Unleash The Archer – Abyss
Il 26/08/2020, di Dario Cattaneo.
Gruppo: Unleash The Archers
Titolo Album: Abyss
Genere: Heavy Metal, Power Metal
Durata: 57 min.
Etichetta: Napalm Records
Distributore: Audioglobe
Proprio una bella “storia”, se vogliamo, quella dei Unleash The Archer. Abbiamo virgolettato “storia” perché non vogliamo alludere a vicende quali musicisti poveri ma dalla volontà ferrea che diventano rockstar o altri simili intrecci romanzati; qui preferiamo parlare piuttosto della strada che la band ha percorso per raggiungere il loro livello attuale, quello mostrato in questo ‘Abyss’. Da manuale infatti le varie tappe: dopo un esordio acerbo, ecco un paio di album già buoni, ma caratterizzati dalle ombre lunghe delle loro influenze principali: il power melodico di stampo europeo e la classica “cavalcata” heavy debitrice della NWOBHM, Maiden in primis. Poi, tre anni fa, una prima – quanto necessaria – svolta: ‘Apex’ è più focalizzato, fa una cernita di tutti gli elementi proposti fino ad adesso e li razionalizza, raffinando la proposta e limando il non necessario. A questo punto quello che si ha in mano è di sicuro un diamante, così ripulito dal fango e dalle scorie; ma finché non lo si taglia, sempre un sasso rimane.
Il taglio arriva con questo ‘Abyss’. Le influenze maideniane e più prettamente power sono sì presenti, splendono ma non distraggono dalla visione di insieme. Gli elementi “alloctoni” ci sono ancora, e qualche growl si sente qui e la, così come qualche suono un po’ fuori dalle coordinate finora descritte, ma non stonano, sono inseriti perché veramente servivano in quel frangente. L’esempio forse più lampante ce l’abbiamo con ‘The Wind That Shape The Land’, un brano di più di otto minuti, dall’afflato progressivo, ma che non si riduce a un insieme di riff diversi o cambi di tempo messi lì solo per allungare il brodo. La stesura di questo pezzo (uno dei nostri preferiti) è invece organica e compatta, fatta di strutture che hanno bisogno di quel minutaggio per respirare, e non solo per sentirsi più importanti. Anche se con orchestrazioni e arrangiamenti i Nostri ci hanno sempre un po’ flirtato qui abbiamo ‘Afterlife’, una traccia ricca ed elaborata, nella quale a seguire proprio l’aspetto dell’arrangiamento troviamo – a sorpresa – il nome dell’italiano Ferrini (Fleshgod Apocalypse). E anche senza andare a cercare per forza i brani più perimetrali dell’album; pure nelle tracce se vogliamo più scontate (parole che comunque qui non trova proprio casa) vediamo i cinque canadesi migliorati sotto tutti gli aspetti: soprattutto i brani più veloci (‘Faster Than Light’, ‘Through Stars’, ‘Soulbound’) hanno sì il piglio e la frizzantezza di sempre; ma in più mostrano una sicurezza e un’autorità che gli permette in generale di distanziarsi dalla propria materia di origine (Stratovarius, Sonata Arctica o più in generale il metal tedesco) quel tanto che basta da non ricadere nella trappola della derivatività.
Con ‘Abyss’ gli Unleash The Archer toccano quindi quella che sembra essere la parte superiore della loro parabola ascendente: visiti i risultati non possiamo che applaudirli, e vedere cosa succederà col prossimo album in studio…
Tracklist
01. Waking Dream
02. Abyss
03. Through Stars
04. Legacy
05. Return To Me
06. Soulbound
07. Faster Than Light
08. The Wind That Shapes The Land
09. Carry The Flame
10. Afterlife
Lineup
Brittney Slayes: vocals
Grant Truesdell: guitars, vocals
Andrew Kingsley: guitars, vocals
Scott Buchanan: drums