In Flames – Clayman

Il 03/07/2020, di .

Gruppo: In Flames

Titolo Album: Clayman

Genere:

Durata: 44 min.

Etichetta: Nuclear Blast

6/6

Arrivati al quinto CD (più due mini quali ‘Subterranean’ e ‘Black Ash Inheritance’), si può tranquillamente affermare che con ‘Clayman’ gli In Flames, nome di assoluto prestigio del panorama death metal svedese, firmano la loro opera più matura ed ambiziosa, che presenta novità emblematiche in seno al sound in auge nell’act scandinavo. Non per sminuire assolutamente quanto finora espresso dal five-piece in esame, sia ‘The Jester Race’ che ‘Whoracle’ restano comunque dei capisaldi nella storia del metal estremo continentale, con sprazzi di genialità tecnica e rabbia death autentica, però, alla luce degli undici brani contenuti su ‘Clayman’, vien da pensare che forse gli In Flames il meglio di sé dovranno ancora darlo, o per meglio dire, c’era ancora parecchio da assecondare, nel proprio sviluppo stilistico. Seppur ancorato ai dettami d’origine, il complesso ha iniettato forti dosi di melodia filtrata attraverso un sapiente uso delle tastiere, che ne scandiscono gli umori a più riprese, lungo tutto l’arco di ‘Clayman’; aggiungendo al tutto un gusto compositivo padre di soluzioni davvero indovinate, al fine di stemperare leggermente l’impronta più nichilista degli In Flames. Non saprei se è voluta o meno, ma stando all’immensa qualità strabordante dei pezzi fuoriusciti dal nuovo platter, non c’è da curarsene troppo, l’unico dilemma sta nel decidersi se alzarla o no, la manopola che controlla il volume, inutile tergiversare, gli speaker vanno distrutti, una volta per tutte, e un album quale ‘Clayman’ è in grado di frantumare qualsiasi ostacolo, già all’attacco della prima traccia, emblematicamente intitolata ‘Bullet Ride’… Opener e tra gli episodi più estremi mai realizzati da Jesper Stromblad e soci, ha l’ardire di sconvolgere l’incauto ascoltatore, sia per l’impatto, che per l’intensità, per un vigore tecnico che torna ad evidenziare la perizia strumentistica degli In Flames, una delle band maggiormente prese di mira dagli appassionati del death metal più tecnico ed imprevedibile. Idem dicasi per la successiva ‘Pinball Map’, a giudizio di chi scrive la track più memorabile del lotto, crunch-metal come non se ne ascoltava da tempo e con un refrain irresistibile, dal flavour Ottantiano, con molto da spartire con la NWOBHM per la sua impostazione. ‘Only For The Weak’ è probabilmente il brano che sorprenderà di più, molto goticheggiante e sostenuto da robusti intrecci di tastiera, con sugli scudi l’isterico e al tempo stesso sinuoso singing del frontman Anders Friden (che mai come su questo disco ha cantato in maniera così pulita). Una traccia che pare spartire molto con gli ultimi excursus stilistici provenienti dall’area scandinava, dettati da realtà di prestigio come Sentenced e Dark Tranquillity. Vale a dire che, oggigiorno, anche quei complessi che han fatto dell’estremismo la propria regola d’arte, non eliminano più a priori l’utilizzo di determinati schemi melodici, pur di lasciare aperta la porta a soluzioni più fresche, e non inaridirsi così dietro a stilemi buttati giù ad oltranza. Possente e sibilante ‘As The Future Repeats Today’, mentre ‘Square Nothing’ vede il quintetto nordico alle prese con una curiosa semi-ballad, che via via si trasforma in una crudele dichiarazione di guerra. La title-track osserva gli In Flames immersi nel loro trademark più autentico, con una cavalcata speedy che lascia il segno; maligna e sconvolgente è anche ‘Satellites And Astronauts’, con il suo incedere minaccioso e nel contempo melanconico. Fenomenale ‘Brush The Dust Away’, massacro sonoro capitanato da un ritornello malsano ed inquietante, con le asce di Stromblad e Bjorn Gelotte a dettar legge. Sottotono ‘Swim’, che pare una scopiazzatura del brano precedente, è invece il nuovo corso griffato In Flames a farla da padrone su ‘Suburban Me’: grande feeling melodico dove a sprazzi gioca duro l’anima più pesante della band. A suggellare un disco a mio avviso insuperabile, la conclusiva ‘Another Day In Quicksand’, altro saggio di bravura tecnica e perizia compositiva. Sento che circolerà odor di sangue, sotto il palco del Gods of Metal, quando saranno chiamati in causa gli In Flames, novelli protagonisti di ‘Clayman’.

Tracklist

01. Bullet Ride
02. Pinball Map
03. Only For The Weak
04. As The Future Repeats Today
06. Square Nothing
07. Clayman
08. Satellites And Astronauts
09. Brush The Dust Away
10. Swim
11. Suburban Me
12. Another Day In Quicksand
13. Strong And Smart
14. World Of Promises

Lineup

Anders Fridén: vocals
Jesper Strömblad: guitars
Björn Gelotte: guitars
Peter Iwers: bass
Daniel Svensson: drums