Ingested – Where Only Gods May Tread

Il 11/08/2020, di .

Gruppo: Ingested

Titolo Album: Where Only Gods May Tread

Genere:

Durata: 49 min.

Etichetta: Unique Leader Records

80

Quinta fatica sulla lunga distanza per la band di Manchester, fatica ben ricompensata dalla realizzazione di un buon lavoro. In linea con il precedente ‘The Level Above Human’, disco accolto piuttosto positivamente, ‘Where Only Gods May Tread’ mostra tutta l’aggressività e la furia distruttiva che attendevamo. Il death/slam metal degli Ingested appare completamente intatto nei suoi tratti ossessivi, cupi, asfissianti, con riff pesanti come macigni. La voce di Jason Evans mantiene la dualità growl/scream, utile a creare un “effetto dissonanza” con cui toccare i nervi giusti, quelli scoperti che non sempre riusciamo o vogliamo nascondere: un risultato davvero coinvolgente. Lontano dall’aderire ad un generico deathcore, il gruppo ne fa propri alcuni cliché, come i frequenti rallentamenti che aiutano ad aumentare ulteriormente la tensione; dal lato opposto, non si concede spazio a voci pulite o a sdolcinate aperture melodiche. Il compito di aprire il disco spetta a ‘Follow The Deceiver’, tra i brani più riusciti, un bel mix di riff tritatutto e blast beat. La corda resta tesa nella successiva ‘No Half Measures’ che rispecchia bene quanto recita il titolo. Gli Ingested, infatti, non conoscono mezze misure e per l’intero ascolto procedono inarrestabili nelle loro sonorità intimidatorie. ‘Impending Dominance’, anch’essa combattuta tra velocità di esecuzione e tempi più misurati, crea una bella tensione emotiva. Un altro episodio interessante si nasconde nel titolo ‘The Burden Of Our Failures’, con la partecipazione del cantante Vincent Bennet (The Acacia Strain), brano dal ritmo marziale in antitesi con la successiva ‘Dead Seraphic Forms’, capace anch’essa di rallentare, se necessario. ‘Another Breath’ ospita Kirk Windstein (Crowbar) che arricchisce ulteriormente la resa vocale. ‘Black Pill’, con ospite Matt Honeycutt (Kublai Khan), è death metal dal piglio hardcore, seguita da ‘Forsaken in Desolation’, traccia piuttosto devastante ma capace di dosare sapientemente la velocità, come accade in tutti i dieci brani. A rendere apprezzabile il disco influisce senz’altro un’eccellente produzione per mano di Christian Donaldson, mentre l’art-work vede all’opera la creatività del ben noto Dan Seagrave. Il disco chiude egregiamente con l’oscura e straziante ‘Leap Of The Faithless’, lungo brano di nove minuti che compendia quanto ascoltato fin qui: potenza sonora, rabbia dosata con grande autocontrollo, tecnica strumentale e, perché no, una dose di groove. Ascolto consigliato.

Tracklist

01. Follow The Deceiver
02. No Half Measures
03. Impending Dominance
04. The List
05. The Burden Of Our Failures
06. Dead Seraphic Forms
07. Another Breath
08. Black Pill
09. Forsaken In Desolation
10. Leap Of The Faithless

Lineup

Jason Evans: vocals
Sam Yates: guitars
Sean Hynes: guitars
Lyn Jeffs: drums