sue ampie variazioni. Le parti potenti di stampo Power sono sempre gestite con personalità senza farsi irretire troppo dalle zone confortevoli della tradizione, e in tal senso si sfoga con ardore ‘Submission’ che un po’ ricorda anche i Masterplan, ma a tasso artistico superiore. Il brano forse più class-metal è ‘Endlessly’, con un duetto maschile-femminile che nulla ha di ruffiano, ponendo sempre la vena compositiva sul piano della sostanza. Un minimo di sinfonismo lo troviamo in ‘Unknown Hero’ ma in una attitudine che resta progressive. Ballate non ve ne sono anche se il pathos della title-track ‘Reflectios’ vi si avvicina, aggiungendovi uno dei momenti solisti più virtuosi, seppur breve.
Il disco è molto ben riuscito dato che vi troviamo grande ispirazione, e ciò ha fatto sì che non ci fosse bisogno di colpi ad effetto particolari. La compattezza sonora si sposa perfettamente con la freschezza dinamica del songwriting. L’assenza di un brano orecchiabile che rimanga in mente subito al primo ascolto, invece di penalizzare il lavoro, lo valorizza, perché l’attenzione è posta tutta nel costruire un insieme che non defletta mai, così da tenere avvinto l’ascoltatore tutto il tempo. Su questa attitudine equilibrata sono realizzate linee vocali che fanno a meno di un ritornello classico; ciò non permette la veloce riconoscibilità e memorizzazione delle song, ma determina una più attenta ricerca di melodie perché siano costantemente pregnanti. La riconoscibilità delle singole tracce arriva dopo diversi ascolti e considerando l’alto livello di scrittura ciò definisce la raffinata qualità del risultato. Pur mancando un ritornello immediato, già il primo ascolto determina sensazioni avvincenti che incuriosiscono da subito l’ascoltatore. L’impostazione globale si basa più o meno sempre sulla vocalità, lasciando meno spazio alle idee soliste, che pur presenti non fanno apparire i musicisti come dei virtuosi, quanto delle persone ispirate nell’immettere afflati ariosi e parti toniche, in una mescolanza piena d’atmosfera intrigante. Però le tastiere vale la pena citarle per la loro incisiva presenza che appare sia luminosa che avvolgente, a seconda dei casi. Il cantante sta dentro la tradizione tipicamente Prog, ma con una timbrica di stampo heavy metal, e ci ricorda Ronnie Dio soprattutto quando diventa più aggressivo o caldo. Però la sua ugola si gasa agganciandosi anche a Bruce Dickinson e leggermente un po’ a Tobias Sammet. La presenza della voce femminile dà un utile apporto enfatico in più anche se quella maschile produce i risultati migliori. In questa trama compositiva non ci sono arzigogoli o tecnicismi eclettici, però c’è un carattere intraprendente che, pur non uscendo da canoni stilistici già conosciuti, tende sempre a schivare l’ovvio.
Tracklist
01. Trilogia Balkanica
02. Mercyful Angel
03. Obsession
04. Corporate Man
05. Reflections
06. Submission
07. Timeline
08. Endlessly
09. Unknown Hero
10. Silent Nation
Lineup
Netta Laurenne: vocals
Diego Valdez: vocals
Goran Panic: guitars
Gert Sprick: keyboards
Heiko Spaarmann: bass
Michael Kolar: drums