The Acacia Strain – Slow Decay

Il 24/07/2020, di .

Gruppo: The Acacia Strain

Titolo Album: Slow Decay

Genere: , ,

Durata: 42 min.

Etichetta: Rise Records

85

Quasi vent’anni di carriera e numerosi avvicendamenti nella line-up per i The Acacia Strain, giunti con ‘Slow Decay’ al decimo album in studio. Della formazione storica proveniente dal Massachusetts rimane soltanto il vocalist Vincent Bennett, in questo nuovo full-lenght arrabbiato come non mai. Dalle note di accompagnamento al promo fornite dalla Rise Records si evince che la band si vuole porre in prima linea contro un mondo in lento e costante decadimento, da qui il titolo del disco, nel quale l’arte – nella fattispecie la musica – dura e prospera (anche) al fine di cambiare il corso degli eventi. I The Acacia Strain fanno sul serio e inanellano una serie di canzoni ruvide e potenti immerse nel deathcore più arcigno e devastante; i punti di riferimento sono inevitabilmente riconducibili ai primissimi Slipknot, ai coetanei Lamb Of God, ai Bleeding Through, nomi di punta del Metalcore americano del nuovo millennio, ma portano avanti con coerenza e professionalità la loro proposta tra alti e bassi da quasi vent’anni. Questo nuovo ‘Slow Decay’ regala perle di assoluta bellezza come le potenti ‘Crippling Poison’, ‘The Lucid Dream’ e ‘I Breathed In The Smoke Deeply It Tasted Like Death And I Smiled’, quest’ultima dai ritmi rallentati – una sorta di Doom applicato al Deathcore – di altissima qualità. Le chitarre sono pesanti e affilate a sufficienza per trasportare le canzoni in un vortice sonoro oscuro ed avvolgente, a tratti opprimente grazie alla voce di Bennett sempre aggressiva e sul pezzo; la sezione ritmica pesta duro e soprattutto la doppia cassa accompagna le parti vocali con precisa complicità. Quando si ascoltano dischi di questo livello non si può che sorridere pensando a quanti detrattori pensano che il Death/Metalcore sia un genere musicale estremo ormai in decadenza. Nulla di più sbagliato e ‘Slow Decay’ lo dimostra con una freschezza invidiabile grazie alle tracce citate in precedenza e ad altre come ‘Solace And Serenity’, ‘Inverted Person’, ‘Chinnamasta’ e ‘One Thousand Painful Stings’ – questa include echi lontani del Nu-Metal tanto caro ai primi Korn. ‘Birds Of Paradise’ sperimenta con soluzioni d’atmosfera che se da una parte rallentano il ritmo incalzante dell’album, dall’altro aumentano il senso di angoscia e sofferenza che si percepisce dalle tracce del disco. La conclusione di questo lento decadimento che vede anche alcuni featuring d’eccezione (Aaron Heard su ‘Seeing God’: Jess Nyx su ‘The Lucid Dream’: Zach Hatfield su ‘I Breathed…’: Courtney LaPlante su ‘One Thousand Painful Stings’) è affidato a ‘Earth Will Become Death’, una chiara dichiarazione di intenti che si rifà al pensiero iniziale della band presente nelle note della casa discografica. Se è vero che la Terra porterà alla morte – nostra, non certo la propria – è altresì vero che album come questo non possono lasciare indifferenti e dopo 42 minuti di bordate Deathcore è necessario fermarsi a riflettere sul fatto che la musica continui davvero a durare e prosperare ed a renderci vivi – qui ne abbiamo ampia dimostrazione – perché dischi come ‘Slow Decay’ sono disegnati per regalare momenti di felicità. E se un disco sa renderci felici allora si tratta di un disco davvero ben riuscito. Da avere assolutamente!

Tracklist

01. Feed A Pigeon, Breed A Rat
02. Crippling Poison
03. Seeing God (feat. Aaron Heard)
04. Solace And Serenity
05. The Lucid Dream (feat. Jess Nyx)
06. I breathed in the smoke deeply it tasted like death and I smiled (ft. Zach Hatfield)
07. Crossgates
08. Inverted Person
09. Chhinnamasta
10. One Thousand Painful Stings (feat. Courtney LaPlante)
11. Birds Of Paradise, Birds Of Prey
12. Eart Will Become Death

Lineup

Vincent Bennett: vocals
David Shidaker: guitars
Rich Gomez: guitars
Griffin Landa: bass
Kevin Boutot: drums