Long Distance Calling – How Do We Want To Live?
Il 29/06/2020, di Andrea Del Prete.
Gruppo: Long Distance Calling
Titolo Album: How Do We Want To Live?
Genere: Post Rock/Metal
Durata: 53 min.
Etichetta: Inside Out
Distributore: Sony
Nuovo disco per i post rocker tedeschi Long Distance Calling – il settimo – di una carriera convincente, fatta di lavori di qualità, ben prodotti e suonati, nonché fautori di un suono caratteristico. Un’alchimia strumentale quasi perfetta, tra un post rock di marca britannica e una corposità (post)metallica non lontana da certe soluzioni teutoniche in materia, leggasi The Ocean. Il suono strumentale rimane la caratteristica principale dei Nostri, anche se nel corso della carriera hanno saputo (ben) misurarsi con il cantato con ospitate eccellenti, tra cui è doveroso ricordare – fra gli altri – Jonas Renske (Katatonia) e John Bush (Armored Saint). Vocalist lontanissimi tra loro, ma in grado di immergersi totalmente nelle volontà attitudinali dei LDC, creando armonie vocali ficcanti, ma soprattutto contestualizzate nel mood malinconico, ma allo stesso tempo forte dei nostri. L’arrivo in pianta stabile di Martin Fischer (Pigeon Toe, Fear My Thoughts) in veste di tastierista/cantante, ha rimescolato le carte in tavola nel terzo lavoro ‘The Flood’ (2013), introducendo soluzioni nuove, che esaltavano le potenzialità di Fischer, regalando attimi di “crossover” splendidi, non lontani dai maestri Faith No More. Peccato che la collaborazione non sia continuata in pianta stabile e che il gruppo abbia deciso di dedicarsi solamente ai propri strumenti senza voce, se non sporadicamente nel meno riuscito ‘Trips’ (2016). Il qui presente ‘How Do We Want To Live?’ non fa altro che continuare il percorso intrapreso con il precedente ‘Boundless’, con buoni risultati, ma perdendo parte della ruvidità che si palesava nelle esplosioni sonore, ora sempre più rade. ‘Voices’ rimane esempio in tal senso, in cui delicati arpeggi pinkfloydiani si tramutano in un riffing metallico di assoluto rispetto. Le tastiere sempre presenti, non risultano mai invasive e in binomio a contrappunti elettronici di buon gusto, donano luce e colore a song tipicamente malinconiche ed introspettive. Scorrendo la tracklist ‘Immunity’ recupera addirittura atmosfere sci-fi anni ’80 e ‘Sharing Thoughts’ è un crescendo armonico che non dispiacerebbe affatto a David Gilmour. Da segnalare la presenza dello sconosciuto Eric Pulverich alla voce in ‘Beyond Your Limits’, pezzo ordinario, ahimè senza infamia e senza lode, nonché lontanissimo dallo splendore dell’era Fischer. A conti fatti un buon lavoro, suonato con elevata perizia tecnica, ma (forse) troppo orientato verso percorsi già battuti, senza il piglio e il coraggio del voler osare di più. Ad ogni modo i fan ne gioiranno ugualmente, anche se un leggero amaro in bocca rimarrà sempre. Peccato.
Tracklist
01. Curiosity (Part 1)
02. Curiosity (Part 2)
03. Hazard
04. Voices
05. Fail / Opportunity
06. Immunity
07. Sharing Thoughts
08. Beyond Your Limits
09. True / Negative
10. Ashes
Lineup
David Jordan: guitars
Florian Füntmann: guitars
Janosch Rathmer: drums
Jan Hoffmann: bass